IL ROMANISTA (R. MOLINARI) - Pensi a Roma-Cesena e credi che sia una partita tranquilla. Senza ricordi. Una di quelle che non lasciano traccia. Non è così. Perché contro la squadra romagnola ci sono almeno due episodi da ricordare, da raccontare. I tifosi della Roma sanno che non cè niente da sottovalutare, niente da tralasciare contro i bianconeri
La sua innata educazione e il suo fare da gentiluomo, che lo contraddistinse per tutta la sua carriera sia da giocatore sia da allenatore a nostro modo di vedere, fecero sì che dribblò anche quello smacco; lui stesso decise di lasciare lo stadio prima del tempo e con ammirabile serenità informò tramite microfono la fine della festa. Serenità che poi perse, e chi non lo avrebbe messo in dubbio, subito dopo entrato nello spogliatoio con un inarrestabile pianto e uninevitabile rabbia dentro. Mai e poi mai il tifoso romanista si sarebbe dovuto ricordare di una festa a metà, interrotta senza motivo e giustificazione. Una volta era facile entrare allo stadio sia per raggiungere gli spalti, esistevano a quellepoca esili spuntoni che potevano fermare solo qualche piccione, che dagli stessi al campo di gioco con un bel e virtuoso salto superando quei due metri di fossato che dividevano appunto il tifoso dal giocatore. Che salto enorme da quei tempi di bandiere e canti con tamburi e sciarpe fino a quel Roma-Cesena del 2010, prima partita di campionato. [...]
Quel giorno, il 29 agosto del 2010, si sapeva che la curva avrebbe contestato la tessera del tifoso. Tifosi che ora per andare allo stadio si vedono costretti burocraticamente a gestire lingresso come una propria schedatura e magari trovandosi nella situazione assurda di non entrare perché magari trovato in possesso di una innocua bandiera con asta superiore a due metri o a un fumone o, comè successo, perché armeggiava nelle mani un banale cartoncino che sarebbe servito per la scenografia. Abbiamo visto dare autorizzazioni per spettacoli pirotecnici al derby di Genova, peraltro magnifico spettacolo (noi viviamo per questo), e non autorizzando le stesse cose a Roma. Comunque, quel Roma-Cesena non è stato solo una manifestazione per dire a chiare note che il tifoso non poteva accettare e sopportare simili decapitazioni e discriminazioni, ma anche che lo stesso tifoso romanista si sentiva oppresso da queste regole assurde che puntavano alla schedatura. Anche perché con il biglietto nominale questo era già stato fatto. Avevano organizzato tutto nei minimi dettagli; la riunione fuori dalla curva per confrontarsi e dialogare su chi era daccordo e chi no, sempre rispettando il pensiero di chi magari la pensava diversamente da te; la partita, un vero e proprio torneo che ha fatto vedere a tutti l"armoniosa" carica che il tifo giallorosso sapeva dare. [...]




