IL ROMANISTA (C. ZUCCHELLI) - E adesso magari qualcuno dirà che è colpa di Totti. Adesso, che la Roma meno spagnola della stagione pareggia 1-1 con la Juve non riuscendo a vincere per un rigore fallito dal suo immenso Capitano, qualcuno dirà che se lui avesse battuto Buffon Vero, verissimo.
Se Totti avesse segnato la Roma avrebbe vinto. Ma, come la Curva Sud insegna, non bisogna mai essere schiavi del risultato. E quindi, nonostante lenorme rammarico per il pareggio, la Roma riparte. Dopo due sconfitte di fila muove la classifica ma, soprattutto, mette in mostra tutte quelle qualità che mettono allangolo la Juve di Conte: coraggio, cuore, pressing, corsa e unione di squadra. Carattere, in una sola parola. Un carattere che passa dalla classe di Totti, dallenorme partita di De Rossi, dalla precisione di Viviani, dallattenzione di José Angel e dal sacrificio di Osvaldo, tutti protagonisti di una prestazione da incorniciare. Dal primo allultimo minuto, come sottolineano gli applausi dellOlimpico al fischio finale. Un Olimpico che, fin dallinizio, vede una Roma capace di lottare su ogni pallone. E i risultati si vedono: cinque minuti e i giallorossi passano in vantaggio: angolo di Totti che tocca corto per Pjanic, il bosniaco ridà il pallone al Capitano che crossa per De Rossi: Daniele al volo di destro colpisce non benissimo, sulla traiettoria cè Vidal che buca clamorosamente il pallone e inganna Buffon. La Roma si muove bene: occasioni vere e proprie non ne crea, ma i giocatori arrivano sempre prima sul pallone, si danno una mano, tutti corrono ad aiutare la difesa. Il pubblico capisce e piovono applausi, soprattutto al minuto 24 quando Taddei liscia un pallone in area su cui si avventa Estigarribia che colpisce a colpo sicuro ma trova un ottimo Stekelenburg sulla sua strada. La Roma continua a fare la partita anche perché la Juve, a parte un tiro da fuori di Vidal, sembra incapace di creare problemi alla difesa giallorossa, sostenuta da un De Rossi a dir poco strepitoso. Brividi al 41 quando Viviani fa fallo su Marchisio, punizione dal limite, sul pallone va Pirlo, ma Stekelenburg blocca senza problemi.
Oltre a De Rossi, anche Heinze è protagonista di un primo tempo splendido: prima rimprovera platealmente Lamela colpevole di pressare poco un avversario poi, in scivolata, toglie un pallone pericolosissimo che Pepe aveva messo in mezzo per Matri e che, se intercettato, avrebbe sicuramente mandato le due squadre al riposo sul risultato di parità. Così non è e la Roma va negli spogliatoi con gli applausi della sua gente. Si torna in campo con gli stessi uomini del primo tempo e con lo stesso straordinario De Rossi che guida la difesa con la sicurezza di un veterano. Dopo 10 minuti Luis Enrique cambia: fuori Viviani, stremato e applauditissimo da tutto lo stadio (Luis Enrique e panchina compresi), e dentro Simplicio. Cinque minuti e la Juve pareggia: Vidal apre per Estigarribia che cicca il pallone ma, non si sa come, riesce a servire Chiellini che solo soletto in area di testa batte Stekelenburg. La partita non conosce un attimo di sosta: doppio fallo in area della difesa della Juventus prima su Simplicio e poi su Lamela, Orsato concede alla Roma il primo rigore stagionale, sul dischetto va Totti. Sotto la Sud, Buffon para il destro del Capitano. Anche Conte decide di cambiare: fuori il pessimo Matri e dentro Quagliarella, out anche Estigarribia per Giaccherini.
La partita è intensissima, ma tiri nello specchio se ne vedono pochi. A 10 minuti dal termine ci prova Osvaldo con un pallonetto. Una buona occasione capita sui piedi di Simplicio che però passa incredibilmente a Buffon invece di servire Totti. I due allenatori vogliono vincerla e, a 5 dal termine, cambiano ancora: Conte inserisce Elia al posto di Pepe, Luis Enrique toglie Osvaldo e mette Borriello (ovazione per lui). La Juve va vicinissima al vantaggio quando Elia serve Quagliarella che, solo davanti a Stekelenburg, prova il tocco sotto ma lolandese copre benissimo lo specchio. Poco dopo è Totti che si fa murare dalla difesa juventina (Pizarro in tribuna con le mani nei capelli). È lultima occasione. Nei 6 di recupero la Roma ci prova ma non riesce a sfondare. E esce dal campo con i giocatori che scuotono la testa soddisfatti nonostante loccasione persa. Bisognava ripartire. E la Roma, comunque, lo ha fatto.