I signori del derby

16/10/2011 alle 11:38.

IL MESSAGGERO (S. CARINA) - Uno è nato a Boston, l’altro è romano doc.Classe ’49 il primo, otto anni più giovane il secondo. Il derby di oggi è anche - ma forse soprattutto - il loro derby. Difficilmente due presidenti, come Thomas Di Benedetto e Claudio Lotito, possono essere più differenti. Pacato, riflessivo, a tratti serafico

presidenti, come Thomas Di Benedetto e Claudio Lotito, possono essere più differenti. Pacato, riflessivo, a tratti serafico il numero uno giallorosso; ironico, istintivo,spesso polemico quello biancoceleste. DiBenedetto è all’esordio nella stracittadina: Lotito, invece, è giunto al sedicesimo round. Se non fosse per il filotto negativo, rappresentato dalle ultime 5 sconfitte, il suo bilancio sino ad un anno e mezzo fa era quanto meno lusinghiero: 4 vittorie, 4 pareggi e 2 sconfitte. Poi, però, ci hanno pensato i 5 stopdi fila a rendere il resoconto negativo.



Essendo al debutto, lo statunitense conosce poco e nulla di questa partita. Ha quindi chiesto informazioni al ds e con l’ingenuità, che contraddistingue proprio chi non conosce cosa vivrà questa sera, si è lasciato scappare un paragone a dir poco scivoloso: «Mi hanno detto che è una gara simile a una guerra civile». Termine, tramutato poco dopo, in «battaglia» quando però a livello mediatico la frittata era già fatta. Lotito, invece, da veterano ha risposto con la più classica delle riflessioni: «In un match del genere non esiste un favorito».



La loro vigilia è stata differente: DiBenedetto è giunto nella capitale in extremis mentre il rivale ha passato la serata nella sua dimora a Villa San Sebastiano, udendo in lontananza l’eco delle bombe carta che venivano esplose a piazza San Giovanni nella manifestazione degli indignados poi deflagrata in guerriglia per colpa dei black bloc. Un pre-derby vissuto per entrambi sul filo della polemica, dovuta alla scoperta che anche il presidente americano, come il suoprecedessore, Rosella Sensi, percepirà uno stipendio da 1,1 milioni di euro, biglietti a/r per gli Usa e una macchina con autista, oltre alla scorta. Appresa la notizia, Lotito non ha perso tempo per rimarcare la sua diversità: «Né io, né gli altri dirigenti della Lazio abbiamo mai percepito emolumenti dal club. Per me i dirigenti non devono prendere stipendi». Differenti in tutto, dunque, anche nell’idea su come e dove costruire il nuovo stadio,nella gestione dell’Olimpico e conseguentemente nel modo di porsi nei confronti delle istituzioni sportive, Coni in primis. Dopo un primo momento d’incomprensione, DiBenedetto ha saputo ricucire lo strappo con il presidente Petrucci e trovare così un accordo per lo sfruttamento di alcuni locali all’interno dell’Olimpico. Tra il presidente del Coni e Lotito, invece, la querelle (sull’affitto dell’impianto, ndc) è finita a carte bollate, senza contare il deferimento che ha colpito il numero uno biancoceleste che si è concluso non più tardi di un mese fa.



Diversi anche nel progetto tecnico portato avanti: la Roma, con gli investimenti sui giovani (José Angel, , Bojan, , Lamela, Kjaer) effettuati quest’estate, sembra una squadra costruita per il futuro. E non è un caso che DiBenedetto abbia ricordato più volte che il suo club «sarà tra le grandi società europee fra 5 anni».La Lazio,invece, somiglia ad un istant-team: gli ultimi acquisti, Klose (33 anni) e Cisse (30), ne sono la dimostrazione. La Roma americana, poi, ha scelto un tecnico giovanissimo come LuisEnrique (41 anni), che alle spalle aveva solo un’esperienza con la seconda squadra del . Lotito, invece, nonostante parte della piazza non fosse concorde, ha preferito dare fiducia al decano degli allenatori in serie A, Reja (66 anni e 21 panchine alle spalle). Nulla sembra unirli,anche se a pensarci bene una cosa che li accomuna, almeno per una sera, esiste: il desiderio di vincere il derby