
GASPORT (M. CECCHINI) - È stato un lanciere, diventerà un lupo. Miracoli della genetica applicata al calcio, quella che in queste ore officiata da una congrua cascata di denaro (sei milioni più due di bonus) sta consentendo a Maarten Stekelenburg di trasformarsi da portiere dellAjax ad estremo difensore della Roma. Occhio, perché la differenza lessicale non è casuale visto che Luis Enrique vuole che il numero uno non sia solo uno che eviti i gol, ma un giocatore in grado di partecipare alla manovra difensiva.
Nato ad Haarlem e giunto tra i «lancieri» a 15 anni dopo aver giocato nelle giovanili di Zandvoort e Schoten, a lanciarlo in prima squadra è stato Ronald Koeman nel 2002, mentre in Nazionale è stato nel 2004 Marco Van Basten a farlo esordire. In scadenza di contratto nel 2012, Stekelenburg ha rinunciato a partecipare alla prossima Champions League pur di tentare lesperienza romanista. Inutile nascondere che il suo obiettivo è quello di tornarci già il prossimo anno vestito di giallorosso, per la gioia della moglie Kim e del figlio Sem (con la e!), a cui le cronache un po mielose raccontano dedichi tutto il proprio tempo libero. Hobby? Soprattutto la cucina, visto che in bacheca ha un diploma da chef. Vecchio compagno Lolandese a Roma da domani (si escludono intoppi, ma in caso la Roma ha pronta lalternativa: largentino Sergio Romero) ritroverà Dice di lui Lobont che ci ha giocato insieme: «E bravo e in Italia farà sicuramente bene» Lobont, con cui è stato compagno di squadra nellAjax. Anzi, il suo esordio in prima squadra (agosto 2002) fu dovuto proprio a un infortunio di Lobont e Didulica. «È bravo, ha tante qualità e potrà fare bene in Italia» , ha detto il romeno. Deve essere vero se nel 2008 ha vinto il titolo di miglior calciatore dellAjax ed in Olanda è universalmente giudicato lerede del totem Van der Sar. A proposito, che sia la volta buona che «gli Orange» da ieri gemellati col giallorosso comincino a perdonare a capitan Totti per quel cucchiaio che li tormenta fin dallEuropeo del 2000?.