IL ROMANISTA (M. MACEDONIO)- «Intanto, faccio i complimenti a Totti. E dico che sono orgoglioso di avere avuto con me, durante la mia carriera, sia Roberto Baggio che Francesco». Non attende neanche la domanda, Carletto Mazzone, perché il tema della chiacchierata non può essere che quello. Lo sa bene, il tecnico romano, che ripete come per lui sia stato un piacere poter allenare sia luno che laltro
Lei ha spesso ripetuto che, se li avesse avuti insieme, avrebbe vinto molto di più. E così. E penso a tanti miei colleghi, sia quelli giovani che quelli più anziani, che hanno problemi a far giocare insieme giocatori di grande qualità perché dicono loro la squadra rischia di sbilanciarsi. Ma cche menteressa a mme che la squadra si sbilanci. Magari. Anzi,quando la cosa è piacevole, dico magara!. So che non le piace fare confronti, ma le chiedo comunque una valutazione su entrambi. Più che non piacermi, trovo che un mio giudizio su di loro sarebbe inattendibile. Innanzitutto perché diverso è il periodo della loro vita da calciatore in cui li ho avuti con me. Roberto Baggio ho avuto il piacere e lonore di guidarlo negli ultimi anni della sua carriera, quando il calcio - meglio, chi comandava -laveva ormai emarginato. Non ne so i motivi, né mi interessa più di tanto conoscerli. So però che ebbi la sensazione che quel giocatore avrebbe potuto dare ancora molto al calcio italiano. E così fu. Lui rimase al Brescia quattro anni, di cui i primi tre con me e lultimo con chi mi succedette quando io mi trasferii al Bologna. Ed è come se gli avessi allungato la carriera. Ricordo ancora come avesse praticamente smesso di giocare. Stava a casa e si allenava da solo con un suo preparatore atletico. Seppi da un amico comune che era in trattative con la Reggina e, allora, dissi ma perché non viene a Brescia, che è più vicina a casa (a Vicenza,ndr)?. Fu così che giocò ancora quattro anni. E da protagonista, non da infelice.
Diversa invece la storia con Totti. Francesco lho avuto allinizio della sua avventura. Lho visto segnare il primo gol, vivere le prime sensazioni Insomma, linizio delluno e la fine dellaltro, che non mi permettono, quindi, di parlarne confrontandoli. Tra laltro, non mi sembrerebbe rispettoso. Anche se è chiaro che ho fatto il tifo pertutti e due. Sul piano tecnico, non voglio nemmeno discuterli. Come uomini, due persone meravigliose. La qualità principale? Dico solo altissima per entrambi. Sono due giocatori che hanno sempre fatto la differenza nelle squadre in cui hanno giocato. Per loro,lobiettivo primario è sempre stato la conclusione del gioco e la rifinitura peri compagni. Penso che queste due voci li leghino entrambi.
Cè chi li ha definiti, luno, Baggio, più un solista, e laltro, Totti, più unuomo-squadra. Credo che siano molto simili luno e laltro. Totti, allinizio, era un po come Roberto Baggio. Poi, ha cercato campo, spazio. Merito dellallenatore, o grazie a lui stesso, Francesco ha preso pian piano ad abbassarsi, anche per liberarsi della marcatura asfissiante, ossessiva. Ripeto, comunque, che nel cercare lo spazio in area di rigore, e nel saper creare superiorità numerica, sono accostabili e molto vicini. Se proprio vogliamo individuare un difetto ad entrambi, dico che di gol di testa ne hanno fatti pochini. E così, abbiamo trovato la magagna a tutti e due!
Emarginato luno, negli ultimi anni della sua carriera, ma altrettantomassacrato laltro, in questi ultimi mesi. Purtroppo è così. E questo mi ha molto amareggiato. Tanto che ho voluto fargli da scudo. Dico solo che molti colleghi della stampa, sbagliando i tempi,hanno mosso critiche durissime nei confronti di Totti. E io non lho gradito. Qualcuno ha pensato di farsi famoso dando addosso ad un grande personaggio come Francesco. Ma chi gliela dà questa patente? Quale scuola hanno fatto per sentirsi così bravi? E poi, perché? Penso che di fronte a questi grandi campioni, che ci hanno saputo regalare solo gioie, che sono lessenza stessa del calcio perché non è che ci danno medicine e magari lhanno fatto indossando la maglia per cui loro stessi tifano, e anche noi tifiamo, non sipossa essere così ingenerosi. Quelli come Baggio, Totti, o lo stesso Del Piero, meritano rispetto. Anche quando ci si avvicina alla fine della carriera. Perché sono quelli capaci delle cose più difficili nel gioco del calcio: fare gol e far fare gol ai propri compagni. Da giovani, sono quelli in grado di fornire la prestazione. Invecchiando, non danno forse più la prestazione ma pur sempre lagiocata, che non manca mai. E lallenatore, il compagno di squadra e il giornalista devono capire tutto questo. E invece, spesso, non è così. E tanta asprezza, davvero non si giustifica.