IL TEMPO (T. CARMELLINI)- Giornata di riposo precauzionale (direbbero quelli bravi) per professori e chiromanti mentre a Firenze si concretizzava il futuro della Roma. Nulla di nuovo all'orizzonte, la cloche del comando (quella vera) sarà nelle mani di Franco Baldini che, nonostante il fair play del caso, ha già messo la testa sulla Roma del futuro
Molto più di una sfida professionale, probabilmente qualcosa di simile a un riscatto morale per quanto gli avevano tolto in passato. Una cosa che «intriga e appassiona» perché Baldini a Roma ha ancora un pezzo di cuore dopo quell'addio amaro dal quale uscì comunque a testa alta lasciando però a metà un progetto che poteva diventare davvero qualcosa di importante. Nessun compromesso, impossibile lavorare in quel modo, così come umiliante entrare in un sistema da dna famigliare troppo circoscritto e che ha tarpato le ali per anni a idee, talento e fantasia. Ma il feeling tra Baldini e Franco Sensi, sono rimasti nel cuore dei romanisti che lo stanno aspettando come manna dal cielo, una sorta di Messia: anche troppo verrebbe da dire, ma questa è Roma con le sue follie e i suoi eccessi. Prendere o lasciare! Baldini nella sua testa la scelta l'ha già fatta, perché la voglia di rimetter mano a quel sogno è viva, forse più di prima visto che con DiBenedetto si sta veramente voltando pagina. Si può ripartire da zero, salvando quello di buono che c'è, sfruttando al meglio le nuove energie e intelletti, ma soprattutto senza continuare ad elemosinare favori e amicizie a destra e manca. Probabilmente tornerà ad essere quella Roma «contro» che era l'ambizione del presidente Franco, uomo sempre di traverso rispetto alle strane manovre del Palazzo e che l'allora ds condivise in un nanosecondo. Tornerà ad essere una Roma che pensa anche a lungo termine, non guarda solo sotto al proprio naso e avrà finalmente l'atteggiamento internazionale che questo marchio straordinario merita. Tornerà ad essere semplicemente la Roma. L'importante sarà salvare i soldati che sono quelli che fanno le guerre: in prima persona, mentre di generali sono pieni gli sfaffali. Insomma alla fine... tutto come ampiamente previsto! Questione di convergenze.