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I colpevoli sono sempre, o quasi, i giornalisti. Stavolta a lanciarsi in un duro atto d'accusa, apparso esagerato (anche perchè, a Monaco, certe cose i giocatori della Roma le avevano dette), è stato Claudio Ranieri, in passato già fortemente critico con il quotidiano sportivo torinese che lo aveva preso di mira ai tempi in cui allenava la Juventus. A Trigoria anche i predecessori del tecnico di San Saba si sono lasciati andare contro la stampa, o perlomeno in più d'una occasione hanno lasciato trapelare un certo fastidio: basti ricordare Ottavio Bianchi, Fabio Capello e Luciano Spalletti
Idem per Josè Mourinho, uno 'Special Onè che non la manda certo a dire, anche se a volte le sparate dialettiche le studia a tavolino, perchè servono anche a caricare la squadra, come dimostra la tripletta dell'Inter. Insulti a raffica, e non solo uno sfogo, li pronunciò in conferenza stampa anche Alberto Malesani ai tempi in cui allenava il Panathinaikos; mentre la celebre scenata di Giovanni Trapattoni, 'super cliccatà ancora oggi su 'Youtubè, è dei tempi in cui l'ex ct azzurro allenava il Bayern Monaco. Era comunque diretta contro alcuni suoi giocatori (Strunz in particolare) più che verso i reporter.
Una paio d'anni fa Walter Zenga, da allenatore del Catania, litigò in diretta tv, sulla Rai, con Enrico Varriale; mentre in tempi più remoti lo stesso successe all'allora tecnico azzurro Enzo Bearzot con un giornalista di un quotidiano romano: i due vennero quasi alle mani. Prima della finale di Usa 1994 capitò anche ad Arrigo Sacchi, che ebbe un duro scambio di vedute con un giornalista, ora suo collega opinionista sulle frequenze di una radio romana, che aveva scritto di un suo litigio con Beppe Signori. Sono rimaste famose certe 'ruvidezzè anche di Marcello Lippi, non solo con i giornalisti ma anche con i suoi calciatori: ai tempi dell'Inter meritavano tutti, secondo il tecnico, «di essere presi a calci nel sedere»
(ansa)