Borghezio D'Annunzio e il Capitano

21/07/2010 alle 12:45.

IL TEMPO - È quel signore, molto moderato, che nel '76 sarebbe stato fermato per un controllo a Ventimiglia e trovato in possesso di una cartolina con svastiche che inneggiava a Hitler. O che nel '93 fu condannato per violenza privata su un minorenne (12 anni) marocchino e che poi nel 2000 venne ritenuto responsabile, insieme ad altri sette leghisti, dell'incendio scoppiato presso i pagliericci di alcuni immigrati che dormivano sotto il ponte Princip

Inaccettabile per l'imperscrutabile Borghezio che ha dato la sua sentenza scomodando addirittura D'Annunzio (uno molto più italiano di lui... in tutti i sensi). «? Un cretino con qualche lampo di imbecillità». Paragone per altro ancor più insensato se non fosse perché D'Annunzio lo diceva di Marinetti: futurista d'eccezione, non esattamente l'ultimo degli imbranati... Ma così è! Ora, detto che lo querelerà e la cosa andrà avanti per le vie legali (avvocato Coppi già attivato), viene da pensare cosa abbia scatenato l'ira funesta dell'europarlamentare. Forse il fatto che non giochi con la maglia verde della Padania? O la schiettezza con la quale difende sempre e puntualmente Roma: e non solo intesa come squadra.

Oppure le dichiarazioni di ieri nelle quali diceva, giustamente, di non riconoscersi in «quei politici che dovrebbero pensare più al bene dell'Italia e alle cose importanti che non a quello che dico io. Non mi sembra che lo facciano. E non mi metto a rispondere a gente che nemmeno canta l'inno nazionale». Quello d'Italia è... non il padano. Oppure il fatto che si definisca ancora «fiero di essere romano» ben sapendo che «purtroppo ci sarà sempre invidia tra la capitale e il Nord»... o almeno con questo tipo di Nord. Caro Borghezio, se ne faccia una ragione. Uno dei pochi valori ancora rimasti nel calcio sono le «bandiere» e è indissolubilmente quella di Roma: o comunque della parte giallorossa della à Eterna e capitale della «sua» Italia... Sì, Borghezio, anche sua! Almeno fin quando lei non deciderà di migrare altrove... e non sarà una grande perdita. Almeno per Roma!