E a Roma una marea azzurra

15/06/2010 alle 12:31.

CORSPORT - L'afoso pomeriggio non passava più. Una granita alla menta, tanto per dare tregua alla canicola, quattro calci nel rettangolo verde al lestito al centro di quello che, solita mente, serve da galoppatoio per il concorso ippico Piazza di Siena. Una risata, una battuta, una sbircia tina al maxi schermo da 50 mq, giu sto per sapere come va a finire Giappone-Camerun, l'antipasto pri ma del piatto forte, prima dell'Italia di Lippi. E soprattutto le scom

 « L'importante è vincere - arringa Marco, 22 anni -, non siamo gli stessi di quattro anni fa, ma possiamo farcela co­munque » . Popolo di allenatori gli italiani, si sa. Chi- gioca- chi, chi-gioca-come: tutto finisce con l'alzarsi della luna, perché la metamorfosi in tifo­si- mannari è un atti­mo. Titolare Pepe, pure Iaquinta: qualche sorpresa? «No, io lo sapevo - assicura Francesco, 23 anni -, Lip­pi non poteva lasciare fuori due gio­catori così» . Certo, manca l'idolo da idolatrare, il campione da celebrare, da osannare. Uno come Baggio, per quelli un po' più anziani, Del Piero per i temerari. E naturalmente , l'uomo simbolo del­la Roma pallonara. Va bé, fortuna c'è titolare. «Il più forte è lui» , urla un gruppo di ragazzini.

 Del resto al Fifa Fan Fest, l'orga­nizzatissimo villaggio globale messo in piedi nella capitale come in altre 5 metropoli del mondo, è così: una moltitudine di voci e idee, di sogni e speranze per la Nazionale avversa­ria del Paraguay all'esordio in Suda­frica. Qui, giusto quattro anni fa, erano in 6mila a gridare al trionfo di Berlino, oggi sono almeno quattro volte tanto. «C'ero anche quella vol­ta - ricorda Simone, 28 anni -, spe­riamo di ripeterci quest'anno. Pec­ che queste convocazioni non mi convincono» . Oggi il 'po-po-po' incalza ancora, ma non è la stessa cosa. Meglio il waka-waka di Shaki­ra. Undici tv sono venute a seguire l'evento (anche) qui, c'è pure il ron­zio perenne delle vuvuzelas che ar­riva in sottofondo dalla diretta di à del Capo e, no­vità made in en­gland, il rumore da applausi delle ' clap banner', cartoncini assordanti distribuiti da Radio Italia, radio ufficiale dell'evento Fifa.

La bomba è pronta a esplodere. E succe­de quando pareggia il gol di Al­caraz: evvai, forse vinciamo. « Dopo il primo tempo non ci credevo - guarda in basso Mino, 45 anni ­, ma l'Italia è sempre la stessa in tutte le edizioni, non muore mai » . Sì, perché se i primi quarantacinque minuti sono un mezzo flop, la ripresa è l'arrembag­gio perfetto, accompagnato da una marea festante, colorata di verde, bianco e rosso, trascinata da un fiu­me tinto d'azzurro. «No, questo mon­diale non lo vinciamo - fa scaraman­tico Lorenzo, 16 anni -, non arrivia­mo nemmeno ai quarti» . A guardar­lo tifare non si direbbe così scettico, ma va bene lo stesso. Semplicemen­te, l' 1- 1 finale non gli andato giù. Proprio come per i ventottomila del Fifa Fan Fest.