GASPORT - Un tempo ostaggio dei teppisti. Un tempo a giocare al calcio. Vince la Roma, perché ci prova più della Lazio, perché è più forte e perché è anche più fortunata. Il secondo tempo del derby romano, che proietta i giallorossi nelle immediate vicinanze della zona Champions e fa sprofondare sempre più in basso i biancocelesti
La chiave E racchiusa nei cambi di Ranieri tra il primo e il secondo tempo, complice (in parte) linfortunio di Mexes: con lui esce laltro francese Menez, ed entrano Cassetti e Brighi, per un 4-3-1-2 più efficace del precedente 4-4-2 e soprattutto decisivo in Cassetti. E lui luomo del destino, che prima sbaglia mandando in porta Zarate venendo graziato dal palo, e poi si ritrova chissà come nel mezzo dellarea laziale sul cross di Vucinic per il piattone dell1-0. Cè il sospetto di un fallo di Totti su Brocchi nellavvio dellazione, ma ci potrebbe essere anche un rigoretto (Diakite su Juan) negato in avvio alla Roma da un Rizzoli comunque bravo a tenere in pugno un match non bello e ruvidissimo (sacrosanto il rosso a Pizarro nel finale). Quanto a Ballardini, il catenaccio non paga ma le gambe molli, puntuale appuntamento della Lazio dopo unora di gioco, ostano di più.
Roma La trovata di Ranieri, che per la quarta volta consecutiva propone il cosiddetto tridente fin qui sempre vincitore (Bari, Atalanta e Basilea) è di mettere Vucinic ai fianchi di Totti, sorta di secondo centravanti. Perrotta e Menez, uno a destra e laltro a sinistra, diventano così i laterali di centrocampo di un 4-4-2 che nelle intenzioni dovrebbe diventare un molto offensivo 4-2-4. Teoricamente, la ricetta per scardinare il bunker laziale. Nella realtà, un non schema che accentua la confusione generale e che contribuisce allo zero assoluto del primo tempo. Linfortunio di Mexes, che regala a Burdisso il più gradito ruolo di centrale, restituisce alla Roma un terzino destro (Cassetti) che sa partecipare al gioco offensivo. Ranieri ci aggiunge Brighi, al posto dellinguardabile Menez, per un 4-4-2 nel quale Perrotta è il vertice avanzato del rombo. E la Roma, pur rischiando, va.
Lazio La trovata di Ballardini è vecchia come il calcio. Quello bravo là davanti, solo come mai lo è stato nella sua vita laziale. Zarate è la punta con licenza di mangiarsi il pallone. E un 5-4-1 in cui Lichtsteiner e Kolarov abbandonano lo stretto indispensabile i tre stopper e con gli esterni di metà campo Matuzalem e Mauri che a turno salgono accentrandosi quali trequartisti. Finché la teppa è padrona dellOlimpico, il giochino funziona e anzi, quando si comincia finalmente a fare calcio, è della Lazio,main contropiede, la prima grande palla- gol, con Zarate-Mauri. Sarà però anche lultima. E appena passata unora. E sulla Lazio senza fiato (spariti Baronio e Brocchi) e anche senza fortuna cala il sipario. Ballardini regala a Rocchi otto minuti più recupero, una miseria. Lotito, forse, regala ancora a Ballardini le partite con Genoa (senza Baronio e Mauri squalificati) e Inter. Giusto per arrivare a Natale.