21 FEBBRAIO 1937 - 80 anni fa Lazio-Roma 0-1 con maxi rissa finale e giallorossi scortati a casa dai tifosi (VIDEO)

21/02/2017 alle 20:32.
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LAROMA24.IT (Francesco De Sio) - Il 21 febbraio 1937 Lazio e Roma scendono in campo allo stadio del Partito Nazionale Fascista per il 16esimo derby della Capitale della storia della Serie A. I biancocelesti di Violak, terzi in classifica a -3 dalla vetta occupata dal , hanno perso per 3-1 il match d'andata a campo Testaccio e anche lo score complessivo dei confronti diretti in campionato sorride ai giallorossi di mister Barbesino, avanti 9-1 sui rivali a fronte di 6 pareggi. La Roma, decima in graduatoria alla 21esima giornata, si schiera con Masetti fra i pali, protetto da Monzeglio e Allemandi; Fusco, capitan Bernardini e Gadaldi in mediana; Tomasi, Serantoni e Subinaghi a supporto delle punte Mazzoni e D'Alberto.

"Come squadra, la Lazio si fa preferire; come volontà, ardore, spirito di corpo, siamo ancora per la Roma", e ancora: "E' un fatto che i più fedeli sostenitori azzurri temono la Roma più di qualsiasi altra squadra" recita profeticamente 'Il Littoriale' nella presentazione del match.

La partita, come tutti si aspettavano, è tesa, nervosa, e non decolla sul piano dello spettacolo. Sono i padroni di casa, tuttavia, ad avere le occasioni migliori, sciupando però più volte a tu per tu con Masetti. Si va all'intervallo sul punteggio di 0-0. Nella ripresa il copione non cambia, ma al minuto 54 l'arbitro Scarpi, che fino ad allora aveva faticato a tenere a bada le intemperanze dei 22 protagonisti, assegna un calcio di punizione per la Roma dal limite dell'area per una palla rimbalzata con troppa veemenza sul viso di Subinaghi dopo un rimpallo sul laziale Zacconi ("un pugno di Zacconi, ci dissero poi, in faccia a Subinaghi", cit 'Il Littoriale' 22 febbraio 1937). Sulla palla si presenta lo specialista, il modenese Mazzoni, che, precursore di Vucinic nel derby del 18 aprile 2010, fredda l'incolpevole avversario Brandani con un destro che passa attraverso la barriera. Vani i tentativi della Lazio di gettarsi a capofitto nella metà campo giallorossa, con Masetti abilissimo a respingere l'ultimo assalto biancoceleste bloccando con coraggio la sfera in mischia.

Al fischio finale, forse per una parola di scherno di troppo volata fra il romanista Subinaghi ed il laziale Viani, forse per la tensione accumulata dai nati al "Pippanera", è putiferio in campo, con una rissa da far west che ha coinvolto anche le forze dell'ordine e una parte (per la verità esigua) di tifosi delle due compagini, con i più facinorosi tra i sostenitori che hanno scavalcato le recinzioni attorno al rettangolo verde per unirsi al parapiglia.

"In un unico montarozzo di rosso e azzurro non si vedeva altro che suonar pugni e calci, mentre l'arbitro in piena velocità si allontanava verso gli spogliatoi. Carabinieri e metropolitani dopo molti stenti sono riusciti a separare i giocatori diventati tutti energumeni e parecchi dei quali sono rientrati a braccia negli spogliatoi. Che bello spettacolo!", chioserà sarcastico 'Sport Illustrato' il giorno per descrivere i disordini.

Gli animi, però, non hanno accennato a placarsi nemmeno quando le squadre hanno lasciato lo stadio, con i tifosi giallorossi che hanno addirittura scortato i propri beniamini nel tragitto di ritorno verso le proprie case: "Anche quel trionfo, esageratamente fuori misura, di cui sono stati gratificati i giocatori giallorossi, quando sul loro torpedone sono transitati per la via Flaminia era alquanto esagerato. Gli evviva, le chiamate a nome, gli sbandieramenti, e la gente che quasi quasi si ammazzava per correre loro dietro è troppo, via!" (cit. 'Sport Illustrato', 22 febbraio 1937).

Il Giudice Sportivo, alcuni giorni dopo, comminerà ben 5000 lire di multa a Roma e Lazio, oltre a due turni di per Subinaghi e Viani e uno ai capitani Bernardini e Piola. Una pena lieve, tutto sommato, se contrapposta alla gioia giallorossa per la decima affermazione sui rivali cittadini.