ROMA TV - Sono affidate all'emittente ufficiale del club giallorosso le prime parole di Claudio Ranieri nella sua seconda esperienza come allenatore della Roma, arrivato a sostituire Eusebio Di Francesco. Queste le sue dichiarazioni:
"Tornare a Roma significa tanto, tutto. Sono sempre stato tifoso, poi sono stato giocatore e allenatore. Era tanto che dormivo la notte, ma stanotte non ho dormito. Era tanto che non succedeva, è un buon segno", esordisce. "Alla Roma mi lega la mia romanità, San Saba, Testaccio e l’oratorio. La Roma era nel mio Dna. Tutta la mia vita calcistica è legata alla Roma. Ricordo quando giocavo nel Catania e dovevamo fare gli spareggi a Roma. Prima di entrare allo stadio facevo mettere sul pullman la canzone di Venditti, così da capitano caricavo i giocatori", racconta.
"E' stata una lunga giornata ma bella, quando fai le cose con piacere non senti nulla. Sono tornato a Trigoria e l'ho trovata cambiata. Si sta dando una struttura da squadra internazionale e da tifoso non può che farmi piacere. Chiederò ai giocatori di dare il meglio di loro, di sentire la Roma come tutti i tifosi vogliono che sentano il valore della maglia e di dare tutto. Solo così mi sentirò appagato. Il risultato è importante ma per me è importante che loro diano tutto nei 90' - prosegue - . Il primo aspetto da valutare è quello psicologico dei ragazzi, dopo due sconfitte e un’eliminazione saranno distrutti, devono saper reagire da uomini. Cerco di collegare la vita calcistica con la vita di tutti i giorni: siamo fortunati, facciamo un mestiere per cui pagheremmo, io pagherei per stare nella Roma. Mi ritengo una persona fortunata e dovremo fare di tutto per questo motivo. Dovremo tirare fuori il meglio che abbiamo. I tifosi sono passionali ed è logico che siano insoddisfatti ma se vedono che la squadra lotta e l'arbitro nel finale nega un rigore non va al Var, sanno apprezzare lo sforzo. E’ questo l’aspetto principale sul quale batterò: sulla motivazione e dare noi stessi per i tifosi", continua.
"Sono cambiato. Quando ho iniziato 32 anni fa il calcio era diverso. Se sono stato chiamato dalla Roma significa che mi sono aggiornato. La voglia di migliorarmi non mi abbandona. Sono migliore di due anni fa. Dopo questa lunga giornata ho già parlato con la squadra e ho chiesto ai giocatori determinate cose. E' un momento particolare, ci giochiamo il futuro in 12 giornate, c'è la possibilità di tornare in Champions. I ragazzi sono sensibili, alcuni potrebbero essere non abituati, essendo giovani, ad una piazza così importante. State vicino ai ragazzi, incoraggiateli soprattutto nei momenti difficili. Perché poi alla fine chi soffre veramente siamo noi tifosi", chiosa.
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— Roma TV (@romatv) 8 marzo 2019