GARCIA: "Il nostro obiettivo resta l'Europa. Roma? Una grande esperienza di vita" - BENATIA: "Questa squadra è in grado di tornare in Champions"

27/11/2013 alle 14:59.

LAVOIXDUNORD.FR - Il tecnico giallorosso Rudi Garcia ed il difensore Mehdi Benatia hanno rilasciato una lunga intervista al sito francese.

Da quando è arrivato, a Roma le cose sono cambiate completamente...

“Sì, è vero. A fine stagione, avevo deciso di lasciare Lille e avevo bisogno di riflettere sul mio futuro. Ero appena arrivato a Marrakech, dove ero in vacanza. Il sabato il mio agente Pascal Boisseau, che era in Cina, mi ha chiamato e ha detto che la Roma voleva vedermi. Allora gli ho detto che avrei atteso il suo ritorno prima di parlarci. In seguito Pascal mi ha dato un ultimatum, dicendo che la Roma voleva vedermi quel determinato giorno e basta. Ho preso un aereo alle 6 del mattino del giorno successivo ed ho incontrato Walter a Milano ed ovviamente è andata bene (ride, ndr)”.

Se avessi potuto onorare il mio contratto al Lille?

“Ho lasciato Lille perché mi è stato proposto un buon progetto, altrimenti sì, avrei onorato il mio contratto con il Lille”.

Le è dispiaciuto lasciare Lille?

“Il mio obiettivo era quello di lasciare Lille mantenendo buoni rapporti. Ho parlato con il presidente Michael Seydoux che mi ha detto che mi avrebbe lasciato andare se avessi trovato un accordo con la Roma. Il tutto è avvenuto nel massimo rispetto”.

Un arrivo difficile a Roma dovuto alla sconfitta in Coppa Italia con la Lazio...

“Quando sono arrivato c'era un clima teso. Al primo allenamento c'erano tante auto e tanti striscioni di insulti nei confronti dei miei giocatori. È stata opera di una piccola minoranza infelice, che rifletteva una disillusione. Erano momenti angosciosi, ma lo sapevo, ero stato avvertito. La mia priorità è stata quella di prendere giocatori adatti al mio gioco e lavorare sull'aspetto psicologico”.

10 vittorie e 3 pareggi: gran ruolino di marcia...

“La nostra forza è quella di esserci gestiti e aver vinto così partita dopo partita. Le vittorie ci hanno ispirato per continuare a giocare bene. Potevamo vincere anche gli ultimi tre incontri, ma siamo secondi ad un punto dalla , che come noi ha fatto un percorso più che eccezionale. Il nostro obiettivo rimane però l'Europa”.

La scelta di blindare Trigoria?

“È stata essenziale per lavorare e proteggere il gruppo. Ho chiesto anche a Roma Channel di non filmare. La gente era abituata ad altro, ma devo dire che tutti si sono subito adattati. Scherzando, posso dire che se avessi dimenticato di fare qualcosa in allenamento mi bastava fare il login o leggere qualche sito per sapere tutto ciò che era accaduto”.

La scelta di imparare subito la lingua italiana?

“Ho lavorato duramente con e Bompard. Per integrare lo studio, anche tra di noi parlavamo italiano. Io ho bisogno di comunicare molto con i miei giocatori, sia individualmente che collettivamente, soprattutto con i leader. Qui la pressione dei media è enorme, dopo una partita mi ci vuole un'ora prima di incontrare la stampa. Devo rispondere alle domande dei 4 canali televisivi in un'ordine specifico ed anche a una radio. A Lille parlavo 15 minuti, qua un'ora”.

Saltare una conferenza stampa?

“Non la penso così . Ammetto che ci ho pensato , ma ho subito accantonato l'idea”.

Si sta godendo Roma?

“Ancora non ne sto approfittando molto. Io vivo nei pressi di Trigoria, sono distante dal centro. Sono un tipo tranquillo, mi sono un po' arrabbiato quando un giornale ha scritto dove abitavo, così ora ogni tanto i corrieri o qualche ragazzo mi suona a casa. Non sono un turista, mi sono però fatto amici romani che conoscono la storia di Roma e dei romani. Ci sono dei luoghi nascosti e paesaggi mozzafiato, penso al Gianicolo. Quando c'è una sosta, torno in Francia mentre le mie figlie, appena possono, vengono a Roma perché la amano. È una grande esperienza di vita, al momento per me è molto gratificante. Una nuova à, una capitale europea, una nuova lingua, per me è un buon momento”.

Ad una delle sue prime conferenze ha dichiarato: “Chi insulta la Roma è un tifoso laziale”. Perché?

“Mettiamo le cose in ordine. Ho detto questa frase perché c'era un piccolo gruppo di ragazzi che ripetevano insulti nei confronti dei miei giocatori e allora ho pensato che fossero tifosi laziali. Come puoi sostenere la Roma ed insultarla? È una questione di rispetto. Al termine di una sessione sono andato a parlare con loro e mi sono reso conto che erano infelici. Mi hanno mostrato il tatuaggio del logo della Roma sul cuore e ho capito tutto”.

Dopo la vittoria al derby ha dichiarato: “Io sono romanista”. Aveva in mente di dire questa frase?

“No, quando l'ho pronunciato tre quarti della sala stampa mi hanno applaudito. Non si possono sapere le emozioni di vivere un derby Roma-Lazio. Dobbiamo ricordarci che quando abbiamo fatto la presentazione ufficiale ad agosto, c'erano 30.000 persone presenti allo stadio e gli amici della Lazio non hanno trovato di meglio da fare se non far passare uno striscione sopra l'Olimpico. Loro ci vogliono ricordare che Lulic ha segnato al 71' ed automaticamente vogliono celebrare tale minuto. Il vento però può girare. Una frase che ho preparato è stata quello riguardante la chiesa al centro del paese e volevo intendere che l'ordine naturale delle cose era stato ripristinato con la vittoria nel derby. Nessuna frase irrispettosa”.

Qual è stato il suo primo incontro con il fenomeno ?

“Alla mia prima visita ufficiale, ho avvertito per messaggio tutti i giocatori che stavo arrivando a Trigoria. In ognuno di questi messaggi ho chiesto loro che volevo vincere dei titoli insieme. A ho inviato il primo sms. Lui è un ragazzo semplice e umile come me, gli ho chiesto se a 37 anni avesse ancora fame e mi ha rassicurato a tal proposito”.

Come si trova con il gruppo?

“Qui ho trovato ragazzi con un profondo rispetto per il mister e disposti ad ascoltarmi. Eseguono i programmi alla lettera ed hanno una vera e propria cultura del lavoro. Un po' come quando allenavo a Lille, ho veramente un bel gruppo”.

Il Lille sta facendo bene in Francia: è contento?

“Sì, non sono sorpreso, sono felice per i loro risultati. Sarò onesto, non li ho visti spesso, appena arrivato a Roma mi sono tuffato subito nel calcio italiano. e Bompard mi tengono aggiornati sui loro risultati e so la loro classifica. So anche delle prestazioni di Kjaer, di Enyeama e di Papa, stanno andando bene”.

Sa che la Roma ha preso meno gol del Lille?

“Sì, il Lille è forte in difesa e spero possa arrivare il più lontano possibile. Con Paris Saint-Germain e Monaco, sembra che in Francia ci si possa battere solo per il terzo posto, quindi sono una bella sorpresa. Sarebbe fantastico incontrarli nella prossima League”.

Come è stato accolto a Roma?

“Io penso che lui sia un tecnico molto adatto. Ha imparato subito la lingua, così ha migliorato il suo ambientamento. Sta utilizzando a Roma gli stessi metodi che usava a Lille, vale a dire tanto gioco con la palla e tanta tecnica. Oltre a lui, sono contento anche dei miei compagni di squadra”.

Conosceva quando militava nell'Udinese?

“Sì, io provengo dal campionato francese e si dice spesso che gli allenatore che fanno bene sono coloro che conseguono risultati con la loro squadra e gli danno un'identità precisa, proprio come ha fatto a Le Mans ed a Lille. Ha portato la sua mentalità nel calcio italiano e al momento le cose stanno andando benissimo”.

Com'è la sua preparazione estiva?

“È basata molto sul pallone e sulla tecnica, per il resto è stata una sorpresa. Facciamo un sacco di lavoro da terra, ha cambiato molte cose ma noi siamo super contenti”.

Il tecnico protegge molto la squadra...

“Sì, soprattutto per quanto riguarda le questioni tattiche. Penso sia normale che voglia che ci sia un ampio potere discrezionale nei nostri confronti”.

Lei è arrivato a Roma perché voluto da ?

“Non lo so, se lo ha fatto per me non cambia molto. Io parlo già italiano, questa è la mia quarta stagione in Italia. Ero in contatto con la Roma e sapevo che poteva esserci un nuovo allenatore e quando ho saputo che era ho accettato il trasferimento. Infatti, pochi giorni dopo sono giunto nella Capitale. Ora dobbiamo raggiungere l'obiettivo del club, ovvero la qualificazione nella prossima League. Se ho accettato di venire qua, è perché so che questa squadra è in grado di tornare nell'Europa che conta”.

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