Alle ore 14.15 dalla sala stampa di Trigoria torna a parlare il tecnico della Roma Luciano Spalletti, alla vigilia del match di campionato contro la Sampdoria. Questo l'intervento INTEGRALE dell'allenatore giallorosso:
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"Partirei dalla situazione degli ultimi giorni, vi ringrazio tutti dei messaggi che mi avete mandato e anche dei pensieri che ho ricevuto in questa vicenda. E' chiaro che quello che mi è successo mi spinge ancora di più ad essere sensibile ad intervenire per le attenzioni che facciamo in generale per tante cose, in questo caso qui più specifico per i malati di cancro. Ci farò ancora più attenzione, ancor di più di quella che ho avuto finora. Per quanto riguarda noi: Ruediger, Nura e Mario Rui indisponibili. Vermaelen va testato oggi perché la sua situazione va tenuta sotto controllo. De Rossi e Perotti sono a posto, sono disponibili"
Come ha trovato la squadra dopo la sosta?
Non ci sono stato, quelli che erano in nazionale non li ho rivisti. Li devo rivedere oggi perché non ci ho lavorato. Ci hanno lavorato i miei collaboratori e i miei collaboratori li hanno trovati bene. Tra viaggi e fatiche un po’ di fatiche le hanno fatte, come sempre. E qualcuno ha dovuto recuperare in questi due allenamenti, come ad esempio Salah, che ha si è allenato ieri e l’altro ieri ha recuperato. I primi allenamenti servono per riordinare un po' le idee dopo le convocazioni con le nazionali. Oggi però saranno tutti a disposizione, per cui il messaggio che si lascia oggi sarà importante. Anche la considerazione e la valutazione di tutto quello che è stato il lavoro che hanno fatto precedentemente sviluppato individualmente con le nazionali, quanto hanno giocato, le problematiche che hanno in base a quanto hanno giocato. Oggi, in generale, ritorno a riprendere il concetto che erano molto dispiaciuti per l’ultimo risultato, ma allo stesso tempo sanno benissimo la resistenza che bisogna avere in determinati casi per arrivare alle vittorie, che arrivano spesso da a una resistenza a un'opposizione, a un momento dove le cose non vanno come vorresti e la testa deve guardare in quella direzione lì. Non ho dubbi per quelle che sono le conoscenze dei miei giocatori. Ormai li conosco, eccetto qualcuno che è arrivato quest'anno ma che ha una storia che parla chiaro, insomma.
Ha avuto modo di seguire partite ed allenamenti dell'Empoli lo scorso anno. Il suo rapporto con Giampaolo?
E' facile avere rapporto, è una persona di valori grandi, umani e calcistici perché ormai lo conosco bene. Abbiamo passato serate insieme a parlare di allenamenti e punti di vista. Riesce a plasmare una squadra, a dargli il suo modo di vedere il calcio. Che è un modo moderno che passa attraverso l'organizzazione, il concetto di squadra. Che passa attraverso le misure di squadra. Basta vederli giocare e anche durante le primi 2 partite si vede che c'è la sua mano, nonostante la Samp fosse stata allenata da un altro grande allenatore come Montella. Quest'anno si vede già che Giampaolo ci ha messo qualcosa di suo in più. E' facilmente spiegabile il suo valore. Siamo amici e si può dire di tutto, non ci sono problemi
E' riproponibile la presenza di Florenzi e Bruno Peres o può esserci una soluzione diversa?
Secondo me è abbastanza facile il discorso o per lo meno cerco di fare una sintesi: Florenzi può rifare o meno il terzino? Si tratta sempre di quello che ho detto prima, parlando di Giampaolo. Noi ancora dobbiamo fare passi in avanti. O, per lo meno, abbiamo perso un po' quella che è la distanza di squadra, non riusciamo a essere compatti come prima. Qui dentro ci sono molti ingredienti, perché se riesci a essere compatto e corto c'è un modo diverso di ragionare e di sviluppare il gioco. Florenzi può fare benissimo il terzino, è chiaro che quando fai scelte del genere la squadra deve comandare il gioco. E' un po' il discorso dell'anno scorso: se tu hai due terzini che sanno spingere e fare meno la fase difensiva, per dirla breve, è inutile che stai a aspettare gli altri. Se dai la maggior parte la maggior parte di possibilità agli avversari e fai due scelte per attaccare, allora è un controsenso. Loro possono convivere con la squadra nei due posti di terzini bassi. Noi dobbiamo giocare all'attacco, tenere palla nell'altra metà campo e tenere palla noi. Quella è la nostra qualità, sopratutto la loro. Poi, come ho detto prima, le distanze sono fondamentali. Mentre per larghezza non puoi stringere il campo, visto che sono sempre 60 metri, puoi stringere la squadra, mettendo dentro l'esterno ma il campo rimane 60 metri. In lunghezza da 110 lo puoi portare a essere 55, perché tanto si gioca in 40 metri e puoi reggere la squadra corta, soprattutto all'inizio dell'azione. Dobbiamo fare passi in avanti. Le misure della squadra sono fondamentali. Come le taglie delle divisa. Se mi metto la tua, come mi sta, larga o stretta? Non lo so, si misurerà (ride, ndr).
Baldissoni ha parlato della possibilità di lasciare l’Olimpico, ha detto che ne ha parlato anche con lei di questa situazione. Cosa ne pensa?
In questo caso qui non ho imparato niente da Baldissoni. Nel senso che la penso come lui. Ciò che lui ha detto è il mio pensiero. Questa questione riguarda sopratutto la società, però non so se alludi alla presenza degli spettatori e via dicendo. Un Olimpico vuoto è dannoso per la squadra, ti rafforza meno e ti toglie di più. I meno e i più sono quei segnetti che usiamo per descrivere le azioni per descriverle. Tipo "Spalletti meno", che si capisce subito se ha fatto bene o male. L'Olimpico vuoto ti rafforza meno e ti indebolisce di più. E' un dato di fatto. Per la società è un tema caldo e naturalmente se verrò coinvolto ridirò la mia, ma è una questione che riguarda loro e la penso come Baldissoni.
Allegri su Pjanic aveva detto che era abiutato ad allenarsi in maniera diversa. Perchè ha fatto così fatica? Come si allena la Roma?
Si fa meno di quello che fanno in nazionale e alla Juve, probabilmente (ride, ndr). I giocatori quando vanno via di qui fanno più carichi di lavoro, probabilmente noi ne facciamo meno. Non so come lavorano loro, riguardo il lavoro qui tengo in considerazione tutto. Come ci alleniamo? Ora metteremo altre telecamere a Trigoria, vedete dalla mattina alla sera quello che facciamo. Basta essere attenti e avere la volontà di farlo. Ti colleghi su Roma Tv e lo guardi tutti i nostri allenamenti.
Lo ha detto Allegri, non noi...
Ho capito, ma la risposta è facile. Io non so quello che fa Allegri, lo copierei volentieri visto che vince di molto (ride, ndr). Però noi abbiamo il nostro di lavoro, che facciamo con coerenza e professionalità. Non saprei. Come lavora la Roma nei loro confronti non lo so. La domanda era "Come lavora la Roma?". Si fa un po' di corsa, un po' di resistenza, un po' di lavoro con il pallone, calci da fermo, rimesse laterali, attacchi ad inizio azione, difesa bassa, palla sopra quando si chiudono...
Questa considerazione l'ha espressa un suo collega.
Ognuno dice quello che vuole. C'è libertà di parola.
Florenzi sembra quasi il dodicesimo uomo, il jolly che dove lo metti sta ed è sempre il primo cambio. Il suo eclettismo può però limitare la sua crescita come calciatore
E’ un discorso corretto che si può fare. Si può contrapporre anche il fatto che è bravo ovunque, che si può mettere dove vuole. In questo momento qui poi va valutato anche nei confronti del resto della squadra, proprio per questa sua duttilità di fare tutto. E deve fare tutto bene. In previsione della nostra struttura di squadra, del fatto che Ruediger sta facendo passi importanti per tornare a disposizione, per il momento che stiamo attraversando, cerco di tenere tutto in considerazione. Nel momento che stiamo attraversando ora siamo un po' più lunghi, a volte si difende e a volte si attacca, ma non è che tutti difendono e tutti attaccano. Si è allungata un po’ la misura della nostra squadra e non dobbiamo farlo: dobbiamo parlarne chiaramente subito oggi, riprendere subito le nostre distanze. Florenzi sa far tutto, stai tranquillo. Sa benissimo sforare oltre la linea offensiva, quello che subisce a volte in difesa lui lo crea come problema ai difensori avversari
Da domani iniziano 8 giorni impegnativi per la Roma. Cosa si aspetta dalla squadra e che valore ha la gara con la Samp?
Tutte le cose che ci riguardano hanno un valore importante. Qualsiasi situazione che riguarda la squadra ha un valore ai fini del risultato. Il modo di stare insieme, di allenarsi, di invogliarsi, di fare l'allenamento. Quello che ora diventa fondamentale l'ho già detto: riuscire ad essere una squadra con una misura giusta per sviluppare le azioni, di stare dentro il campo. Le scelte saranno fatte in questa direzione. Vogliamo essere più compatti, corti, continui nel ricercare quello che vogliamo attuare. Lo scorso anno, dopo un inizio così e così, siamo riusciti a fare questo ed era visibile. Lì allora è stato facile esaltarsi, tutti avevano il contributo dei compagni. Quando una squadra si allunga così è più difficile aiutare un compagno, perché per arrivare ad aiutarlo sono tanti metri... Per riuscire essere in superiorità su un pallone bisogna fare tanti metri... Diventa più difficile muovere spesso la palla perché bisogna fare i lanci, invece degli spostamenti della stessa. Basta spostarla e muoverla, così tutta la squadra è coinvolta. Questo sarà il tema di oggi al rientro: un'analisi di quella che è stata la nostra piccola storia di quest'anno in base a ciò che abbiamo sviluppato rispetto a quello che sviluppavamo lo scorso anno. E' già un momento per poterne parlare, ci sono già partite da analizzare dove questo è evidente. Non dobbiamo andare a Cagliari e giocare la palla buttata e basta. Dobbiamo manovrarla da dietro, perché la nostra qualità ci impone di fare questo. Qualità che poi ti porta ad avere più successo nel confronto con l'avversario durante la partita. Lì lo abbiamo fatto poco: pochi passaggi mirati, poca qualità, poche personalità nel gestire le situazioni dove gli altri ti pressano. La corsa è un valore nell'analisi della partita e probabilmente chi non ha molta qualità ne mette di più. Tu metti molta qualità però poi il 100% lo raggiungi con altre cose. Se decidono di pressarti ti pressano e questo deve essere un vantaggio per noi, non una difficoltà. Se vengono a giocare nella nostra metà campo ci resta più spazio dietro la loro linea difensiva: noi dobbiamo uscire e andare ad occupare quello spazio. Cosa che non abbiamo fatto. E lo dobbiamo fare, altrimenti non siamo giocatori da Roma e io non sono un allenatore da Roma. L'ultimo spezzone di partita ha evidenziato questo. Mentre l'anno scorso stavamo spesso nell'altra metà campo, giocavamo la palla, giocavamo da dietro, ora si è rifatto come abbiamo fatto lo scorso anno al momento del mio arrivo: la palla non si rigioca, ci brucia e spesso si perde in questo tentativo. E poi quello che mi da più fastidio è che spesso abbiamo rinunciato. Questo non mi garba per niente. Per cui oggi se ne parla e si ricomincerà a fare da domani.
(trascrizione a cura di Marco Iannelli)