Preziosi jr: "Il Genoa può essere la nuova Roma"

14/04/2009 alle 15:04.

LA STAMPA - Fabrizio Preziosi, il Genoa è la squadra del momento sia per il gioco che per i risultati. Non teme che qualcuno provi a rovinare il giocattolo che sta funzionando così bene? «Magari c’è chi è tentato di portarci via l’allenatore o qualche giocatore, come succede quando si ha successo, ma non ho la sensazione che chi sta al Genoa abbia questa voglia di andarsene». Cos’è, la favola di un’altra isola felice, come si diceva della Samp di Vialli o del Parma? «Non faccio paragoni. Ci sono però dei vantaggi a giocare qui. Gliene dico uno: la “rosa” ristretta per cui tutti riescono a essere protagonisti. Da altre parti si vedono facce ingrugnite, al Genoa c’è un bel gruppo e un bel clima».


«Magari c’è chi è tentato di portarci via l’allenatore o qualche giocatore, come succede quando si ha successo, ma non ho la sensazione che chi sta al abbia questa voglia di andarsene».

Cos’è, la favola di un’altra isola felice, come si diceva della Samp di Vialli o del Parma?

«Non faccio paragoni. Ci sono però dei vantaggi a giocare qui. Gliene dico uno: la “rosa” ristretta per cui tutti riescono a essere protagonisti. Da altre parti si vedono facce ingrugnite, al c’è un bel gruppo e un bel clima».

Però è difficile respingere il richiamo dei grandi club...

«A questo punto devono essere davvero grandissime società perché per andare altrove a rischiare di far meno di quanto sta facendo il mi sembra poco conveniente».

Vi sentite ormai parte del grande calcio?

«Non ci siamo montati la testa. Dico che qui c’è una società che funziona, grazie al lavoro di mio padre nei periodi difficili. E c’è l’ambizione di migliorare anche senza i soldi della o delle milanesi. Penso che fare come la
o, in certi anni, la Roma sia alla portata e che lasciarci può essere un azzardo».

Se Gasperini venisse a dirvi “mi vuole la ”, cosa fareste?

«Penso che Gasperini non ci farà quel discorso, non perché non meriti la o un club di quel livello, ma perché sa che a Genova può crescere ancora in un ambiente positivo. Possiamo fare altra strada insieme, infatti ha firmato un lungo contratto fino al 2012».

D’accordo, ma ci sono treni che passano una volta nella vita.

«Vale per lui come per i giocatori. Dico soltanto che il attuale non sarà un Tgv, ma è già un buon Eurostar che dà soddisfazioni».

Come vivete il momento?

«Con la consapevolezza che è il risultato di un buon lavoro, non un miracolo. Certo, non è detto che le cose girino sempre alla perfezione: il mio timore è che i tifosi adesso pensino che questa è la normalità, il livello minimo per il futuro».

Cosa vi favorisce?

«Come società il fatto che la struttura è molto agile, per cui le decisioni si prendono in fretta e con poca burocrazia. Talvolta decide mio padre e basta: lo ha fatto con Thiago Motta e anche con Gasperini perché gli piaceva il gioco del Crotone. Mi sembra che ci abbia azzeccato».