Tra pochi giorni festeggerà il suo primo anno da presidente della Lega Calcio; "un anno impegnativo" lo definisce Lorenzo Casini, che ospite a Londra di una conferenza su calcio e finanza, oltre a stilare un primo bilancio del suo mandato, ha presentato le principali sfide che attendono la Serie A. "Ho ereditato una situazione non semplice, e non solo per via delle difficoltà dovute alla pandemia - ha dichiarato Casini, intervenuto al Business of Football Summit -. Fin da subito però abbiamo cercato di intervenire per migliorare il calcio italiano. Come, per esempio, nel caso della vendita dei diritti tv all'estero: grazie all'intervento del governo, sono state eliminate una serie di limitazioni che rendevano le trattative con interlocutori stranieri molto più complicate".
Tre le priorità fissate da Casini, i tre pilastri per rilanciare, economicamente ma non solo, il massimo campionato italiano. "Noi li chiamiamo i tre pilastri su cui dovrebbe poggiare il nostro calcio: più entrate e più risorse, migliori infrastrutture e più educazione, perché il calcio sia una spinta verso il cambiamento".
Davanti alla platea del summit organizzato dal Financial Times, il presidente della Lega ha ricordato l'apertura di due uffici di rappresentanza, a New York e nel Medio Oriente, che avranno il compito di far conoscere il marchio della Serie A: vere e proprie sedi diplomatiche, seppur senza responsabilità operativi su contratti e negoziati, seguendo l'esempio di altri campionati europei, come per esempio la Liga. "Chi investe nel calcio italiano lo fa principalmente per due ragioni: perché intravede grandi potenziali ancora inesplorati, e perché ama questo Paese. Noi dobbiamo sfruttare le nostre caratteristiche per attrarre più capitali e investitori, perché grazie all'attuale varietà di proprietà su cui possiamo contare ora, abbiamo acquisito nuove conoscenze e capacità". Come nel caso di Rocco Comisso, il presidente della Fiorentina, che ha messo a disposizione della Lega - ha spiegato Casini - i suoi contatti nel mondo delle telecomunicazioni statunitensi per favorire i negoziati della cessione dei diritti tv della Serie A.
Al cospetto dello strapotere economico della Premier League, la Serie A assomiglia ad una provincia lontana, eppure Casini ha difeso la competitività del calcio italiano. "L'aspetto economico è ovviamente molto importante, ma prima di trarre determinati giudizi sarebbe utile tenere conto anche dei risultati sportivi, sia a livello di club sia di nazionale". Exploit che però devono sempre fare i conti con il principale ostacolo allo sviluppo (economico) del calcio italiano, la burocrazia. "Non dobbiamo dimenticare che il calcio è lo specchio dell'Italia, dove per svariate ragioni costruire è sempre stato un problema. Gli stadi sono un'esigenza inderogabile, ma il problema non è né legislativo né economico. Sono le norme e le regole, locali e nazionali, che bloccano i cantieri. In questo senso sono fiducioso che il nuovo ministro dello sport, Andrea Abodi, che ha una grande conoscenza del problema, ci sia di aiuto. Così come sarebbe utile la spinta che ci darebbe l'organizzazione di un Europeo".
Ultima battuta, dedicata alla Superlega, progetto naufragato ma che ancora sopravvive nelle speranze di alcuni club. "La cosa principale è capire in profondità le ragioni che hanno spinto quelle società ad intraprendere quella strada. In questo senso non vedo l'ora anche di leggere le conclusioni a cui giungerà la Corte Europea. Per me comunque la risposta dovrebbe essere una maggiore cooperazione tra le leghe, a livello europeo: solo così possiamo garantire la sostenibilità e prosperità del calcio. Magari introducendo anche, a livello di regolamento, qualche accorgimento o cambiamento, perché il calcio continui a restare rilevante e divertente anche per i più giovani".