Antonio Conte e José Mourinho saranno gli allenatori alfa della prossima Serie A, i leader massimi delle panchine, Non tanto per il gioco o per l’estetica del gioco, categoria opinabile, ma per la capacità di tenere il palcoscenico, di essere comunicatori frontali sia con i giocatori sia con i media e con i tifosi. Si sono affrontati per sette volte, sei delle quali tra Premier League e Coppa d’Inghilterra, l’uno allenatore del Chelsea e l’altro del Manchester United. Bilancio: quattro vittorie a due per Conte. Pesante l’ultimo duello, nel 2018, perché in finale di Coppa d’Inghilterra: 1-0 per il Chelsea contiano , rete di Hazard su rigore. L’unico pareggio è uscito sulla ruota del primo faccia a faccia, il 13 dicembre 2009 in Serie A. Conte allenava l’Atalanta, Mou l’Inter: 1-1, con gol di Milito e di Tiribocchi. La conta dei “tituli” premia Mourinho. Il portoghese ha vinto molto più di Conte al quale manca un trofeo internazionale. Il 23 ottobre 2016,a Stamford Bridge, il Chelsea annienta il Man United, 4-0. Conte festeggia con sfrenatezza. Mourinho si avvicina al collega e gli sussurra qualcosa, presumiamo sul rispetto verso gli sconfitti, perché alle tv dichiara: "Non si esulta in questo modo sul 4-0, puoi farlo sull’1-0, altrimenti è un’umiliazione". Conte respinge l’accusa: "Non è successo niente, ho fatto qualcosa di normale. Io non sbeffeggio nessuno". Altro incrocio, altro tintinnio di sciabole: marzo 2017, FA Cup, Chelsea-United 1-0. I due litigano sul campo, sotto gli occhi del quarto uomo, nel tunnel per gli spogliatoi si scambiano offese, devono trattenerli. Mourinho: "Io non mi comporto come un pagliaccio in panchina". Conte: "Quando ci si dimentica di quello che si dice, c’è la demenza senile". Mourinho: "Non sarò mai squalificato per scommesse". Conte: "Chi dice certe cose è un piccolo uomo".