Lazio, Lotito: "Per valutare il razzismo serve un decalogo. Gli adesivi di Anna Frank? Più grave chi uccide"

08/01/2019 alle 03:14.
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«Dobbiamo fare un decalogo sulle frasi razziste, come per esempio il lancio di una banana in campo a un giocatore di colore. Oggi serve un po' di serenità da parte di tutti». Il presidente della Lazio, Claudio Lotito, si è espresso cosi al termine dell'incontro con il ministero dell'Interno alla Scuola superiore di Polizia in tema di violenza e razzismo nel calcio. «Gli ululati razzisti? È più una cosa che stiamo costruendo - ha specificato Lotito - voglio dire che la discriminazione razziale è quella che avviene tutti i giorni nei comportamenti. Noi enfatizziamo frasi che hanno un valore razzista, ma non sempre lo sono. Spesso invece sono, come ha detto il ministro Salvini, sfottò».

«Gli adesivi su Anna Frank? Serve che nella vita si dia l'esatta portata dei comportamenti. È molto più grave chi uccide per una partita che cinque figurine trovate tre giorni dopo all'interno dello stadio - ha aggiunto il numero uno del club biancoceleste, tornando sugli adesivi di Anna Frank con la maglia della Roma, rinvenuti in Curva Sud il giorno dopo Lazio-Cagliari del 22 ottobre 2017 - Peraltro si trattava di 13 persone di cui 5 minorenni, abbiamo creato un mostro su una cosa che non esisteva».

«Quella delle camere di sicurezza negli stadi è una mia proposta di qualche anno fa, penso sia una cosa giusta», commenta Lotito a proposito della proposta lanciata dal ministro dell'Interno, che ha auspicato una nuova legge per consentire alle società di fare stadi di proprietà dotate di camere di sicurezza per i violenti. «Se i tifosi tedeschi o quelli polacchi vengono in Italia a sfogare la loro rabbia è perché noi glielo consentiamo. Questo è un tipo di comportamento che nuoce alla credibilità del sistema, sono persone che vanno eliminate dal circuito. Cominciamo a mettere le celle negli stadi e a fare processi per direttissima a chi viene colto in flagrante, togliendo anche i diritti civili»

«Penso sia anche fondamentale rivisitare la responsabilità oggettiva sulla base di alcuni comportamenti - conclude -  Uno come me che deve fare più di quello che fa? Non possiamo mettere a presidiare con un poliziotto per ogni spettatore. Bisogna fare dei protocolli per obbligare le società a certi comportamenti e poi sulla base di questi e c'è il singolo che disattende al rispetto della norma va colpito in modo certo e severo, così diventa da esempio»