'A scuola di tifo', De Sanctis: "Il rispetto parte dai bambini. Alla Roma per contribuire alla rinascita" (FOTO e VIDEO)

14/04/2015 alle 19:38.
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Prosegue l'iniziativa promossa dalla fondazione "Roma Cares" che porta i giocatori romanisti in visita alle scuole della capitale per sensibilizzare i bambini sul tifo e lo sport. Oggi è toccato a presentarsi alla scuola media F. Baracca di Centocelle. Queste le parole del giallorosso durante l'evento: "Il rispetto parte dai bambini e dalle scuole. Non solo quello in campo, ma è anche quello che ci vuole dagli spalti".

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"Questa di oggi è una iniziativa importante" ha detto  - come riportato dal sito ufficiale del club - nel corso della mattinata  " perché dà l'opportunità giusta per spiegare alle nuove generazioni il significato della parola rispetto, che ognuno rappresenta nel suo ambito di competenza, noi giocatori nel mondo sport ad esempio: una parola importante, che ognuno deve tenere presente nella vita quotidiana come fatto di cultura ed educazione. Le nuove generazioni devono capire questa cosa perché devono potere crescere con la prospettiva e la possibilità di costruire un mondo migliore".

Il sito della Roma ha pubblicato il video 'Draw my Life' (GUARDA IL VIDEO) del : “Sono nato a Guardiagrele, un paesino nella provincia di Chieti, in Abruzzo, il 26 marzo del 1977. Sin da piccolo mi sono sentito attratto dai guantoni, ricordo come fosse ieri il primo giorno che mi sono messo in porta, all’età di sei anni sul campetto dei frati, a due passi da casa. Il centro della porta mi sembrò subito quello del mio universo, ero nato lì in fondo, tra i pali provai subito un senso di serenità ed adeguatezza. Il mio percorso è iniziato all’associazione sportiva Guardiagrele, dove sono rimasto fino a 14 anni, poi mi sono trasferito al , dove ho fatto tutta la trafila del settore giovanile, fino ad esordire con la prima squadra a 17 anni“.

"Quel giorno sul campo neutro di Francavilla mi trovai di fronte al Venezia di Bobo Vieri. L’istinto e il destino hanno voluto che i parassi un rigore al futuro attaccante della Nazionale. Piedi a terra e il cuore oltre l’ostacolo - prosegue l'estremo difensore giallorosso - La favola cominciava, e io capivo che per alimentare certi sogni non bisognava smarrire l’umiltà. La mia professione mi ha consentito di viaggiare tanto e accumulare esperienze importanti, dalla al , passando per l’Udinese, il Siviglia in Spagna, il Galatasaray in Turchia; in parallelo tutte le giovanili dell’Italia, fino alla Nazionale maggiore. Tante maglie e un luogo in comune, il cuore dello spogliatoio, dove ho sempre centrato di entrare nel rispetto dei miei compagni, ricevendo indietro altrettanto".

"In molti mi accreditano di essere un leader - spiega - questa strana parola chiama in gioca tante forze. Ricordatevi sempre che il leader non è il più bullo, o quello che detta le regole. Essere leader significa anteporre gli interessi del gruppo ai propri, significa difendere un compagno in difficoltà e, più in generale, un compagno all’esterno quando le cose non vanno come dovrebbero. Anche per questo due estati fa ho scelto la Roma. Avevo diverse offerte, ma quella sfida mi era sembrata irrinunciabile. A muovermi l’idea di contribuire alla rinascita di un gruppo che aveva ricevuto tante critiche. Anche in questa fantastica tappa, forse l’unica della mia carriera di calciatore, ho portato con me mia moglie e le mie due figlie".

"Giovanna è l’unica donna della mia vita, siamo stati fidanzati tanti anni prima di sposarci. I giovani pensano che uno dei tanti privilegi dei giocatori sia la facilità con cui conquistato le ragazze, e quindi la possibilità di cambiarne molte. Beh, io credo che la vera trasgressione nel 2015 sia la normalità, ovvero essere felici e fedeli alla stessa donna per sempre. In questi anni ho coltivato molti interessi, alcuni dei quali ruotano intorno al mondo del pallone. Mentre difendo la porta della Roma cerco di fare altrettanto con i diritti dei miei colleghi, nel ruolo di consigliere federale e consigliere A.I.C, l’Associazione di tutti i calciatori che giocano in Italia. In questo ambito sono anche vicepresidente della Onlus A.I.C, un’associazione che tenta di aiutare ragazzi bisognosi e giovani sportivi meno fortunati, senza dimenticare gli ex giocatori a cui la sorte ha voltato le spalle. Sono quelli che la vita ha messo di fronte a una serie di calci di rigore; provare a pararne uno è un dovere, un impegno e una responsabilità.”

Foto: @CatAugelli

(asroma.it)