DE ROSSI: "Il progetto è basato su Luis Enrique. Bisogna continuare su questa strada. Giocare nella propria città? È una fortuna che possono mantenere in pochi"

06/12/2011 alle 22:27.

SKY SPORT - Ecco l'intervista integrale rilasciata da Daniele De Rossi all'emittente satellitare in occasione della sfida tra Roma e Juventus:

Ti aspettavi questo coinvolgimento così positivo dei tifosi?



Ci speravo, speravo in questa pazienza che stanno dimostrando. A volte Roma non ha reagito così, per quanto riguarda i risultati. Invece, quest’anno i tifosi ci hanno insegnato che si può cambiare e loro sono stati i primi a farlo dopo il derby e dopo qualche altra sconfitta cocente. Sicuramente questa è già una piccola vittoria del nuovo progetto che stiamo vivendo.

Cosa ti colpisce di più di Luis Enrique?

Il progetto è basato quasi tutto su di lui. E’ un tecnico giovane, con una mentalità completamente diversa da quella caratteristica del calcio italiano. E’ offensivo, ma dal punto di vista umano, è anche molto leale, per quello che ho conosciuto di lui. E’ una persona diretta, che ha delle idee e che percorre la sua strada nonostante i risultati e i fattori esterni. Trovi similitudini tra Luis Enrique e un tuo vecchio allenatore?

È sempre difficile trovare similitudini, perchè ognuno porta quello che ha di suo, ognuno viene dalla propria esperienza e dalla propria realtà. Ma se devo proprio tirarne fuori uno, dico Spalletti. Anche lui ha portato qualcosa di nuovo, di bello. Ha fatto giocare questa squadra molto bene. La cosa che mi fa ben sperare è che, con lui, abbiamo iniziato a giocare veramente bene dopo Natale. Questo dimostra ancora di più che a volte c’è bisogno di tempo.

Senti responsabilità verso i tuoi compagni più giovani?

Credo che io abbia la responsabilità nei confronti di tutti di dimostrare sempre che sono un professionista e di curare tutti gli aspetti della mia professione, come sto facendo quest’anno. Toccando ferro, non ho saltato neanche un minuto e questo lo devo all’allenatore, ai tifosi, ai compagni giovani, ma anche a quelli della mia età. Sicuramente quelli giovani vanno aiutati quando le cose non vanno bene e vanno sostenuti perchè sono tutti molto bravi.

Definisci il tuo ruolo…

Io ne ho parecchi di ruoli. Quello di quest’anno, per interpretazione e per posizione, è abbastanza nuovo, ma è un ruolo che amo molto. Mi sto trovando bene e ne ero convinto già quando ne avevo parlato con il mister. Sono un centrocampista che può fare sia il regista davanti alla difesa che l’interno un pò più avanti. Poi, se ce ne siano altri a disposizione, non lo so. Le qualità e le caratteristiche sono quelle di ogni centrocampista. Ormai nel calcio di adesso bisogna saper attaccare e difendere alla stessa maniera.

Degli 11 nuovi acquisti quale ti ha colpito di più?

Ognuno ha qualcosa di particolare, di speciale. Soprattutto questi giovani sono veramente forti e si vede che diventeranno fortissimi. Nell’ultima intervista avevo fatto il nome di Josè Angel perchè ha davvero delle qualità incredibili. Ma non citare Bojan, Lamela o Kjaer è un peccato. Secondo me, però, quello che sta facendo meglio di tutti è : nonostante sia veramente un bambino, ha una personalità, un carattere e un carisma da veterano e credo che bisognerebbe tenerselo stretto.

Dove può arrivare questa squadra?

Non lo so. Inanzitutto bisogna continuare su questa strada, bisogna continuare a migliorare e a lavorare per raggiungere questa identità che stiamo cercando. È difficile tirare fuori adesso gli obiettivi e cercare di scoprire quale sarà la nostra posizione a fine anno, proprio perchè è tutto nuovo. Anche perchè vedo squadre come la , che è prima in classifica e che sta facendo benissimo, e loro sono i primi a dire che non lottano per lo scudetto ed è ancora molto presto. Quindi aspettiamo. Credo che se questa squadra arrivasse tra le prime tre farebbe un miracolo sportivo.

Cosa rappresenta, per te, la sfida con la ?

Dopo il derby, credo che sia la più sentita a Roma. Sarà perché ho molti amici alla , ma non sento questa rivalità così forte nei loro confronti. Forse in Italia ci sono altre squadre che mi fanno sentire di più l’avvicinarsi dell’appuntamento. Però, la è la e sarà un grande spettacolo, soprattutto quando si gioca qui a Roma, la gente lo sente moltissimo.

Parliamo di Claudio Marchisio…

Me lo ricordo quando ci giocai contro in un Roma-Empoli. Vincemmo con grande fatica, poi entrai negli spogliatoi avversario parlando di lui e Giovinco. Dissi: ‘Questi diventano due campioni’. Non mi hanno smentito. Claudio Marchisio, in particolare, sta avendo una crescita incredibile. Continua a migliorare, anche quando sembra che sia diventato un giocatore completo, che si sia stabilizzato. Invece, continua sempre a stupire con grande personalità, come sta facendo ultimamente in Nazionale. Se non lo è già, credo che diventerà uno dei più forti centrocampisti del mondo.

è nato a Roma, è un tifoso giallorosso e si è affermato nella Roma. Che dà in più questo percorso?

È una fortuna che hanno in pochi e che possono mantenere in pochi. Già fare una sola stagione nella propria à, dove si ha sempre tifato, è una fortuna che hanno in pochi. Riuscire a fare tutta la trafila e diventare giocatori di una certa importanza è qualcosa di unico.

Marchisio-Pirlo-Vidal, --Gago. Sono i due centrocampi più forti di Italia?

Non so se sono i centrocampi più forti d’Italia e non so se sono i titolari: bisogna sempre ricordare anche gli altri giocatori. Sono due centrocampi sicuramente forti che faranno parlare, anche per l’età dei giocatori di cui stiamo parlando.

Te, Marchisio, Montolivo, Pirlo… Siete in tanti a competervi un ruolo in mezzo al campo in Nazionale…

Si il centrocampo è pieno di incognite: tanti possono giocare in più di un ruolo. Forse mai come ora ci sono stati tanti ceentrocampisti così forti in Nazionale e per il tipo di gioco che facciamo improntato sulla tecnica è un bene.

Ti senti ancora con Vucinic?

Si si. Sarebbe stato grave il contrario. Lo reputo uno dei più grandi amici che ho trovato nel calcio, abbiamo condiviso tante esperienze al di là dei risultati dei gol o delle vittorie: tanti giorni nello spogliatoio, che poi sono le cose che più ti rimangono addosso.

Che idea ti sei fatto del nuovo progetto della ?

A quanto pare può portarli subito in alto in testa alla classifica. Sul campo dimostrano di avere voglia di rimanerci in alto. Il progetto sembra importante e lo stadio è il biglietto da visita: porterà soldi e i soldi portano soldi… E’ una squadra destinata a tornare nelle vette del calcio europeo.

cosa ha portato di nuovo nella ?

Sicuramente i punti! Arrivavano settimi ottavi e ora sono in testa. Lui personalmente come allenatore mi paice molto: vive la partita come i calciatori, capisce di calcio e ha darto concretezza. Non ha cercato calciatori clamorosi, ma ha creato una squadra vera con i calciatori che averva e qualche innesto.

Che rapporto hai con il 3d?

Veramente affascinante. Non ho mai visto una partita in 3d ma Avatar è stato un’esperienza incredibile…

Che effetto ti farà rivedere Roma- in 3d?

Sicuramente sarà una novità, qualcosa di unico. Mi fa piacere che siamo noi a tagliare il nastro.