![](/IMG/AS ROMA/mostra Dino Viola inaugurazione 1_7_10/BIG-mostra Dino Viola inaugurazione LR24 MANCINI 1-7-10.jpg)
Dino Viola è morto senza venir meno alla sua volontà: non cedere mai la Roma. Neanche al miglior offerente. Orgoglio di un figlio, Ettore Viola, di fronte ai frammenti di ricordo della presidenza del papà. Le immagini e i cimeli allestiti nella galleria espositiva Ex Roma Caput Mundi, per la mostra Dino Viola, il presidente dellorgoglio giallorosso, accompagnano e addolciscono il racconto di Ettore.
presidente dellorgoglio giallorosso, accompagnano e addolciscono il racconto di Ettore.
Lo sguardo sospeso, talvolta abbandonato. Resta lì, calamita ogni particolare, per poi restituircelo così: Guarda quella foto, io e papà, uno accanto allaltro, entrambi con la sigaretta in bocca. Vedi come tenevo pronto il posacenere? Lo sento ancora addosso, quel desidero di essere sempre a disposizione per ogni sua evenienza. Ancora ricordi. Il più tenero: Papà consigliere, io piccolino: di nascosto origliai un summit di mercato con Oronzo Pugliese che chiedeva Pelè, ed Evangelisti e mio padre che cercavano di mediare
.
Delle foto con Falcao, Liedholm, Conti e lOlimpico tricolore, fa tutto un fascio: Quella di mio padre è una storia di grandi successi e altrettante battaglie. In quegli undici anni hanno trovato posto anche momenti difficili, come il caso dellarbitro Vautrot, o lo scandalo Lipopil. Le sconfitte fanno parte della vita. La più amara? Quella legata al progetto per lo stadio di proprietà alla Magliana: se fosse andato in porto, oggi la Roma vivrebbe una situazione diversa. Oggi. Sospiro. Pausa.
Elegantemente e su sollecitazione il figlio dellindimenticato si sofferma sulle difficoltà che sta vivendo la famiglia Sensi: E difficile stabilire come si sarebbe mosso mio padre. Erano altri tempi, ora ci sono tante voci da mettere in bilancio. Lui seppe superare le difficoltà grazie alla sua capacità imprenditoriale. Nel suo dna cerano le risorse per sostenere un club che viveva del portafoglio della nostra famiglia e di uno sponsor che non bastava a pagare lingaggio di Falcao. E complicato, però, fare dei paragoni con lattuale situazione. Allepoca cera un giovane Berlusconi che molto gentilmente chiedeva se poteva mandare in diretta ad un
prezzo inferiore le partite della Roma: mio padre acconsentiva, magari lamentandosi un po. Per poi aggiungere: Berlusconi se lo merita, è un giovane che farà carriera
.
Lo sguardo evade repentinamente. In quella foto cè mamma Flora: Nella storia di mio padre fu fondamentale, si dice sempre che accanto ad un grande uomo deve esserci una grande donna. Mia madre è diventata presidente della Roma perché tra me e mio fratello non trovammo un accordo. Toccò a lei di
portare avanti il club prima che ci fosse portata via la Roma da Ciarrapico. Eravamo nella prima Repubblica: non era tanto una questione di banche, piuttosto, era arrivato il momento di Ciarrapico. Ben inteso: se mio padre fosse rimasto in vita, la Roma non sarebbe mai passata di mano. Mia madre, in ogni caso, fu allaltezza della situazione. Sette giorni dopo la morte dellIngegnere, radunò i giocatori e garantì loro certezze: arrivammo a vincere la Coppa Italia, e a perdere mio tramite la finale di Coppa Uefa. Mio tramite
(per colpa mia). Dialetto violese. Abbinato ad una promessa: Chiamatemi, vi racconterò. Ci può giurare.
(lasignoraingiallorosso.it)