La lenta metamorfosi della Roma: De Rossi ritrova Lukaku e Dybala

16/02/2024 alle 07:51.
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Cambiare può essere facile, quello che è difficile è migliorare. Le novità hanno bisogno di tempo, di spazio, ma anche di serate in cui accadono le cose. De Rossi alla Roma sta provando a portare un po' di freschezza, di discontinuità, di modernità, di cambio di mentalità e anche di tranquillità. Nell'ordine ha dovuto affrontare: attaccanti che non segnano anche quando è difficile non farlo, difensori che si dimenticano un avversario (come è successo a Llorente allo scadere del primo tempo con Paixao che segna il gol del Feyenoord), banalità di idee in mezzo al campo, e sa benissimo che il calcio senza l'imprevedibile è solo novanta minuti di grigiore. (...) Calato senza sforzo e con una disinvoltura invidiabile nel nuovo ruolo l'allenatore De Rossi ha auto-controllo, beve acqua e posa la bottiglietta anche quando vorrebbe calciarla a decine di metri, e succede spesso di volerlo fare, se Lukaku fa colpi di testa innocui, Zalewski appoggia male in area di rigore invece di tirare anche se è a 10 metri dal portiere avversario, Paredes colpisce la traversa. Ma l'allenatore, che ha cambiato l'identità della squadra chiedendole coraggio, non cambia atteggiamento, del resto è uno che non cambia nemmeno l'abito. (...) Dybala mette due volte in porta i compagni Pellegrini-Lukaku, si abbassa a centrocampo per fare il regista aggiunto e dare qualità alla fase di ripartenza. Lukaku dà cenni di quello che era: 16° gol stagionale, il sesto in Europa League, ed esultanza con pistola alla testa e mani alla bocca, come i nazionali del Congo in Coppa d'Africa per richiamare l'attenzione sulla guerra civile. (...)

(La Repubblica)