Gervinho: Vinciamo oggi e domani

28/01/2014 alle 09:34.
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IL ROMANISTA (R. CANOCCI) - In Inghilterra, probabilmente non ci credono. Si staranno chiedendo se il Gervinho che stravolge, indirizza, decide le partite della Roma è lo stesso che fece fatica lo scorso anno all’, ingabbiato nel sistema di Wenger. Hanno letto i suoi pensieri in un’intervista che l’attaccante ivoriano ha rilasciato al Daily Mail prima di Verona-Roma.

«All’ non sentivo abbastanza fiducia - ha raccontato - non mi è stato dato il tempo necessario per dimostrare il mio valore. Quando giocavo spesso lo facevo fuori posizione, dove non potevo dare il meglio» ha raccontato, prima di confessare che finora il momento più esaltante vissuto in campo è stato «la vittoria del campionato francese col Lille». Vincere è un qualcosa che lui vuole fortemente. «Non c’è niente di meglio che vincere grandi trofei», racconta. Poi aggiunge: «Sono andato all’ per questo motivo, ma non sono riuscito a vincere niente. Ora sono a Roma dove abbiamo una grande chance di conquistare titoli in questa stagione e negli anni a venire».

Qui intanto è diventato un simbolo di questa Roma. Quando parte palla al piede, il pubblico dell’Olimpico si accende e sembra quasi spingerlo. È l’idolo anche dei bambini. Ormai sempre più spesso dal settore famiglie si sente il coro semplice, genuino e quindi bellissimo: "Gervinho! Gervinho!" (Non proprio i bambini dello Stadium, insomma). Il suo idolo, invece, era ed è ancora il suo compagno di nazionale Didier Drogba: «Lui è stato fonte di ispirazione per tutti noi della nazionale della Costa d’Avorio. Non è solo quello che fa sul campo, ma anche tutto quello che fa per il nostro popolo – ha sottolineato - Alcuni suoi discorsi sembrano quelli di un presidente che cerca di motivare il proprio paese».

E a proposito di presidenti, Gervinho ha rivelato di avere un debole anche per Barack Obama: «Mi piacerebbe andare a cena con lui perché è una persona che stimo veramente». E al ristorante porterebbe volentieri anche il musicista Jay-Z perché «mi piace ascoltare qualsiasi cosa dalla scena hip-hop statunitense. Lui e Kanye West sono i miei preferiti». A proposito, senza il pallone che cosa sarebbe stato Gervinho? «Non lo so, crescendo in Costa d’Avorio non è così facile da dire. Mi sarebbe piaciuto lavorare nel settore bancario oppure nel campo dell’istruzione. Non è un’esagerazione dire che il calcio ha salvato me e la mia famiglia, è molto di più di un lavoro. Sono cresciuto con molto poco, e le cose materiali non sono mai state così importante per me. Tutto quello di cui ho bisogno sono mia moglie e i miei bambini, nient’altro».