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Gervinho, la bella sorpresa che viaggia a tutta velocità

01/10/2013 alle 11:22.

CORSERA (L. VALDISERRI) - Qualcuno (anche tra i tifosi della Roma) pensava che fosse brasiliano, per via del soprannome Gervinho, e non ivoriano. Qualcuno (tifoso dell’Arsenal) aveva messo in rete un filmato con tutti i suoi errori davan

L’acquisto veniva catalogato come «un capriccio dell’allenatore», anche se era riconosciuto che «era l’unico». Sì, perché credeva in Gervinho ancor più del Gervinho stesso. I due si conobbero a Le Mans, stagione 2007- 2008: l’ivoriano veniva dal Beveren, campionato belga, dove aveva segnato 14 gol in 61 partite appena diventato maggiorenne. Nella à della 24 ore andò a buona velocità: 8 gol in 59 partite, non pochi considerando che il campionato francese è di livello più elevato. È stato a Lille, dove si era spostato un anno prima, che Yao Kouassi è diventato a tutti gli effetti Gervinho (cioè un brasiliano) anche per il calcio internazionale. Ventotto gol in 67 partite, un numero equivalente di assist, il titolo francese e una Coppa di Francia, l’approdo alla .

Per lui, con un’altra maglia. Quella dell’. L’esperienza con i Gunners — 9 gol in 46 partite — è stata il passo falso della carriera. «Fiducia» è stata la parola chiave che Arséne Wenger non è riuscito a trasmettere al giocatore. Gervinho sa fare tante cose, ma sempre e solo a grande velocità. È della categoria di «chi si ferma, è perduto». Si spiega così l’errore dal dischetto che costò alla Costa d’Avorio la finale in Coppa d’Africa 2012 contro lo Zambia. La Roma, nel suo passato, ha avuto giocatori che «correvano più veloci della palla» per poi non ritrovarla. Uno fu Caniggia, e un altro Edgar Alvarez, detto Arvaretto, per il quale la inventò uno dei cori più belli di sempre: «Tutti Alvarez, tutti Alvarez, a mostrar le chiappe chiarez». non rallenta e qualche gol continua a mangiarselo, ma contro Parma e ha dimostrato che sa anche buttarla dentro.

Sabato lo aspetta San Siro, la Scala del calcio dove poteva giocare nella 2012. Wenger, invece, non lo schierò all’andata, contro il Milan, quando i rossoneri strapazzarono i Gunners per 4-0. C’era, invece, il 6 marzo, nel 3-0 con cui l’ fece vedere le streghe ad Allegri&company. Sempre sulle montagne russe, ma ora c’è . In una parola: fiducia. E alle tifose della Roma, , sembra pure bello come Osvaldo.

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