IL ROMANISTA (C. FOTIA) - Il Romanista ha lanciato dalla fine di maggio sul suo sito un sondaggio per capire quale sia il gradimento di Luis Enrique tra i tifosi della Roma. Fino ad oggi hanno votato circa 27.000 lettori (sottolineo che è possibile votare soltanto una volta) e il risultato, aggiornato a ieri, è che il 66% pensa che lasturiano sia la scelta giusta. Non pretendo affatto che questa sia la verità assoluta, certamente è il sondaggio più lungo e con il mag
Quanto ai primi, sono sotto gli occhi di tutti: una squadra che sta imponendo la sua idea di gioco e che
risale posizioni in classifica consentendo di pensare a una stagione positiva. Quanto ai secondi, la società
sta rispettando tutti gli step annunciati, soprattutto dopo che è venuto allo scoperto il vero animatore della cordata, James Pallotta, un nordamericano molto latino, che non ha paura di esporre il proprio legame sentimentale verso questa squadra e questa città e che non ha paura di dire, lui cittadino americano al cento per cento: «Io mi sento italiano al cento per cento». Un tuffo non tanto nella piscina di Trigoria, Big Trig, come lha ridenominata Mark Pannes, quanto nel cuore acceso del popolo romanista. Il progetto (a noi piace questo termine sul quale si è tanto ingiustamente ironizzato, perché indica un orizzonte, unidea di futuro che anima il presente) è pienamente operativo. Ieri è stato annunciato lingaggio di un supermanager che coordinerà tutte le attività di marketing, cui seguirà a breve la nomina di un nuovo responsabile della sicurezza che si occuperà, oltre che dei problemi strettamente interni allo stadio anche delle relazioni diplomatiche, a segnalare limportanza che la proprietà americana assegna alla centralità di Roma come crocevia, nel mondo globalizzato, di interessi e presenze che, soprattutto in vista della candidatura della città per le Olimpiadi del 2020, fanno dello sport uno snodo fondamentale dello sviluppo della città. Infine, nel prossimo Consiglio damministrazione, rispettando gli impegni presi, si procederà, nei tempi che saranno dettati dalla Consob, allaumento di capitale.
Non si tratta solo di atti dovuti, ma della conferma, anche per i sordi che non hanno alcuna voglia di sentire, della serietà delle intenzioni della nuova proprietà, giunta a chiudere un lungo periodo di incertezza e di precarietà, del quale il ritardo con il quale si è affrontato il nodo del rinnovo del contratto di Daniele De Rossi è il segno più evidente, e che si sta cercando di recuperare con lobiettivo di giungere entro la fine del mese a una soluzione positiva. Che significa una cosa precisa: la Roma vuole De Rossi tanto quanto De Rossi vuole la Roma. La prudenza con cui si parla dellargomento non è segno di difficoltà, bensì del rispetto per una trattativa che coinvolge quello che, insieme al Capitano, è il giocatore più importante della Roma. Del resto, sarebbe strano che una proprietà che ha lobiettivo dichiarato di fare della Roma uno dei club calcistici più importanti del mondo e del suo brand un veicolo di fidelizzazione di tifosi anche al di fuori dei confini nazionali, lasciasse andare via il suo calciatore in questo momento maggiormente desiderato dalle grandi squadre europee. Il progetto è fatto di queste cose qui e su queste andrà misurato. La Nuova Era romanista - che lamministratore delegato Claudio Fenucci ha ben spiegato nel Forum pubblicato dal nostro giornale allinizio del 2012 - non è fatta di chiacchiere: è una rivoluzione che procede per obiettivi. Il Nuovo Stadio su tutti, per il quale tra breve sarà annunciato ladvisor incaricato di proporre alla società la scelta migliore sia per quanto riguarda i terreni che limprenditore chiamato a realizzarlo. Intanto, però, siccome la filosofia è quella di aprirsi sempre più ai tifosi, si procederà per sfruttare al meglio le potenzialità dello Stadio Olimpico e anche quelle di Trigoria che si appresta a diventare una vera e propria Casa della Roma, dove i tifosi possano trovare piena accoglienza. Senza tessere e discriminazioni. Già, perché un altro dei risultati ottenuti dal nuovo corso romanista è stato quello di far diventare posizione comune della Lega di Serie A lidea del carnet di biglietti acquistabili senza tessera. Il che per noi è una grande soddisfazione, avendo condotto
in totale solitudine tra i giornali questa battaglia, con le nostre autonome motivazioni e con una modalità che non potevano certamente essere quella della società.
Un 2012 denso di novità e di fatti, anche sul piano della comunicazione. Una Roma che alimenta direttamente il flusso della comunicazione con Roma Channel, con i New Media, a cominciare dai social network e dal nuovo sito che sarà presto on-line. E illusorio pensare che questo fermerà le speculazioni dei soloni incipriati e di coloro che attaccano solo per difendere vecchie posizioni di rendita messe in crisi dal nuovo corso. Chiedere a costoro di essere corretti è come chiedere a Dracula di fare il presidente dellAvis. Ognuno risponde per sé, le collezioni dei giornali sono disponibili per tutti. Non è difficile verificare chi ha scritto cose vere e chi cose false (tanto più quando si tratta di notizie sensibili per una società quotata in Borsa). Per fortuna il popolo giallorosso va allo stadio, guarda la partita in televisione, ascolta le radio, legge i giornali, ma poi si forma le sue idee in maniera molto più autonoma di quanto si pensi. Altrimenti sarebbe difficile spiegare come mai il sostegno alla squadra e al suo allenatore non è mai mancato, neppure quando attraverso altisonanti e un po ridicoli ultimatum si chiedeva la testa di Luis Enrique, con lobiettivo di far cadere poi tutte le altre, per realizzare la restaurazione.
Per quanto riguarda questo giornale, abbiamo avvertito fin dallinizio il feeling con la Rivoluzione Romanista, labbiamo fatta nostra, come decine di migliaia di tifosi, senza che nessuno ce labbia chiesto. Abbiamo un feeling con questo vento di cambiamento, ci piace che si proponga la modernità dellapproccio
manageriale e al tempo spesso si consideri come il primo bene da tutelare una passione antica, bene prezioso in questi tempi grami e senza cuore. Se qualcuno, soprattutto al Nord, dove hanno perso qualsiasi idea di valore non misurabile con il denaro, ci considera romantici fuori moda, lo consideriamo un complimento. Qui (basta guardare gli occhi di Daniele De Rossi per capirlo) si va dove ti porta il cuore.