Roma, mancano occasione e gol. Dov'è il gioco offensivo?

27/10/2011 alle 18:03.

PAESE SERA (L. SERAFINI) - Il nuovo corso della Roma di Luis Enrique è stato chiamato in molti modi differenti: progetto, idea, filosofia di gioco, rivoluzione culturale. Chiamatelo come preferite, il concetto espresso da Luis Enrique più volte è sempre uno: gioco offensivo. Il tecnico asturiano ha sempre rifiutato i paragoni con le realtà

 
Mancano i gol – La prima rivoluzione è arrivata nel modulo:   zemaniano per alcuni, spallettiano per altri, tutto spagnolo in verità. Un modo di giocare che dovrà portare la Roma ad andare più e più volte al gol. Eppure c’è qualcosa che ancora  manca per avvicinarlo davvero a quei modelli di calcio che tanto hanno appassionato non solo i tifosi della Roma, ma soprattutto gli amanti di calcio. Zeman e Spalletti, gli allenatori a cui sia i critici sia i giocatori giallorossi continuano ad accomunare Luis Enrique, ci hanno abituato a partire ricche di gol, ad over sicuri nelle giocate degli scommettitori, a risultati spesso rocamboleschi. Questa Roma in 8 partite fin qui disputate, ha segnato 9 gol come il Palermo, il Cagliari e la . I giallorossi hanno segnato più gol di Cesena (3), e Chievo (5), Lecce (6) e Siena (7), il resto della Serie A ha fatto meglio.
In queste 8 partite gli uomini di Luis Enrique solo in una gara sono andati in rete più di una volta, contro l’Atalanta (3-1 il risultato finale). Nelle restanti sette partite, malgrado la portata offensiva della squadra romanista, non è stato mai segnato più di un gol. Per quanto riguarda la mole di gioco creata, la Roma occupa il terzo posto per numero di palle giocate (619), dopo la (661) e il Milan (681). Tanti palloni toccati quindi, che però non sempre si traducono in azioni da rete. La percentuale di pericolosità delle giocate dei giallorossi è di 52,1 %, e colloca gli uomini di Luis Enrique al quinto posto di questa speciale classifica, preceduta da (52,8%), Lazio (54,5%), Milan (62,6%) e (63,4%). Ciò che risulta dai freddi numeri, è che finora la promessa di un gioco offensivo non è stata ancora mantenuta. Il progetto, l’idea, la nuova filosofia di gioco ha sicuramente bisogno di tempo: solo al terzo anno sulla panchina del B è riuscito a portare i suoi ragazzi a segnare più di un gol a partita in 24 gare su 42 disputate.