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Lucho: «Che amarezza» De Rossi: «Sto malissimo»

17/10/2011 alle 11:24.

CORSERA (G. PIACENTINI) - Luis Enrique piegato sulle ginocchia mentre Reja esulta sotto la Nord. È questa l'immagine del derby romanista, il primo per il tecnico spagnolo. Quando si presenta davanti alle telecamere, la partita è finita da quasi un'ora, eppure Lucho sembra ancora in trance agonistica

Kjaer è stato uno dei protagonisti negativi, ha sorpreso molto la scelta di tenere Burdisso in panchina. «Burdisso ha fatto un viaggio incredibile. Dopo le partite è facile parlare mai io cerco di fare sempre la scelta migliore. Sono contento dello sforzo dei miei calciatori, la Lazio ha fatto un buon secondo tempo. È un peccato aver ceduto in pieno recupero. Quando si perde è più facile evidenziare gli errori di un calciatore ma noi siamo una squadra e dobbiamo fare tutto insieme. Purtroppo ci sono state due situazioni di cambio su cui non ho potuto fare nulla: un'espulsione e un infortunio». Nessun commento sull'arbitraggio di Tagliavento. «Io non parlo mai dei direttori di gara. È impossibile dalla panchina vedere meglio dell'arbitro».

Sulla stessa lunghezza d'onda . «Tagliavento è il migliore d'Italia, non è giusto dare la colpa a lui o piangere davanti alle telecamere, al laser e via dicendo. Lo lascio fare ad altri». La sensazione è che la Roma abbia perso una grande occasione. «Potevamo andare a pochi punti dalla vetta, il discorso morale è influenzato ovviamente dalla sconfitta. Sto malissimo, non è la prima volta che mi succede ma questo è il prezzo da pagare quando ne vinci cinque di seguito e ne perdi uno dopo anni. Rimanere in dieci dopo cinque minuti del secondo tempo cambia tutto, si fa fatica. Anche tatticamente è stata dura dopo il rosso a Kjaer e in qualche frangente non riuscivamo a tenere palla». Meno diplomatico Pizarro («Dopo i furti non parlo») in zona mista mentre Bojan guarda al futuro. «Si è visto – le parole dello spagnolo – che quando la Roma gioca a calcio è superiore. Nel primo tempo abbiamo dominato, dovevamo raddoppiare e chiudere la gara. Tutti noi volevamo vincere, adesso dobbiamo guardare avanti e provare a vincere la prossima partita».

Dopo il gol Osvaldo, al quarto centro nelle ultime quattro partite, ha sfoggiato una maglietta «commemorativa»: «Vi ho purgato anch'io» il messaggio, a metà tra la citazione e la dedica del più famoso «Vi ho purgato ancora» mostrato da l'11 aprile '99. «Una dedica al nostro capitano, gliela avevo promessa». La cosa certa è che non ha portato fortuna..