Intanto, spunta un altro nome per la panchina della Roma. È quello di Walter Mazzarri. Partiamo da Vincenzo. Ai fini della scelta del prossimo allenatore, ai fini della riconferma dell’Aeroplanino, potrebbe contare più l’eventuale finale di Coppa dell’eventuale quarto posto. È un paradosso? Forse, solo in apparenza. Rimontare la sconfitta per 1-0 dell’Olimpico significherebbe parecchio. Vorrebbe dire che la squadra segue ancora il suo timoniere. Anzi, meglio: che si sacrifica, che dà l’anima (perché solo così si può pensare di far fuori i campioni del mondo) per il proprio tecnico. Anche la Champions conta, ovvio. Ma meno. Perché, a giudizio di chi molto presto dirigerà la Roma, andare o meno in Coppa Campioni dipende da un cammino lungo un campionato. Un campionato in cui Montella si è trovato catapultato. Quella di Milano è invece una partita doppia, si gioca all’andata e al ritorno. Se i giocatori ci tengono al loro allenatore, dovranno dimostrarlo. Non più a parole, ma sul campo. Tra 48 ore.

Il concorrente numero uno resta Ancelotti. Il Chelsea ha perso per 2-1 con il Manchester United, che la prossima giornata si laureerà campione d’Inghilterra per la diciannovesima volta nella sua storia. Il futuro di Carletto sulla panchina dei Blues è in bilico. «Un mio seguito al Chelsea? Non lo so», ha commentato a fine gara, «questa decisione spetta alla società e la prenderanno nei prossimi giorni. Io sono qui ad aspettare con molta calma come sempre». Siamo vicini al momento delle scelte anche a Trigoria, però. In società si sta facendo strada l’ipotesi-Mazzarri. C’è già stato qualche contatto e il suo identikit corrisponde a quello richiesto: è giovane, in ascesa, è un uomo di campo. Ha fatto benissimo (anche) a Napoli, andando ben oltre le attese del club. La sua partenza dal San Paolo è data quasi per certa. Si è parlato di un forte interessamento della Juve. La Roma è alla finestra. Dopo mercoledì, a Trigoria avranno le idee più chiare. A Milano, Montella potrebbe giocarsi ben più di una finale di Coppa Italia.