CORSPORT (A. MAGLIE) - La sfida qualche carattere inedito ce lha. Da una parte un rumeno, dallaltra un portoghe se. Da un lato una ex grande promessa del calcio internazionale, costretta dagli imprevisti della vita, che nel calcio sono legati agli infortuni, a cercare ad appena trentadue anni (per un portiere in fondo non tantissimi, diciamo piena maturità) la seconda giovinezza; dallaltro, una realtà del calcio internazionale, con
IN BUONE MANI - La sfida tra Roma e Genoa è anche questo. Non solo il ritorno di Toni, non solo la ricerca spasmodica da parte della Roma di una marcia capace di farla uscire dalle attuali sabbie mobili. E da questultimo punto di vista, le mani di Lobont sono fondamentali perché sul ragazzo di Hunedoara (Transilvania, regione che a tutti quanti noi ricorda immediatamente Dracula più che il Cluj) i dubbi, le perplessità non mancano, alimentate anche da quellinfausta serata di ago sto in cui la Roma lasciò per strada contro lInter una Super coppa che alla fine del primo tempo sembrava destinata a terminare nella bacheca di Trigoria.
FIDUCIA - Nel calcio, si sa, le certezze sono legate anche alle valutazioni di mercato. Il presidente del Genoa, Enrico Preziosi, ha inseguito Eduardo con determinazione, ha dovuto evitare anche qualche tra nello negoziale ma alla fine lo ha fatto atterrare a Genoa. Una apertura di credito che, in qualche maniera. aiuta a dimenticare gli errori commes si dal portoghese in questo avvio di stagione. Bogdan Ionut, invece, non ha la stessa storia. La Roma non lo ha inseguito, non lo ha conquistato dopo averlo conteso a qualche altro grande club. Semplicemente se lo è trovato in casa. Per caso. E, allora, non basta a dissipare i dubbi il fatto che lallenatore della Roma, Ranieri, al momento di ripresentarlo titolare dopo linfortunio di Julio Sergio, abbia detto: «Lobont mi dà ampie garanzie».
RIPRESA - La notte di San Siro è rimasta, comun que, nella mente. Poi è arrivata la vittoria con tro lInter, ben oltre il tempo regolamentare, quindi la sciagurata sconfitta di Napoli, con po chi protagonisti al di sopra di ogni sospetto. Tra quei protagonisti, lui, il ragazzo venuto dalla Transilvania, autore di un paio di parate che hanno impedito allinsuccesso di trasformarsi in tracollo. Lui, Bogdan Ionut, fa sfoggio di umiltà. Ai colleghi che gli sono davanti ha sempre detto: «Non sono qui per rubare il posto a qualcuno». Ciò non toglie, che con un triplo carpiato, abbia superato nella gerarchia Doni. Roba che nemmeno lui avrebbe sognato, qualche tempo fa, dopo lapprodo casuale.
PROMESSA - Perché poi il Caso ha sempre due facce. Una po sitiva che riguarda diretta mente Bogdan Ionut; una ne gativa che riguarda chi osser va dallesterno, chi soffre per i colori giallorossi, chi trepida per una stagione cominciata decisamente male. E così si pensa più a quanto è costato (appena ottocentomila euro per il riscatto) e a una storia calcistica cominciata come una convalescenza. Roba nota: lamicizia con Chivu e lapprodo nella Capitale dove ha potuto curarsi meglio e riemergere con maggiore fiducia dallultimo, grave infortunio.
PREPARATORE - Eppure, a tren tadue anni, Lobont ha vera mente un grande futuro alle spalle. Lui ha detto che se avesse trovato a ventanni lattuale preparatore della Roma, Giorgio Pellizzaro, sarebbe diventato «il più forte portiere del Mondo». Forse, Pellizzaro a parte, Bogdan Ionut avrebbe avuto bisogno di una sorte migliore per ché sono stati gli imprevisti del destino a bloccarlo, spesso sul più bello. Quando vestiva (insieme a Ibrahimovic e Van der Vaart) la maglia dellAjax, era considerato una grandissima promessa. Su di lui la squadra olandese aveva puntato convinta di poter rientrare abbondantemente da quellinvestimento.
Aveva un modello, allepoca: Peter Schmeichel, portiere della Danimarca vittoriosa agli Europei del 92, e del Manchester United Campione dEuropa sette anni dopo. Gli infortuni hanno cancellato buona parte delle sue prospettive, rimpicciolito il suo orizzonte. Ma il tempo normalmente dà quel che toglie. Semmai a partire anche da questa sera.