KEYWORDS - "C'eravamo tanto odiati"

08/10/2014 alle 00:31.
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LAROMA24.IT (Matteo Monti) - "Dovremmo fare tutti un respiro profondo e calmarci un po’. In fondo siamo due grandi squadre e ci avviamo verso una rivalità che durerà a lungo: questo non può che essere un bene per il calcio italiano". E' di poche ore fa l'invito del presidente della Roma, James Pallotta, ad abbassare i toni - mai alzati dalla capitale - dopo le tante polemiche conseguenti alla sconfitta contro la . Prima il low profile di aveva lasciato intendere come i giallorossi non volessero alimentare eccessivamente le polemiche; poi la sterzata con quel tweet in cui ha ribadito come “la partita di domenica faccia male al calcio italiano”.

PER L’ENNESIMA VOLTA - Per il Presidente James Pallotta, però, non devono essere bastati i tre gol gentilmente concessi ai bianconeri da parte dell'arbitro Rocchi, quello con la "coscienza a posto", così come la disparità di sanzioni del giudice sportivo o le dichiarazioni di figure di riferimento dello 'stile a righe' quali Lady Agnelli, Bonucci e Nedved. Non sono bastati per cavalcare il moto di rabbia crescente degli ultimi giorni all'interno della à. Quello che, per molti, è considerato un atteggiamento fin troppo accondiscendente dei dirigenti giallorossi, aggiunge amaro al già salato conto consegnato ai giallorossi in quel di Torino. Agli schiaffi di cui sono stati omaggiati alcuni esponenti dello staff, agli insulti a sfondo razziale rivolti ai calciatori seduti in panchina e agli sputi per il 'battesimo' degli infortunati che avevano seguito la spedizione in Piemonte - e su tutti - si sono poi aggiunti gli sberleffi mediatici di Bonucci, Nedved e della signora Agnelli. Oltre alle due giornate comminate a (una sola per Morata) e la differenza di 10.000€ nelle multe stabilite dal giudice sportivo. La richiesta di abbassare i toni ha provocato una spaccatura nell'ambiente tra chi crede sia stato giusto evitare di esprimersi per scongiurare ulteriore benzina sul fuoco e chi, invece, è stanco di dover accettare la prepotenza altrui dietro lo scudo del silenzio.

IL CAFFE’ DELLA SENSI, IL PRANZO DI PALLOTTA - Nel luglio 2004, in Campidoglio, il famoso 'caffè' tra l'ad della Roma, Rosella Sensi, l'ad bianconero Antonio Giraudo e il Sindaco-mediatore Walter Veltroni. Un incontro che provocò nella capitale reazioni di sdegno nei confronti di quello che sembrava a tutti gli effetti un moto di servilismo nei confronti di un club storicamente nemico che ha “abituato” la Roma a subire furti in campo, e irrisioni fuori da sempre. Che i rapporti con la si siano addolciti nel corso degli ultimi anni, quelli della gestione statunitense, però, è innegabile. Non ne hanno fatto mistero nel pre-partita di domenica scorsa gli stessi Pallotta ("Questa gara è una grande occasione per il calcio italiano. E' sempre un piacere incontrare Agnelli, i rapporti con la sono ottimi”) e Marotta (al termine del match ha dichiarato: "I rapporti rimangono ottimi, di amicizia e di rispetto reciproco"). Anche a dispetto delle mosse di mercato di che ha battuto più volte in estate i rivali, come nel caso delle operazioni e .

DA BALDINI A - Il corso della 'love story' era stato aperto nel lontano settembre 2012, da Franco Baldini - allora dei giallorossi: "I rapporti sono buoni, non è un segreto che anni fa la proprietà mi abbia persino chiamato. In passato i miei problemi con chi rappresentava quella nascevano da uno stato d’animo di ribellione contro l’arroganza e l’abuso di potere. Mi hanno persino tolto il piacere di tifare per una squadra italiana nelle Coppe. Andrea Agnelli? Un vincente. Da noi, più che altrove, chi vince ha sempre ragione. Ed è un peccato perché tra le pieghe di un mancato successo si perdono di vista tante cose interessanti. Ad esempio il tentativo di portare un contributo alla cultura sportiva di questo Paese, una cultura che non esiste“. Lo stesso Agnelli che l'attuale presidente James Pallotta incontrò per la prima volta a pranzo (in compagnia di Mauro e Claudio Albanese, addetto alle relazioni esterne della ), nell'ottobre 2013, per iniziare a parlare delle visioni politico-calcistiche sovrapponibili delle due società. Ad esempio, l’importanza per i club di avere un impianto di proprietà, che ha portato i giallorossi  a prendere spunto dalla strada percorsa dei precursori bianconeri, affidando la gestione dell'area ospitalità dell'Olimpico a ‎'Stadium Head of Ticket Sales' provenienti proprio dalla prima esperienza dello 'Stadium': "Il calcio italiano è stato per tanto tempo il numero uno al mondo, e penso che presto tornerà ad esserlo. Basti vedere quello che sta facendo la , e quello che vogliamo fare noi con lo stadio", disse Pallotta a Reuters il 22 aprile 2014.

E LE CERTEZZE - "Siamo fieri di essere rivali della squadra migliore d’Italia, se sono primi vuol dire che lo hanno meritato. Nei prossimi anni speriamo di essere all’altezza di chiunque", le parole rilasciate lo scorso 29 aprile a Sky Sport, dal della Roma Mauro . La passata stagione ha permesso alla squadra di di affilare le armi in vista dell'attuale campionato per poter dimostrare  finalmente di aver colmato il gap con i bianconeri: "Siamo una società più giovane della - ha detto lo scorso 24 settembre, alla vigilia di Parma-Roma - con cui tra l'altro siamo d'accordo su molte idee nella gestione politica del calcio. La è una squadra solida, di esperienza, sa quello che vuole e cerca di raggiungerlo a tutti i costi. Noi abbiamo una squadra più giovane un progetto che sta crescendo e cercheremo di completare questo processo di crescita per trovare le stesse certezze della ".

TECNOLOGIA? NO, TOTTI - Certezze che non sono mancate nell'ultimo confronto diretto tra i due team dove la Roma ha imposto il proprio gioco, segnando due reti alla difesa che, prima di domenica, non era mai stata perforata. Dovendosi, però, trovare - per l'ennesima volta - a constatare l'operato 'allegro' dell'arbitro e “accettare il risultato sul campo”, anche se frutto della direzione poco lineare di Rocchi. I tanti episodi hanno peraltro ri-aperto la discussione intorno all'introduzione della tecnologia nel mondo del calcio.  Proprio su questo si era espresso lo stesso James Pallotta, il 27 marzo del 2013 a Sky Sport: “Penso che fare l’arbitro sia un lavoro molto difficile, il calcio è un gioco veloce e dinamico e deve seguire tutta la partita. In campo, poi, ci sono degli attori incredibili, dovrebbero inventare una categoria per gli Oscar. Ma non sono sicuro che i replay e la tecnologia potrebbero essere utili.La finale di dei sogni? Per noi, forse, con la . Se succedesse sarebbe fantastico”. I tifosi meno convinti della gestione comunicativa della società giallorossa, e sul rapporto amichevole con i bianconeri, possono comunque fare affidamento, come sempre, sule parole del loro capitano. D'altronde, "tutta l'Italia vorrebbe dire le stesse cose" che ha detto . L'Italia, che non è l'America.