Conferenza stampa, PINTO: "Nessuno scontro con Mourinho. Squadra migliorata, obiettivo Champions e niente panico. Renato Sanches una mia responsabilità, Marcos Leonardo un obiettivo" (FOTO e VIDEO)

05/09/2023 alle 14:18.
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Oggi torna a parlare Tiago Pinto. Intorno alle 14:30 il general manager della Roma è intervenuto in conferenza stampa direttamente dal centro sportivo '' di Trigoria per rispondere alle domande dei cronisti sul mercato e sull'inizio della stagione. Le dichiarazioni del dirigente giallorosso:

Ogni volta che si parla con un dirigente si dice che iniziare una stagione con un allenatore a fine contratto è rischioso. Che ne pensa? Quali sono i progetti della società su Mourinho: gli verrà proposto un rinnovo? È un uomo del presente o anche del futuro?
"Faccio un'introduzione: non ho voluto mancare alla mia parola, ho sempre detto che non parlo tanto ma sono disponibile a chiarire le situazioni del mercato alla fine della finestra del mercato. So perfettamente che ci sono altre domande su altri temi da affrontare. Ho rispettato la mia parola e lo scopo è quello. I rinnovi sono temi importanti, che sono trattati nel modo giusto, nelle sedi giuste, internamente e non li trattiamo pubblicamente. In questo momento siamo consapevoli del momento che stiamo vivendo, siamo tutti insieme carichi e motivati per riprendere dopo la sosta il nostro obiettivo e le nostre forze per portare a casa i risultati. Siamo concentrati sulla Roma e su cosa poter fare meglio. I tempi importanti per la società li affrontiamo internamente".

Da un paio di estati la Roma investe su ingaggi per giocatori importanti o che presentano criticità. Verrà un momento in cui la Roma, parlando di programmazione, tornerà a investire sul serbatoio giovani magari pagando di più i cartellini?
"Quando comincia una sessione di mercato penso che dobbiamo mettere insieme tre piani diversi: il piano tecnico, che è più semplice da capire dove con allenatore, direzione sportiva e società vogliamo sempre costruire una squadra migliore della stagione precedente, e se facciamo un paragone tra i giocatori andati via e quelli arrivati la squadra è migliore perché abbiamo più alternative e soluzioni; dopo il piano economico, siamo dentro un settlement agreement in cui in due anni dobbiamo spendere per la squadra il 70% di quelli che sono i ricavi del club, quindi quando gli altri ds sono andati in vacanza io sono andato a cercare accordi economici per rientrare nel piano; poi c'è il piano strategico: un club come la Roma per uscire da questa situazione è importante prendere giocatori giovani con prospettive future, che possano avere risultati sportivi e economici nel futuro. Se avessi pagato 20 milioni sia per Ndicka sia per Aouar, magari questa domanda non sarebbe posta così perché sono due under 25 con partite in competizioni importanti. Capisco la domanda, con i paletti che abbiamo stiamo cercando di equilibrare tutti e tre i piani, e non è semplicissimo. Non è semplicissimo garantire che la squadra sia migliore ed essere in linea con il FFP. Non dimentichiamo che dall'arrivo di Mourinho il settore giovanile è sempre stata una parte principale della strategia, lui ha sempre puntato sul settore e ha dato l'opportunità ai ragazzi. Oggi abbiamo due giocatori come Zalewski e Bove che sono ormai di prima squadra e due che lavorano sempre in prima squadra. Abbiamo aumentato il monte ingaggi, una squadra che in una sessione di mercato fa 5 prestiti è legittima la domanda ma siamo riusciti a mettere tutti e tre i piani insieme. Ndicka e Aouar sono buoni esempi".

I due giocatori che ha citato hanno già fatto qualcosa in carriera, parlavo di giocatori come Marcos Leonardo.
"Marcos Leonardo è un obiettivo, è vero che questi giocatori di prospettiva sono sempre nel nostro orizzonte. Conoscete il mondo del calcio, oggi questi giocatori hanno valori importanti. Quando abbiamo l'opportunità di farlo e lo facciamo. Ma voglio spiegare che Ndicka portandolo a zero sembra che sia uno scarto di qualcuno e così non è, volevo spiegare questo".

La squadra ha l'obbligo di lottare per la ? Mourinho è venuto in conferenza parlando di giocatori accostati alla Roma in circostanze particolari, per lei è uno stimolo o un modo per sminuire?
"Sarà impossibile uscire da questa conferenza stampa con la minima sensazione di scontro fra me e Mourinho. Voglio fare molta attenzione in quello che dico nei confronti dell'allenatore, non vorrei minimamente che possa uscire il minimo scontro tra di noi. Parliamo la stessa lingua, ci diciamo le cose in faccia, siamo motivati e carichi per portare avanti i progetti della Roma e il meglio per la squadra. ? Ripeto, non voglio il minimo scontro con nessuno e dal primo giorno in cui sono arrivato ho sempre sentito che la grande ambizione della proprietà sia arrivare in . Ed è anche la mia, ogni giorno devo avere un obiettivo e per me l'obiettivo è quello. Ma se arriviamo o no è un altro tema. Se siamo obbligati o no, non sono parole che uso. Ma sul mercato quando cerco giocatori come Wijnaldum, Dybala, Lukaku e Abraham devi dir loro qualcosa, pensi che vengono in una squadra che non lotta per obiettivi importanti come la ? Non è così. Dal mio punto di vista, la logica è questa. Se si può giocare con le parole, non penso che io e Mourinho siamo in disaccordo sulle cose. Il tema degli infortuni, dico due cose. Con tutto il rispetto per la Roma, i tifosi e la città, è ovvio che non siamo il Manchester City. Potevo anche voler prendere Rice ma ragazzi, magari se fosse il City non sarei stato seduto qui, ma ci sarebbe stato uno migliore di me. Dobbiamo conoscere la realtà. L'altro tema è quello degli infortuni: oltre a Dybala, che nella scorsa stagione è stato importante per noi, dal momento in cui Mourinho è arrivato con il suo staff tecnico e lo staff medico della Roma siamo riusciti a mettere in condizioni interessanti tanti giocatori che avevano problemi, come Zaniolo, Smalling e Dybala. Questo lavoro per me è un asset, lo posso usare per convincere i giocatori. Voglio dire una cosa su Renato Sanches: per non avere dubbi sul futuro, se andrà male l'unico responsabile sono io. Sono ossessionato da quel giocatore, lo volevo al Benfica e non ci sono riuscito, lo volevo alla Roma e non ci sono riuscito, adesso siamo riusciti a prenderlo. Se avrà problemi nel futuro, sarà colpa mia. Sono convinto che con questo allenatore, lo staff tecnico e medico, con tutto di quello che ha bisogno intorno, siamo capaci di farlo rendere al meglio. Per questo abbiamo fatto un tipo di contratto per cui se farà un tot di partite lo dobbiamo prendere. Se le cose andranno bene, saremo contenti. Se andranno male, sarò io il responsabile perché consapevole dei rischi. Come giocatore mi fa impazzire".

Sugli arbitri resterà la stessa linea dello scorso anno o siete più pronti a scendere in campo su questo fronte?
"Tutti i miei amici rideranno in Portogallo per la mia risposta, il mio storico con gli arbitri non è positivo. Siamo alla terza giornata del campionato, non voglio fare guerre né polemiche. Dobbiamo sentire quello che dicono gli arbitri - consigli e tutto - ma loro devono sentirci. Io, personalmente, ho un po' smesso, non capisco nulla. Non so rispondere bene alla domanda. Ho pensato di essere uno che guardava tanto calcio e capiva le cose. Oggi non capisco nulla e faccio fatica a rispondere. Non riesco a capire la differenza tra Zaniolo a e Rui Patricio contro il Milan. Non è una critica a nessuno. Quello che sento oggi è che c'è calcio giocato e calcio del Var, oggi sembra che il potere decisionale dentro il campo sia minore. Più che le polemiche e le interviste, penso che le persone responsabili devono sentire quello che dicono allenatori e giocatori, magari i dirigenti non sono così importanti. Su alcune cose mi sento in difficoltà a dire la mia opinione. Quando non capisci l'uniformità dei criteri e adesso il tema del tempo, non solo in Italia ma anche in altri posti. È un tema complicato. Dagli arbitri ci aspettiamo sempre giustizia. Sappiamo che quando le partite sono calde e noi vogliamo vincere, quando sentiamo ingiustizie, abbiamo atteggiamenti che alle persone non piacciono. Sono ancora giovane, ma faccio fatica a capire la strada che il calcio segue".

Scamacca, Marcos Leonardo, Beltran, Lukaku: ci può spiegare la linea sulla scelta degli attaccanti?
"Faccio una battuta: ho 38 anni, sono divorziato e non ho figli, sono abituato a prendere i 'no', non è un grande problema. Non ho seguito attentamente tutti i nomi che sono stati accostati alla Roma. Due li abbiamo trattati, lo dico chiaramente, e avevamo interesse: per Scamacca abbiamo parlato e non siamo riusciti per ragioni pubblicamente conosciute. Seguiamo Marcos Leonardo da 15-16 mesi, è un obiettivo, non era una situazione fatta e tranquilla ma l'accordo tra le tre parti era sulla buona strada ma abbiamo avuto la sfortuna che in un paio di mesi un club storico come Santos lotta per non andare in B, il coordinatore tecnico che voi conoscete molto bene è stato licenziato, hanno cambiato allenatore e hanno venduto due ragazzi di 17 anni per 30 milioni di euro, quindi la situazione si è complicata. Vendere il giocatore più importante durante la stagione era diventata una situazione politica. Mi è dispiaciuto, ma è ancora un obiettivo e lo conosco bene. Tutti avete riconosciuto che è stato un mercato difficile per tutti i club che cercavano un attaccante, i grandi club con grande potere economico non sono riusciti a prendere gli attaccanti o hanno speso 100 milioni negli ultimi giorni, è stato veramente difficile. Penso che tutti i tifosi della Roma siano contenti di essere arrivati al 28 agosto e avere Lukaku invece che avere Tonino il 1° agosto, per non ferire nessuno. Su Beltran e la non so di cosa parli, conosciamo Beltran e non so cosa sia successo con la , per me è tutto a posto".

Era impossibile risanare la situazione con Matic? Quanto è stata reale la convinzione di prendere Frattesi in questa sessione?
"Vi piace veramente parlare dei miei insuccessi (ride, ndr). Non voglio dire grandi cose su Matic, mi dispiace e non me lo aspettavo. Le ultime due settimane di Nemanja qua non me le aspettavo, ma sono diverso da voi su queste cose, voi prendete il lato negativo, io positivo: poco tempo dopo siamo riusciti a prendere , che è un campione del Mondo. Non voglio perdere energie su queste cose, succedono nel calcio e andiamo avanti, non merita molte più parole. Ho sempre detto che Frattesi era uno dei giocatori che mi piacevano di più, tutti noi siamo liberi di scegliere, non ho rimpianti. Voglio bene a tutti questi giocatori, soprattutto a Davide e Gianluca (Scamacca, ndr). Sono portoghese ma mi sento un po' italiano, penso che Davide e Scamacca saranno importanti per l'Italia. È chiaro che giocano in club e preferisco perdano anziché vincano, ma voglio bene ad entrambi. E in ogni caso su Frattesi abbiamo preso soldi dalla trattativa".

I soldi di Frattesi sono già utilizzabili?
"Ti ringrazio per la domanda. Ho bisogno di spiegarlo, magari per colpa mia avremmo potuto spiegarlo prima. Nel piano del Fair Play finanziario abbiamo due cose diverse: uno è il settlement agreement da quattro anni dove in due anni dobbiamo spendere con la squadra solo il 70% dei ricavi, lì siamo tutti allineati per arrivare all'obiettivo. Quando sono andato in fretta a fare quei 34-35 milioni di euro entro giugno per essere nel piano, e noi siamo bene, tutti questi soldi della futura rivendita entra in questo piano. Dopo c'è un altro strumento che è il transfer balance, che fa il monitoraggio dei giocatori nella lista A Uefa da un anno all'altro, si chiama così perché fa il bilancio tra i giocatori, ed è difficile metterlo a posto. Abbiamo fatto 15 milioni di euro dalle future rivendite, Frattesi, Calafiori, Antonucci, Under... Zaniolo no perché è andato in prestito, conta solo se lo prendono. Sono circa 15 milioni di euro e questi soldi non entrano nel transfer balance. Abbiamo fatto 17-18 milioni di euro con Missori, Volpato e Tahirovic, loro non erano in lista A ma in lista B e questi non contano nel transfer balance. Vi aggiungo un altro esempio. Ho litigato una settimana con Luis Campos per sulle cifre, abbiamo fatto 2,5 milioni di trasferimento e 2,5 di bonus, che sono difficili perché deve giocare 80 partite da titolare per arrivare ai bonus. Nel transfer balance conta il 100%, il costo di è 4,5. Non vengo qui a dirvi che è un male è un bene. Con i principi del FFP sono totalmente d'accordo, con quelli della sostenibilità, anche con i limiti della squadra, ma con questo strumento il nostro lavoro diventa difficile perché arriviamo al momento in cui due dei nuovi giocatori non possono entrare in lista A. È una cosa tecnica, non sto criticando nulla ma vi sto spiegando. È difficile arrivare alla fine e avere una squadra più forte, cercare di equilibrare il monte ingaggi e quest'anno non ci siamo riusciti perché quando porti questi giocatori devi pagare, avere un piano strategico e rientrare nel piano. Per cui il mio lavoro magari è più difficile di quello che sembra".

Qualcuno ha scherzato accostando la foto di quando è arrivato alla Roma a quella di ora. La Roma nelle strategie del rafforzamento tecnico ha pensato anche alla questione esterni e ?
"Pure io ho capito questo, sono diventato diverso ma sono dimagrito e ho più successo magari. Sono stanco, non lo nascondo. Capisco sia il vostro lavoro, ma è veramente difficile essere tre mesi sotto questa pressione ed ansia, senza dormire e mangiare, volendo fare le cose fatte bene. Non mi condiziona molto la pressione esterna ma voglio fare le cose fatte bene e finisci stanco. Infatti dopo la conferenza vado in Portogallo. Penso sia normale il giudizio che le persone stanno facendo su queste tre partite, per fortuna e speriamo avremo 50-54 partite da fare. Abbiamo Spinazzola, Zalewski, Celik, Kristensen e Karsdorp che hanno qualità, possono fare meglio come tutti noi, ma sono troppo affrettati i giudizi per tre partite che non sono andate bene. Quando le cose non vanno bene collettivamente, non vanno bene individualmente. Avremo un margine di crescita, siamo motivati per far meglio e lo faremo, ne sono sicuro. Sul ancora di più. Quando sono arrivato qui la situazione dei portieri era un problema. Negli ultimi anni Rui Patricio, se non sbaglio, è stato il miglior della Conference League, è stato nei top dei portieri della Serie A per clean sheet. Ora come tutta la squadra non è stato al livello a cui siamo abituati e si iniziano a fare delle domande. Siamo tutti esposti a questo. Quando perdiamo, perdiamo tutti. Quando giochiamo male, lo facciamo tutti. Quando vinciamo e giochiamo bene, siamo tutti lì. Ho fiducia in tutti i giocatori al 100%".

Erano stati accostati dei portieri alla Roma.
"Non lo so. Se qualche agente di un ti ha detto che l'ho chiamato, è una bugia".

Non è pericoloso per i giocatori avere l'allenatore e il General Manager in scadenza?
"Ho risposto prima, dei temi dei rinnovi parliamo nelle sedi giuste e non qui. Sono sicuro che in questo momento della stagione siamo tutti concentrati su un obiettivo: fare del nostro meglio durante la sosta, e non è semplice perché abbiamo perso quasi tutti i giocatori, poi migliorare quello che dobbiamo quando ci ritroveremo tutti, insieme ed uniti come una famiglia per portare a casa i risultati che dobbiamo. Ho detto quello sulla situazione dell'allenatore, figuriamoci se mi preoccupo della mia. È l'ultima delle mie preoccupazioni".

Qual è stata la trattativa più difficile?
"L'ho detto nell'ultima conferenza stampa, sono veramente una persona fortunata. Durante la prima estate quasi non potevo uscire di casa perché volevano ammazzarmi quando è andato all', poi ho avuto la fortunati di portare Abraham e le cose sono state tranquille. Durante la seconda estate, oltre a Matic e Wijnaldum, penso che nessuno voleva Dybala e sono stato fortunato a portarlo. Quest'anno, con l'aiuto di tutti nel club, Lukaku. Sono trattative diverse, persone diverse, ma la cosa principale è far sentire da parte di club, proprietà e allenatore ai giocatori che sono importanti. Per questi giocatori non è un tema di soldi o contratto, ma far capire che la Roma è un club importante dove si sentono importanti. Quindi è difficile dire quale trattativa sia la trattativa più difficile o quella che mi è piaciuta di più. Sono scaramantico, in tutte le sessioni mi piace portare uno così e vediamo nelle prossime. Sono molto fortunato".

C'è stato lo spettro dell'Arabia Saudita per la sessione estiva, si è parlato anche di Dybala. Avete mai avuto paura di perderlo? Avete parlato con lui anche per i prossimi anni'
"Pensavo che la domanda fosse anche per me in Arabia (ride, ndr). Nella conferenza stampa della scorsa stagione ero molto contento di aver portato Dybala, qui mi avete chiesto della clausola e in tutta la stagione se n'è parlato. Abbiamo un grande rapporto con Paulo e il suo entourage, conosciamo le sue idee. Oltre ad essere un giocatore favoloso, è un essere umano e un professionista fantastico, abbiamo una comunicazione onesta e trasparente. Invito tutti a goderci il giocatore. Non ero preoccupato e almeno due stagioni possiamo goderci Dybala, poi  nel momento giusto si parlerà del futuro. Vi invito a fare una riflessione: quanto si è detto e scritto che sarebbe andato via in estate? Anche voi dovete riflettere sul chi e per cui si alimenta questa cosa. Lui è qua. Può piacere di meno o di più il mio stile, ma negli ultimi due anni e mezzo non ho mai venduto aspettative fake. Ho un grande rapporto con lui, sono contento di quello che abbiamo fatto per portarlo qui, penso che Paulo sia contento qui e faremo di tutto per continuare qui".

Quando ha capito che l'operazione Lukaku sarebbe stata possibile? Come ha convinto il Chelsea e il giocatore?
"Non mi conviene dirlo. Ho tanti difetti ma non sono bugiardo. Non posso dire tre mesi fa, non si poteva prendere a giugno e luglio. Ho un buon rapporto con le persone che lo seguono, c'è pure un altro giocatore, un giovane interessante. Conoscevo la sua situazione. Il mio lavoro è anche questo. Ci sono situazioni impossibili il 1° luglio, devi monitorare e non parlare con nessuno per non creare aspettative, poi se ci sono i momenti giusti sfruttare l'opportunità. L'intervento dell'allenatore è stato importante per il loro rapporto, come con tutti, ma in questo caso più importante. Poi avete visto il coinvolgimento personale dei proprietari, hanno semplificato il mio lavoro e hanno sbloccato le cose che dovevano sbloccare. Non mi va di dire il momento esatto ma tutti questi giocatori come Lukaku e Dybala, come altri che avevo in testa e non sono riuscito a prendere, il segreto è sempre quello di monitorare la situazione, devi aspettare il momento giusto e devi essere veloce. Abbiamo impiegato 4-5 giorni per Lukaku, per Dybala 5 giorni, perché se parli troppo perdi l'opportunità".

Il mercato georgiano?
"Kvaratskhelia è molto forte. Oggi lo scouting è più democratico, si sono tanti giocatori di Paesi che magari 10 anni fa non erano così conosciuti ed oggi sono importanti anche perché tutti i club cercano di fare il meglio possibile con le minori risorse possibili. Quando Kvara viene e diventa uno dei giocatori più forti in Serie A, è normale guardare quello che succede lì. Ma ci sono altri giocatori: il e l'attaccante della nazionale sono forti. La cosa più interessante nel calcio è che il calcio è più democratico".

Non le chiedo il voto, ma quanto è soddisfatto? C'è un rimpianto? È chiuso il mercato in uscita visto che in alcuni Paesi è ancora possibile fare il mercato?
"Si vede alla fine della stagione. Voglio essere sempre coerente con quello che dico, ho sempre detto che il mercato è il 20-30% del successo sportivo, il lavoro quotidiano è molto più importante. Da quando i Friedkin hanno preso il club chiaramente hanno fatto investimenti importanti per farlo evolvere, dal centro sportivo al progetto stadio, e la squadra deve essere un riflesso di questa strategia, ambizione e motivazione più delle interviste e delle parole. Dobbiamo mettere i fatti. Nel mio lavoro cerco di fare il meglio per la squadra e garantire migliori condizioni della scorsa stagione. Se mi chiedete se sono contento, dico che ho sofferto tanto e ho lavorato tanto, non siamo mai contenti. Ho imparato, e ho imparato male, dal mio vecchio presidente che quando chiudo una trattativa penso che potevo far meglio. Non sono mai contento e felice, non sono parole che utilizzo tanto. Penso che abbiamo fatto un buon lavoro per rendere giustizia alla visione, all'ambizione e alla motivazione della proprietà".

Vi è sembrata una scorrettezza quella dell'Atalanta e di Gasperini per Zapata?
"Ho anche i miei difetti, sono un po' testardo. Dentro una trattativa ho le mie qualità e i miei difetti e ho una cosa magari non molto apprezzata in Italia: ho un orientamento molto tedesco, sono più tedesco che latino, se dico una cosa è quella e basta. Magari altri sono abituati a dire 'facciamo 10, io dico 5, facciamo 7', io ho un approccio diverso. Non parlerò mai di scorrettezza. L'Atalanta e mister Gasperini prendono le scelte che devono prendere. Non posso nascondere di aver parlato con Zapata, che era un giocatore che volevamo prendere, non ci siamo riusciti e abbiamo trovato subito altre soluzioni. Non dirò mai che ci sia stata una scorrettezza, anche se ci sono altri club che lo dicono nei miei confronti. Ma è meglio ignorare queste cose".

Zapata avrebbe confermato di venire a Roma?
"Ripeto, abbiamo parlato con lui, c'è stata una trattativa e alla fine non è andata a buon fine. Non voglio dire che non siamo riusciti a prenderlo per una scorrettezza dell'Atalanta, non lo dirò mai. Il nostro mestiere è così, una volta vinciamo e altre volte perdiamo. Alcune volte portiamo avanti le cose, altre ancora gli altri sono più furbi di noi".

Ci dice qualcosa dopo Roma-Milan, che sta succedendo?
"Ripeto, quando perdiamo lo facciamo tutti, quando vinciamo altrettanto. Non siamo contenti della situazione, ma secondo me non c'è motivo di panico. Sono tre partite, sono tre partite difficili poiché il mercato è aperto, c'è confusione e ci sono problemi. Ma siamo consapevoli del valore che abbiamo, di poter fare meglio. Sono motivato e carico per tranquillizzare tutti, avremo tutte le condizioni per migliorare dopo la sosta. Facendo un paragone con mercato e risultati, manca un po' di equilibrio e so che è difficile chiederlo qui a Roma. Il giorno in cui abbiamo Azmoun avevo 100 messaggi su in cui mi dicevano 'vattene, sei scarso', e scarso continuo ad esserlo. Poi prendiamo Lukaku e mi dicono 'sei il re di Roma'. No, non lo sono. Sono un ragazzo normale che fa il suo lavoro. Per i risultati è lo stesso, c'è frustrazione quando non facciamo le cose fatte bene ma mancano 35 partite. I giocatori hanno qualità, l'allenatore anche, siamo consapevoli del momento ma siamo carichi e motivati per trasformare il problema in una situazione positiva. Tranquilli".