ROMA CHANNEL - Daniele De Rossi torna a parlare. Il numero 16 giallorosso è il giocatore più utilizzato da mister Garcia e ha concesso un'intervista al canale tematico giallorosso a due giorni dalla sfida di Milano contro il Milan. Queste le sue parole:
Come stai? Come stai vivendo questo momento?
Bene, moralmente perchè stiamo vivendo una stagione entusiasmante. Fisicamente non è il mio miglior momento a causa del problema all'alluce del piede sinistro. Ma è una cosa che risolverò in breve tempo grazie al riposo per la sosta. Non c'è bisogno di altro.
Nessun problema contro il Milan?
Continuerò ad allenarmi come ho fatto finora. Qualche aiuto con gli antidolorifici e riesco a giocare quasi come se niente fosse.
(viene mostrato un video della prima intervista al calciatore)
Impressionante la differenza, somiglio molto a mio cugino che ha ora l'età che io avevo nel video. Rimarrà un ricordo piacevole, ricordo tutto, c'era ancora 90esimo minuto. Tornavo a casa e quel giorno c'ero io su 90esimo minuto che era un appuntamento settimanale per tutti gli italiani. Non c'erano tutti i canali che ci sono ora, e fu un momento bellissimo nonostante non parliamo di 50 anni fa. Non scorderò mai il primo gol in A.
Ti consideri un predestinato?
Diciamo che mi spiego tutto con il fatto che sono uno con una buona dose di sangue freddo. Quando gioco divento un pò più duro e ho sempre affrontato tutto con grande serenità e professionalità. Per un ragazzo giovane l'approccio alla gara vera è difficile, io l'ho sempre vissuto bene. Predestinato? Un titolo che va attribuito ai fuoriclassi assoluti, che nascono una volta ogni 10 anni. Penso solo di essere un giocatore con grande carattere, ricordo anche le parole di Capello che sottolineava questa dote: quello che dice lui per me è sempre legge.
Il significato del gol a Livorno?
Lì già mi sentivo un altro. E' stata un'estate particolare per me, lo sanno anche i sassi. Non mi sentivo quasi più quello che ero per i tifosi, la gente e i compagni. Facemmo un'amichevole a Terni e mi trovai in difficoltà prima della partita. Non sapevo perchè andavo a giocare, pensavo che quello che era successo due mesi prima fosse impossibile da cancellare. Le cose si riconquistano e quel gol a Livorno fu importante per il nostro inizio e una spinta anche per me, nonostante quel giorno già fossi deciso sul futuro. Non pensavo di vincerle tutte ma avevo già inquadrato i miei compagni e il mio allenatore.
Ti dà fastidio che De Rossi vada "recuperato"?
E' una città che tende a gonfiare un pò tutto. Quando vai bene sei un supereroe e va accettato pure che una stagione sbagliata diventino 4 stagioni sbagliate. E' un giochetto che viene in automatico quando in città si vive di pallone: è bello e brutto per questo motivo il calcio, perchè è di tutto e possono parlare tutti. Molti parlano per interessi o poca cognizione ma sforiamo in un problema più ampio: ovunque ci saranno persone che non sanno ciò che dicono, sta alle persone giudicare con onestà l'operato, presente e passato. Custodisco gelosamente anche i miei insuccessi, le stagioni negative che ci sono state e sono sicuramente cose dal quale migliorare.
Nel libro di Cagnucci c'è la descrizione di te con la Curva. Il rapporto con la tifoseria
Tutto molto spontaneo, molto poco studiato. Anche quando guardo il calcio preferisco sempre l'esultanza disordinata, esagerata, quasi da imbarazzo piuttosto che le esultanze studiate. Il giocatore sanguigno mi piace.
Sensazioni sul video (mostrata una clip) del tuo passato?
Ricordo tutto. I gol in sè l'ho visti tante volte, ma io guardo i momenti. Il gol con l'Inter non riesco a vederlo con gioia, a quella stagione ci ripenso a volte anche di notte. Quella fu una serata meravigliosa, fantastica, quelle per le quali vale la pena giocare a calcio ma c'è sempre dietro il ricordo negativo di essere arrivati secondi. Fu una bella mazzata. Il calcio ti regala cose che tanti fuori non vedono: quello che mi ha regalato il calcio non si può mostrare in una clip. Posso condividerlo con i tifosi ma il rapporto con i compagni, il cazzeggio, i momenti non si possono raccontare. Sorrido a pensare a certi episodi.
Dal 26 maggio cos'è cambiato?
Le differenze sono evidenti, basti guardare la classifica, sentire l'umore della piazza. E' stata una spinta importante anche se tanti protagonisti di quest'anno non sanno neanche cos'è stato il 26 maggio. Quello che si è creato è anche figlio di quella partita. Hai preso del materiale umano che va oltre i calciatori. Giocatori che hanno vinto, con la mentalità, che sono qui per vincere. E credo che hai preso uno dei migliori allenatori: forse il migliore nella gestione del gruppo. Di meglio non si poteva scegliere, per quel momento storico, anche pensando a fenomeni come Capello, questo credo sia stato l'allenatore perfetto per riprendersi dal momento più basso della nostra storia. Ci voleva il suo carisma, la sua pacatezza che ci hanno aiutato a ripartire. Ricordo già in America si respirava un'aria nuova: non avremmo affrontato la stagione svaccando come negli anni passati. C'era qualcosa di importante e si vedeva già da lì.
Garcia ti ricorda Capello?
Credo che i record e i numeri li abbiano avvicinati molto. Capello per me è l'esempio che mi ha fatto diventare un calciatore rispettoso. E' un fenomeno dal lunedì alla domenica, ti guarda, è leale ed è fortissimo. Garcia ha queste qualità ma, forse, per l'età è più vicino ai giocatori. Non che Capello fosse un musone ma era forse un pochino più rigido. Garcia è forse più attaccato nel rapporto quotidiano con i giocatori.
Quali obiettivi?
Gli obiettivi sono chiari da inizio anno: non ho dato tanto peso a chi diceva che l'obiettivo era tornare in Europa. La squadra non si deve accontentare, l'obiettivo è la Champions. Per come è iniziata e per dove siamo adesso non possiamo fare altro che continuare a vincere le partite. Se domani ci fosse Juventus-Napoli, domani tiferei per il Napoli: non ho paura di chi ci segue. Voglio riprendere la prima, noi vogliamo farlo. Quando parlavo del carisma, c'è gente abituata a vincere. La mentalità non cambia mai, nemmeno dopo i pareggi. Il momento non è finito, si è interrotto con partite sfortunate, portieri che fanno le partite della vita, sfortunati sulle decisioni arbitrali come il rigore su Pjanic a Torino e il rigore contro l'Atalanta. Credo che la Roma a livello arbitrale abbia avuto il suo, non penso ci abbiano danneggiato tanto. Chi ci stava davanti, in un momento preciso è stato fortunato su alcuni episodi che, però, ci possono stare in un campionato. Episodi che si pareggiano nell'arco di una stagione: aspettiamo di pareggiarli.
Ci pensate alle diffide?
No, ma sappiamo che dobbiamo gestirle. Specialmente noi che siamo nello stesso ruolo come me e Kevin. Se prendessimo tutti e due l'ammonizione sarebbe sbagliato. So che Juventus Roma è molto attesa ma non finirà lì il campionato. Dobbiamo andare lì ed affrontarla al meglio con, al massimo, 3 punti di distacco.
Ti fa paura il Milan?
Ho giocato contro i Milan di Nesta, Pirlo, Kaka. Era una squadra travolgente, che vinceva Champions: era un altro Milan. Questa squadra viene da un momento di difficoltà, ora si è ripresa. La partita sarà molto difficile, più di quanto poteva essere un mese fa.
Un augurio di Natale?
Auguri di salute, serenità. Un buon anno e gioie legate non solo alla nostra squadra. Il tifoso romanista si merita di gioire come nei mesi appena passati, per scacciare le ultime 2 stagioni.