Petrachi: "La Roma mi è stata scippata. Ho costruito io questa difesa. Perché non arrivò Conte? Tante parole e pochi fatti" (VIDEO)

09/04/2022 alle 16:29.
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OCW SPORT - Gianluca Petrachi è tornato a parlare di Roma e della sua esperienza in giallorosso. L'ex direttore sportivo della Roma è stato ospite del canale OCW Sport e si è soffermato su alcuni momenti vissuti quando lavorava a Trigoria. Ecco alcune delle sue parole:

"Cosa mi ha lasciato Roma? Solo bei ricordi. L'ho lasciata troppo prematuramente, anzi mi è stata scippata. È successo quello che tutti sanno, sono stato licenziato per una giusta causa che non è stata mai confermata, anzi il giudizio è stato contrario. Dello spogliatoio ottimi ricordi. La città stavo imparando a conoscerla, ci metti tanto a farlo. Nutro grandi ricordi nonostante la separazione dolorosa da parte mia, non rinnego nulla di ciò che ho fatto".

Un ricordo particolare che ti lega alla squadra? 
"Ho avuto un impatto importante con i ragazzi, ho solo bei ricordi. A parte un mercato totalmente rivoluzionario, sono usciti 15 giocatori e ne sono entrati altrettanti, ho visto passare tanti ragazzi, ma posso dire che gli attestati di stima che ho avuto anche dopo, che hanno continuato a cercarmi. Vuol dire che ho lasciato qualcosa. Per quanto riguarda i tifosi, sarà il tempo a dire se ho fatto bene a prendere Spinazzola o Pau Lopez, Mkhitaryan, Villar, il tempo è sempre galantuomo".

Che voto ti dai alla Roma? Spinazzola, Veretout, Mkhitaryan...
"Guardo il dato dei fatti. La difesa della Roma di oggi è totalmente mia, Mancini, Smalling e Ibanez li ho portati io, Veretout a parte quest'anno una stagione così e così l'anno scorso è stato uno dei migliori centrocampisti in Italia. Ci sono state cose fatte bene, ma è chiaro che se sposti 15 giocatori qualcosa può accadere. Anzi, è normale, altrimenti saresti un fenomeno. Non mi piace dare voti, è bello sentire che qualcuno si ricordi che tanti giocatori e soprattutto a certi prezzi siano arrivati in quel momento e ora siano ancora titolari".

Perché non è venuto alla Roma? 
"A volte ci sono dei momenti storici in cui i dettagli possono fare la differenza. In quel momento storico si poteva fare qualcosa in più e non lo si è fatto e per diversi motivi le cose non sono andate come dovevano andare".

Qualche giocatore in più?
"A volte allenatori, calciatori e direttori vivono di empatie. Devi poter dire a una persona 'mi piacerebbe che tu venissi a Roma', se lui mi chiede 'perchè?' io glielo spiego. Le parole supportate dai fatti fanno la differenza e in quel momento storico c'erano tante parole, ma i fatti non erano così sostanziosi".

Qual è la conferenza stampa che rifaresti e quella che mai avresti voluto fare?
"Quando hai delle responsabilità devi metterci la faccia e io l'ho fatto sempre, a tutela dei miei giocatori. Quando la società si dimostra latitante e nel caso specifico lo è stata, naturalmente io per difendere cose che uscivano e non erano vere lo facevo ed ero quello che difendeva i calciatori dalle sciocchezze che uscivano o che non dovevano uscire. Quello che è uscito contro l' nell'era Mourinho è la prova palese. Se un allenatore si sfoga e c'è qualcuno nello spogliatoio che riferisce quelle cose dette per motivare la squadra...non sono cose da riferire ai media, perché ti stanno rubando in casa, i panni si sono sempre lavati in famiglia e io non posso far passare il fatto che escano delle cose. A volte escono anche false. E lì Gianluca va a supporto dei suoi ragazzi, perché qualcuno deve farlo, perché se non lo facevo io al campo e ti dicono ' anche tu sei un altro pupazzo, invece di difenderci ti nascondi dietro una scrivania'. Nel calcio esistono regole non scritte, io le conosco perché ho fatto il calciatore e cerco di riprodurle".

Ci sta che nell'intervallo il direttore entri nello spogliatoio, invece quando lo hai fatto è stato un problema, perché? 
"Ahimè a Roma c'è questo mal costume. C'è qualche persona che purtroppo lì dentro spiffera, parla, in tante altri contesti queste cose capitano e non escono fuori. Io ho cercato di difendere questo, ma purtroppo determinate cose le paghi. Quello che mi è accaduto è stato bizzarro, la Roma non andava male".

Sull'addio alla Roma:
"Se ci fosse stata una comunicazione diversa con il presidente le cose sarebbero andate diverse, è il mio dispiacere. Si stava portando avanti un lavoro importante, ma la cosa che mi ha fatto piacere è che lo stesso presidente ha poi riconosciuto che si era sbagliato e che gli avevano raccontato cose false. Le verità sono venute fuori dal tribunale, aver vinto moralmente è stato troppo importante. Potevo accettare ogni situazione, ma per me era importante uscire pulito da questa situazione, perché mi sono fatto il mazzo per la Roma. Tutti commettono errori, anche io, ma per me si stava facendo un grande lavoro ed era l'anno della trasformazione".

Sulla partita tra Bodo e Roma:
"Mi è dispiaciuto che la Roma abbia perso questa partita, il campo era difficile. I giallorossi stavano venendo fuori da una situazione complicata durante la stagione. La Roma ha tutto per riprendersi e vincere la gara di ritorno".

Sulla sua immagine:
"In molti continuano a far veicolare un'immagine di Gianluca che non è quella realistica. Non ho rapporto con molti giornalisti, ma c'è ancora gente che scrive delle barzellette e questo stanca. Vorrei che si giudicasse il professionista per quello che ha fatto e non per le chiacchiere che si dicono in giro". 

Sul suo futuro:
"Le esperienze all'estero non mi hanno convinto, preferirei rimanere in Italia. Non conosco benissimo l'inglese, quindi dovrei fare corsi accelerati. Tendo sempre a comunicare molto con i calciatori e ad avere un rapporto stretto con loro, quindi se andassi all'estero magari perderei un po' del mio valore".

Su Gianluca Mancini. Rifaresti questo acquisto?
"Mancini è un giocatore che sta in Nazionale e questo la dice lunga sulla bontà del calciatore. A volte pecca di presunzione, nel senso buono della parola. Conosce e vede prima la giocata, è molto intelligente, ma a volte esaspera questa cosa e tende a diventare prepotente. Se rimane un filino più umile è un giocatore di livello, ma quando sfocia in quel filino di presunzione si porta dietro qualche sciocchezza che si porta anche in campo. Credo comunque che sia un buon giocatore."

Sul rapporto con i giocatori:
"Con Smalling e Mkhitaryan, che ora sta giocando in un ruolo non suo ma fa sempre la differenza, è rimasto un ottimo rapporto. Queste sono le cose belle che un direttore ama avere e ricevere. Anche quella di Spinazzola è stata una grande operazione. Ora ha avuto quell'infortunio, ma in Europa abbia dimostrato di essere un terzino che tutti ci invidiavano. Quella è stata un'operazione furba, la Roma lo ha pagato 7 milioni. Lui è stato il mio primo acquisto dell'era romana".