Totti, la grande tristezza: entra e salva la Roma ma con Spalletti è finita

18/04/2016 alle 13:24.
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LA REPUBBLICA (E. SISTI) - e litigano davanti agli spogliatoi dello stadio di Bergamo. Fine acida ma non del tutto sorprendente. Covavano troppe tensioni e l’estinguersi progressivo dell’efficienza che ha rilanciato la Roma (e tenuto in panchina ) le ha fatte emergere di colpo. La Roma aveva appena concluso la sua squilibrata recita pareggiando una partita prima stravinta e poi strapersa (Borriello avrebbe meritato il 4-2). In poco più di sette minuti aveva rimesso in piedi la baracca praticamente da solo. Lui e il suo intramontabile, disdegnato talento, lui che da luce è diventato una macchia, un sopportato, uno “straniero” da mettere in regola. Una rete e un assist dell’altro mondo per il possibile 3-4. Ma il punto è: in quale mondo vive ?
La Roma dalla personalità multipla era stata capace di buttarsi via e perdere aderenza proprio quando si sarebbe dovuta sentire più forte: sul 2-0. Al posto della superiorità si son viste gambe tremare, centrocampisti addormentarsi, schiacciarsi sulla propria difesa. Il tutto senza motivo. Mentre l’Atalanta risorgeva con Gomez e Borriello, la Rometta affogava nella sua ritrovata mediocrità psicologica, rendendo ridicola la generosità di e sin troppo evidente l’inadeguatezza di e (dei quali si è fidato per la seconda volta consecutiva).
Umori fetidi al fischio finale. era già stato espulso. esce imbestialito nonostante le prodezze. Li sentono in parecchi quando cominciano a stuzzicarsi. non se la prende direttamente con la squadra: bensì con la sua storia. non ci sta. Alza la voce, lo incoraggia, le frasi sono sempre più secche e provocatorie. C’è chi azzarda: «Hanno rischiato di appendersi al muro». replica: «Mai messo le mai addosso a un mio giocatore». Da grande bellezza a grande tristezza. Trigoria scopre che tra le ceneri dei vecchi campioni c’è ancora vita. Ciò infastidisce. Ora torna tutto in discussione, la classifica, il futuro, gli acquisti, le cessioni, la panchina, , . «Non cambia nulla», dice . Ma ne siamo proprio sicuri? Tra la gente giallorossa serpeggiano malessere e malanimo, i social si scatenano. E’ probabile che un gol non basti per ripensare all’ipotesi di un allungamento del contratto. Ma dietro la porta chiusa di quello spogliatoio c’è ormai un mondo spaccato in due. Nello Style, nel calcio flipper dei senza ruolo, non è previsto. Se entra e decide vuol dire che lo Style non ha funzionato o il flipper s’è rotto e allora riappare la squadra di . Non si sente giocatore: è ancora giocatore. Qualcuno non sopporta. dice: «Abbiamo vinto nove partite senza ». Ma anche senza e . nelle parti del redentore di giornata e nella parte di chi deve sminuirne i meriti: «Quel gol lo farà anche fra tre anni, sono altre le cose che non vengono portate alla luce». Ieri ha evitato alla Roma di chiudere bottega in anticipo. Conterà qualcosa.
La situazione è questa. C’è un tale che gioca, sembra, a dispetto dei santi anche spezzoni di partita. Segna, sembra, a dispetto dell’età. Risolve e trascina il tifo, sembra, a dispetto di chi non vede l’ora di accompagnarlo alla porta: «Grazie Checco, è stato bello ma adesso vai e per favore non voltarti indietro». Il suo nome è . E chiede asilo.