Viaggio nella crisi

01/10/2012 alle 09:27.

IL TEMPO (T. CARMELLINI) - Il giorno dopo è quello dei bilanci: drammatici. Il rientro della Capitale dopo lo «sveglione » rimediato allo Juventus Stadium ha il sapore amaro della sconfitta. Ovvio che la partita contro la prima della classe,staccata a paletti dal resto del gruppo, non doveva essere quella della vita da vincere a tutti

Come sempre i proverbi popolari non sbagliano emai come in questo momento il detto che ricorda come «il pesce puzzi sempre dalla testa»sembra calzare alla situazione. È chiaro che la scorsa estate laRomaha sbagliato mercato, o comunque ha sottovalutato alcune lacune che già nella passata stagione erano evidenti. Quando il ds giallorosso dice che la «squadra è assemblata male», ammette di fatto gli errori commessi nell’ultima finestra di mercato e che probabilmente già a gennaio la Roma cercherà di correggere. Il punto debole è chiaramente la difesa: lì non sono arrivati i terzini in grado di darelaqualitàelegaranzierichieste a una squadra, tantopiù se ad allenarla è Zeman. Piris fin qui è stato un flop e le scelte del tecnico a Torino lo hanno definitivamente tagliato fuori dalla Roma. Su Burdisso forse si è peccato di ottimismo, perché dopo un infortunio così era difficile immaginarlo a posto già da subito. Balzarettiancora non è riuscito a giocare due partite di fila e il «povero» da solo lì in mezzo non puòmolto.Pernonparlare dei ricambi: praticamente inesistenti vistocheZeman è dovuto ricorrere a Taddei eal diciotenneMarquinhos. Vero anche che i problemi della difesa partono da centrocampo: Tachtsidis, al momento, non può giocare in serie A... in futuro probabilmente sì. rischia di diventare un altro caso-Juan e da solo non può cambiare la Roma.

Poi c’è il tema per il quale andrebbe aperto un capitolo a parte. Non solo il centrocampista di Ostia non è al meglio della condizione (e fin lì ci può stare),ma chiaramente non ma giocare decentrato e soprattutto sembra essere il primo a non crederci. Le sue dichiarazioni nel post- sono forse peggiori della bruttissima gara giocata in campo nella quale non ha messo ne qualità, tanto meno personalità. Alla Roma, mai come adesso, serve il vero: perché sei punti di riferimento come lui non ci credono, allora la stagione non inizia bene per niente. Quindi c’è il fattore infortuni: troppi, sette quelli muscolari fin qui, sintomo che fa scattare il campanello d’allarme in vista delle prossime gare.

Questione di preparazione? Dulcis in fundo Zeman, per molti il vero artefice del capitombolo giallorosso già finito sulla graticola mediatica dopo questo avvio di stagione. Chiaro che il tecnico ha la sua dose, abbondante, di colpe: perché se la squadra gira amille ilmerito è suo, mase si accartoccia su se stessa le responsabilità non possono che essere le sue. Un po’ riduttivo dire «la squadra non fa quello che le dico», perché forse il boemo si dovrebbe fare qualche domanda sul perché. La società, dopo il ko di Torino, si è apprestata a blindarlo: giustamente. Cambiare adesso sarebbe deleterio e innescherebbe, molto probabilmente, dinamiche autolesionisti che già note alla sponda giallorossa del Tevere.No,l’obiettivo adesso è rimettere insieme i cocci (a partire dal faccia afaccia didomani)ecercaredi capire cosa e perché non ha funzionato:sempreeassolutamente con Zeman.