Vittoria inutile e adesso Spalletti è più lontano

05/04/2017 alle 14:40.
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LA REPUBBLICA (F. FERRAZZA) - Se, come diceva prima del fischio d’inizio, «questa è la partita più importante della mia vita», il fallimento contro la Lazio rischia di pesare oltre il dovuto sulle spalle di una Roma ferita e costretta a leccarsi le ferite di una serata buia. La rimonta non riesce alla squadra giallorossa, stritolata dalla sconfitta dell’andata (2-0) e incapace di regalare una notte da sogno ai suoi tifosi nel derby più atteso. La vittoria per 3-2 - firmata e (doppietta) - non basta a ribaltare un destino avverso che inesorabilmente fa sfumare l’accesso alla finale di coppa Italia.

La gente prova ad aiutare i giocatori, riempiendo di nuovo la Sud, complice la rimozione delle barriere che, fino a ieri sera, avevano svuotato e silenziato la curva. Ma la festa di colori e cori si vive solo sugli spalti, mentre in campo il gruppo naufraga lontano da una riva che, a questo punto, apre a un futuro tutto da decifrare. A un certo punto i tifosi cominciano a invocare anche l’ingresso di , santino al quale aggrapparsi per tentare il miracolo. E il numero dieci entra a una decina di minuti dal fischio finale. Elettricità pura, quella che si trasferisce dalla curva al capitano giallorosso, che però non riesce a trasformare la sua presenza in favola. Troppo tardi, impossibile a quel punto ribaltare una gara ormai finita. «La partita con la Lazio tirerà per forza di cose un bilancio», l’ammissione del , prima della gara, risulta profetica in negativo: la Roma non raggiunge la finale di coppa Italia e la società deve ora immergersi a testa bassa in una nuova programmazione. Si aprirà da oggi un altro capitolo della storia romanista. D’altra parte è piuttosto chiaro da qualche settimana: «Se non vinco un trofeo, vado via», le parole ripetute più di una volta dal tecnico che, a questo punto della stagione, sembrano somigliare a un addio. Sfumata la coppa Italia, il mister toscano affronterà il discorso legato al suo futuro con la società che, nel frattempo, ha preso Monchi dal Siviglia.

Il nuovo ds sarà a Roma nei prossimi giorni. Metterà piede per la prima volta a Trigoria e conoscerà , del quale ha già detto - in una delle sue tante interviste rilasciate ultimamente - di non sapere se resterà. Un dubbio da sciogliere, al di là di quello che sarà l’andamento finale in campionato, seppur matematicamente la caccia alla resta aperta. La linea spartiacque è stata tirata ieri sera, si alzerà ora il sipario sulla programmazione del prossimo futuro. E la chiarezza su chi siederà in panchina nei prossimi anni è la prima cosa dalla quale la società giallorossa vuole ripartire. Parallelamente la Roma deve terminare un’annata che ha in calendario un altro derby di campionato. Si ripartirà domenica prossima da , con il rientro da titolare di , tenuto in panchina contro la Lazio perché ancora non al meglio. Poi, il sabato di Pasqua, all’Olimpico arriverà l’Atalanta, mentre a la squadra andrà dieci giorni dopo, visto che si giocherà di lunedì sera (24 aprile). Poi, in fila, un trittico micidiale: Lazio, Milan e , prima delle ultime due stagionali contro Chievo e . Tanti punti in palio, con la matematica a tenere aperto sia il discorso scudetto, sia il discorso secondo posto. Secondo posto che è vitale per il club di Trigoria, al quale resta legata la possibilità di rinnovare contratti importanti — , , e — sempre che il greco non sia già destinato ad esser ceduto.

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