Stadio della Roma: il mistero del parere sulla delibera che la Raggi vuole annullare

10/03/2017 alle 23:04.
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IOGIOCOPULITO.ILFATTOQUOTIDIANO.IT (S. NASTASI) - Il progetto per il a sembra ormai diventato un qualcosa a metà tra un romanzo a puntate e uno di quei giochi da tavolo che non finiscono mai. E dopo il no della Regione ad una nuova proroga della Conferenza dei Servizi, arrivano le ultime dichiarazioni della sindaca Virginia Raggi che annuncia ufficialmente la possibile revoca della delibera 132 approvata sotto la giunta di Ignazio Marino.

(...) Un atto che sin dalla campagna elettorale, l’allora candidata Virginia Raggi ha sempre detto di voler annullare. Aggrappandosi all’esistenza di non meglio precisati vizi di legittimità che avrebbero reso la delibera annullabile ma soltanto qualora fossero stati accertati. E proprio sull’esistenza di questi vizi la sindaca avrebbe costruito parte della sua strategia per portare i proponenti a scendere a miti consigli. Accettando le condizioni poste dal Movimento 5 Stelle (taglio delle cubature del 50% al progetto iniziale) per concedere il via libera alla costruzione dello stadio.

Ma adesso come racconta Il Tempo, sembrerebbe che quel famoso parere che la Raggi avrebbe richiesto all’Avvocatura capitolina, in realtà non contenesse alcunché di tutto questo. Perché nel documento firmato dal capo ufficio Carlo Sportelli e dell’avvocato Rodolfo Murra (che sarebbe arrivato sul tavolo di Virginia Raggi il 19 gennaio scorso e che la sindaca avrebbe tenuto appositamente nascosto) ci sarebbe stato scritto che “in presenza di un atto di ritiro di detta manifestazione di interesse, qualificabile come “revoca” il proponente sarebbe teoricamente legittimato a richiedere un “indennizzo economico”. Facendo dunque intendere che la delibera approvata sotto la giunta Marino fosse in realtà del tutto legittima e priva di “vizi di legittimità” che altrimenti non avrebbero “legittimato” il proponente a chiedere un risarcimento. (...)

Ma non sarebbe questo il caso, perché come noto la “proposta” della Roma e di Eurnova, aveva ottenuto il riconoscimento del pubblico interesse sia da parte sia della Giunta Marino che del Consiglio comunale. E per questo, i proponenti avrebbero potuto chiedere, come peraltro già annunciato dal della Roma Mauro Baldissioni, un risarcimento milionario. Il quale invece, sempre secondo quanto riporta Il Tempo, sarebbe stato escluso da un nuovo parere richiesto ancora dalla Raggi e firmato questa volta dall’avvocato Sergio Manganelli che secondo il quotidiano di piazza Colonna sarebbe stato “un parere su misura” costruito sulle richieste della sindaca. La quale, come poi realmente avvenuto, avrebbe utilizzato questo parere per raggiungere l’accordo annunciato il 23 febbraio. Che taglia le cubature e toglie i grattacieli (per far spazio a palazzine di 7 piani) ma probabilmente (anche se si aspettano i documenti ufficiali) anche alcune opere di pubblica utilità. Ma di fatto, fa ripartire daccapo l’intero procedimento. Perché nonostante la Raggi dica il contrario, la Regione Lazio guidata dal democratico Nicola Zingaretti, non sembra orientata a concedere il via libera definitivo al progetto 2.0.

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