La Roma esce da Roma, giocando una partita coraggiosa e sfortunata, come le è successo parecchie volte in Europa. La rimonta è riuscita solo a metà: è pesato come un macigno il gol concesso a Lacazette nei minuti di recupero della prima sfida. Il 2-4 ha costretto la Roma a una gara forsennata, che è stata pagata sul piano della lucidità in alcune scelte finali, ma mai sotto quello dell’impegno e della voglia. La serata mostra presto la sua faccia da matrigna: prima la traversa di Ruediger e poi la prima delle tante parate decisive di Lopes nella stessa azione (6′). La gara si infiamma tra il 16′ e il 17′. Ruediger concede una punizione che Valbuena calibra da destra: proprio come era successo all’andata è ancora gol del giovane difensore Diakhaby, questa volta sfuggendo a Fazio e Manolas. La Roma reagisce subito e pareggia in un minuto, con Strootman, in mischia. Servono due gol, è come aver iniziato la gara con 17 minuti di ritardo.
Un altro snodo decisivo arriva appena è iniziata la ripresa: Nainggolan colpisce di testa dopo 45 secondi e Lopes risponde con un miracolo. Spalletti inserisce El Shaarawy per Peres e i frutti sono immediati: il primo cross del Faraone innesca l’autogol di Tousart e l’Olimpico diventa una bolgia. Manca ancora mezzora. Ci sarebbe il tempo per il terzo gol, ma non c’è la fortuna. Per la cronaca, anche il Lione spreca due o tre occasioni clamorose in contropiede e Alisson si dimostra gran portiere.
(corsera)