LA STAMPA (M. GRAMELLINI) - Trovo abbastanza surreale che il mondo del calcio si finga inorridito e sconvolto dall'ultima sortita del sor Lotito, intercettato al telefono mentre millanta il suo potere con il dirigente di una squadra minore. II ducetto della Lazio strilla che il presidente soprammobile della Lega Calcio, tale Beretta, «conta zero» e che squadre come «er Carpi» e «er Frosinone» sarebbe meglio non salissero in serie A perché hanno pochi tifosi. Sai che pensieri originali. Lotito si è limitato a darvi fiato con i suoi accenti da bullo. L'unica sorpresa è il mancato uso del latinorum, rimpiazzato da un italiano ancora più pericolante.
Eppure le sue «rivelazioni» hanno suscitato scalpore. Come se l'omarino laziale fosse un'eccezione di pessimo gusto e non soltanto uno dei tanti mostri che sfilano sulle passerelle unte del nostro sport preferito. Vogliamo parlare di quell'assatanato che strabuzza gli occhi roteando la sciarpa della Sampdoria come un lazo? O della macchietta che Galliani e Lotito hanno issato al vertice della cattedrale pallonara, l'incredibile Tavecchio, squalificato in Europa per frasi razziste ma in Italia scrittore di due libretti inutili sul calcio, che egli stesso ha fatto comprare con soldi pubblici alle federazioni da lui presiedute? In Spagna o in Inghilterra simili individui faticherebbero a entrarci, in uno stadio. Altro che recitarvi la parte dei padroni. Se Renzi fosse il dittatore che purtroppo non è, avrebbe già commissariato questa banda di mediocri, sostituendola con un esperto di calcio che parli almeno l'italiano