IL TEMPO (D. DI SANTO) - Gli strascichi della telefonata Lotito-Iodice continuano a far parlare il mondo del calcio. Tranne a Formello dove ieri, in occasione della conferenza stampa di Pioli per la gara contro l’Udinese, le domande sulla conversazione tra il presidente della Lazio e il dirigente dell’Ischia sono state espressamente vietate dal responsabile della comunicazione biancoceleste.
Il patron della Lazio e consigliere federale, che nella telefonata registrata a sua insaputa e passata a Repubblica sparava a zero sul presidente della Lega di A Beretta e sulle «piccole» che ambiscono a raggiungere il calcio che conta, minaccia ora di adire le vie legali. «Ho dato mandato ai miei avvocati di tutelare la mia persona e la mia posizione istituzionale in sede giudiziaria, sia penale che civile - si legge in una nota di Lotito - intendendo così reagire ad una manovra subdola ed accertare la responsabilità del signor Iodice e di tutti coloro che a qualsiasi titolo hanno utilizzato, o diffuso, un colloquio telefonico abusivamente registrato».
Il dg dell’Ischia, Lega Pro, rilancia con le denunce per «diffamazione e minacce» sulle quali è al lavoro lo studio Bellacosa di Nocera Inferiore. E soprattutto con un dossier che verrà portato martedì al procuratore della Figc Stefano Palazzi dal legale Eduardo Chiacchio sui contenuti di altre due telefonate con Lotito. Ieri il dirigente campano è tornato ad accusare il patron biancoceleste: «Se Lotito non viene sanzionato è la prova che nel calcio esiste una cupola mafiosa che va sconfitta», ha detto annunciando che ci sarebbero «almeno una decina di presidenti di squadre di Lega Pro pronti a testimoniare in un’aula di tribunale di aver subito le pressioni di Lotito con telefonate dai toni minacciosi in vista dell’assemblea di lunedì. Lotito vuole procedere in tribunale nei miei confronti? Sono io a doverlo fare nei suoi e spero di non essere l’unico. Il mio auspicio è che siano le autorità federali a procedere contro di lui». Il dirigente dell’Ischia spera di non restare solo nella sua battaglia e chiede l’aiuto del governo: «C’è bisogno di un intervento autorevole di Renzi e Delrio per sconfiggere la spirale di minacce ed estorsioni».
A dare il fischio d’inizio della partita giudiziaria sono però i Verdi, con l’esposto depositato alla procura di Roma dal portavoce Angelo Bonelli. «I contenuti di quella conversazione privata, che sono stati resi pubblici, riteniamo debbano essere approfonditi in sede giudiziaria», dichiara Bonelli che si chiede: «In serie A le squadre ci vanno perché segnano gol o perché c’è qualcuno che le porta?».
La questione è anche politica. Per Daniela Santanchè, deputata di Forza Italia, «Lotito è solo il capro espiatorio di chi vuole portare un attacco concentrico al cuore della nuova Federcalcio» e «chi gli si scaglia con tanto livore appartiene a quella parte del Paese che ha nel suo vocabolario solo le lettere "C" di conservazione, "I" di invidia e forse anche la "F" di frustrazione».
Ignazio Abrignani, sempre di FI, parla di «ennesimo uso improprio di intercettazioni abusive e illegalmente distribuite agli organi di stampa per colpire chi vuole portare riforme e innovazione». Solidarietà al consigliere federale arriva anche dall’eurodeputato leghista Gianluca Buonanno: «Lotito avrà pure le sue colpe, ma gli altri cosa hanno fatto? Pena. Chi oggi lo accusa va accompagnato alla porta con un bel benservito».
Il presidente dell’Assocalciatori, Damiano Tommasi, è convinto però che «non si può passare sopra a queste cose» che «succedono quando il progetto sportivo non è al centro delle decisioni. Se togliamo la base, i fondamenti - ha spiegato Tommasi - c’è davvero il rischio di destabilizzare tutto».