Ritornano i marziani l’Italia all’esame di Ronaldo e Messi

17/03/2018 alle 13:04.
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LA REPUBBLICA (E. GAMBA) -C’hanno appioppato le due squadre più forti della nazione più forte del mondo. I due calciatori più forti dell’universo. Gli ultimi dieci Palloni d’oro, le ultime quattro (e sei delle ultime otto). Gli ultimi quattro Mondiali per club. Due mastodonti carichi di gloria denari e trofei stanno per abbattersi sul calcio italiano, il sulla , che nei pronostici è un po’ sfavorita, e il sulla Roma, che è molto sfavorita: però mica è detto, fatto, deciso, nonostante tutto e soprattutto nonostante Ronaldo e , che restano i due soli attorno ai quali ogni pallone orbita. Però, però, «però il dovrà sudare, per eliminarci» ha ringhiato . «Avevo promesso a mio figlio che, nel caso, lo avrei portato al Camp Nou: è fortunato, vedrà uno stadio e un giocatore meraviglioso, il suo idolo. una maglietta me la regalerà». Però, però, «però se vuoi diventare tu campione, devi eliminare quello uscente», ha annotato Allegri, in preda a una certa euforia. «Sono molto contento perché saranno due meravigliose partite. Se saremo più bravi e un po’ fortunati, passeremo: l’anno scorso ai quarti battemmo il , magari quest’anno ai quarti batteremo il , che comunque è favorito per la . L’ho detto tre giorni fa e lo confermo».

Non è male che Roma e abbiamo accolto questo sorteggio, probabilmente il peggior sorteggio possibile, con orgogliosa incoscienza. Buon segno. Ma non c’è nulla di campato per aria, perché è vero che il sta dominando la Liga ed è in corsa per il triplete (come Bayern e ), è vero che in campionato e in è ancora imbattuto ed è vero che è ormai un giocatore trascendente, ma è vero pure che di recente i blaugrana hanno avuto una flessione e non sono quelli dell’autunno. E poi potrebbe mancare Busquets, che si è recentemente fratturato un dito del piede: è un giocatore fondamentale e l’anno scorso la sua assenza ( per ) fu determinante nel 3- 0 con cui la batté il allo Stadium. Non esiste un altro che sappia fare quello che sa far lui, che da un’equilibrata logica a tutto il talento che gli sta attorno.
In quanto al , non elimina la dal 1986 ( ai rigori, per altro). Vero che ha vinto due finali e Cardiff ancor fa male, ma se poi la l’ha sempre e implacabilmente fatto fuori tra andata e ritorno (1996, 2003, 2005, 2015), battendolo anche due volte su quattro quando l’ha incrociato nei gironi, un motivo ci sarà ed è precisamente il motivo su cui farà leva pure stavolta: se nella partita secca il sa far pesare come nessun altro la carismatica consuetudine con le finali ( ne ha giocate 15 e vinte 12), la doppia gara la sa incanalarla tatticamente come nessun altro. Sa avere pazienza, sa far finta di lasciare l’iniziativa, sa colpire chirurgicamente e resistere stoicamente e il una sorta di complesso lo ha maturato, negli anni. Questo spiega l’euforia di Allegri, che sa anche che a stanno vivendo la peggior stagione degli ultimi anni: che la Liga è andata da un pezzo, la Copa del Rey pure e il cammino in non è stato così lineare, con già 9 gol al passivo. Però adesso le cose stanno cambiando e soprattutto è cambiato Cristiano, che nel girone di ritorno viaggia a una media di un gol ogni 49,6 minuti mentre prima per segnarne uno ne impiegava 311,5. Sembrava diventato un alieno, è tornato un marziano. Ma la sa essere terra terra, e questo aigalacticos del proprio non va.