Agnelli: "Lega di A senza autorità. In James Pallotta abbiamo trovato un alleato"

12/03/2015 alle 19:13.
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DIE ZEIT - Dalle colonne del più autorevole settimanale tedesco, il presidente della Andrea Agnelli dice la sua sul calcio italiano, sul suo suo club e sulle big del calcio europeo. Questo uno stralcio delle sue parole:

"Non sono il capo dell’opposizione perché non esiste un governo. Da noi non succede nulla senza l’Assemblea dei Presidenti. La stessa Lega è debole, non ha nessuna autorità, né un proprio management. Questo porta ad una situazione meno trasparente, come ad esempio nel caso dei diritti tv, e a conflitti di interesse. Sicuramente dobbiamo cambiare alcune idee e comportamenti. Con poche eccezioni i presidenti dei club e i principali funzionari hanno 60-70 anni. Ci sono pochi quarantenni. E il caso del Parma è solo la punta dell’iceberg: il fatto che un club possa arrivare fino a questo punto è frutto della cattiva gestione del calcio italiano. Non mi preoccupa quello che l’Italia pensa dell’Italia, mi preoccupa tanto quello che gli altri pensano di noi, con i relativi danni all'immagine dovuta ai vari scandali. Gli stadi vecchi sono una delle cause della crisi del calcio italiano? Ne sono convinto al 100%. È il compito della nostra generazione non solo lasciare ai nostri figli un altro calcio, migliore e più trasparente, ma anche un altro Paese. Senza dubbio ci sono delle differenze tra me e altri presidenti di club che si occupano del governo della Serie A. E quindi anche le opinioni sono distanti. Secondo me la Serie A in Italia dovrebbe essere gestita come la Premier League in Inghilterra, da persone che portano avanti l’intera Lega come prodotto. Con una strategia per lo sviluppo e l’esportazione del nostro calcio. In James Pallotta, il presidente della Roma, abbiamo trovato un alleato. Investitori stranieri in altri club? Non importa da dove arrivino gli investimenti, ma posso assicurare che la resterà italiana".