LAROMA24.IT (Matteo Arceri) – Talvolta giocare ogni tre giorni può essere un bene, soprattutto dopo una sconfitta cocente come quella subita dalla Roma per mano dell'Atalanta nel turno infrasettimanale. La partita di Lecce rappresenta quindi l'occasione per i capitolini di voltare subito pagina e ritrovare quell'entusiasmo creatosi troppo precocemente dopo la vittoria all'ultimo secondo con il Bologna e troppo presto perso dopo la battuta d'arresto con gli orobici.
PELLEGRINI ASSIST-MAN- Potrebbe essere un caso oppure no, ma la squadra giallorossa ha incassato il suo primo ko stagionale proprio nel giorno in cui Lorenzo Pellegrini è risultato poco brillante. C'è da dire che il centrocampista romano ha sofferto la marcatura stretta degli avversari per tutta la partita, impedendogli così di esprimere le proprie qualità, oltre ad aver giocato con una fascite plantare (infiammazione della pianta del piede). Tuttavia rimane tra i calciatori più in forma della rosa giallorossa a cui manca solo il gol che ha sfiorato nella gara contro il Sassuolo dove ha colpito il palo. Ma anche se ancora non è riuscito a segnare, Pellegrini è bravo a far segnare: con quattro passaggi vincenti serviti ai propri compagni, di cui solo tre nella gara casalinga contro la sua ex squadra, oltre alla pennellata per il colpo di testa vincente di Dzeko all'ultimo secondo della trasferta del Dall'Ara, è il giocatore che ha realizzato più assist in Serie A. Numeri che è riuscito a raggiungere anche perché, dopo aver giocato nella coppia di mediani spesso accanto a Cristante, senza mai sfigurare, per via anche della sua ottima duttilità, Lorenzo ha finalmente guadagnato la posizione che più predilige, ovvero quella di trequartista, "il ruolo in cui mi vedo di più perché posso inserirmi ed essere più libero".
L'OMBRA DI TOTTI - Per la sua visione di gioco e capacità di verticalizzare molti hanno rivisto in lui Francesco Totti. Nel finale del match di Europa League contro il Basaksehir, il passaggio geniale per Kalinic, che ha poi sprecato malamente davanti alla porta, ha fatto a tutti ricordare proprio quel numero 10. D’altra parte lo stesso Totti ha riconosciuto le sue qualità definendolo come un giocatore "fenomenale". Ma Pellegrini, in una delle sue recenti dichiarazioni, ha confessato: "Non scambierei mai il rapporto che ho con Francesco per il numero 10 della Roma. Sentirlo parlare di me in questo modo è come avere dieci magliette con il numero 10 sulle spalle". In questo primo scorcio stagionale ancora non ha mai indossato la fascia di capitano perché nelle gerarchie si trova dietro a Florenzi e Dzeko, ma presto riuscirà a guadagnarsi anche questo prestigioso riconoscimento vista la maturità raggiunta non solo come calciatore, ma anche come uomo, soprattutto dopo essere diventato per la prima volta papà della piccola Camilla avuta dalla moglie Veronica Martinelli.
MANCOSU IL CENTROCAMPISTA GOLEADOR - Anche nel Lecce c’è un giocatore che sta attraversando un momento di grande forma e che, come Pellegrini, riesce a ricoprire più ruoli visto che è un trequartista che ha giocato anche come centrocampista centrale e come esterno offensivo di sinistra. Si tratta di Marco Mancosu, giocatore che nelle ultime tre partite di campionato ha sempre segnato, collezionando ben 4 reti di cui due realizzate, su rigore, nella trasferta contro la Spal. In tal modo, dopo cinque giornate di campionato, diventa il centrocampista più prolifico della Serie A: infatti occupa la seconda posizione della classifica cannonieri insieme agli attaccanti Zapata, Donnarumma e Immobile, anche loro in poker di gol, dietro al solo Berardi a quota 5 reti. Che avesse il fiuto per il gol lo aveva dimostrato già ai tempi del Cagliari quando, poco più che diciottenne, Mancosu fece il suo debutto in Serie A nel maggio 2007 contro l'Ascoli segnando la rete del momentaneo 1-0 (quella partita terminò poi sul risultato di 1-2 per i marchigiani). Da quel momento in poi farà ancora qualche apparizione con la maglia rossoblù intramezzata da alcune esperienze in B prima col Rimini, poi con l'Empoli fino al 2010 approdare nel Siracusa dove in 68 presenze colleziona 11 reti. In seguito il giocatore di origini sarde si trasferisce in Campania, prima nel Benevento, poi nella Casertana, dove riesce ancora una volta a convincere a suon di ottime prestazioni e soprattutto di gol (17 con gli stregoni e 11 con i falchetti). Qualità quelle mostrate da Mancosu che hanno spinto il Lecce nel 2016 a ingaggiarlo. Qui presto diviene uno dei protagonisti della risalita del club salentino dalla Serie C fino alla Serie A avvenuta in soli tre anni. Basti pensare che nell'ultima stagione di militanza nella serie cadetta il classe 1988 ha realizzato ben 13 reti e 6 assist che alla fine del campionato si sono rivelati decisivi per la promozione in A.
LA SUA FREDDEZZA DAGLI UNDICI METRI - Mancosu ha dunque dimostrato di vedere bene la porta e di avere una certa freddezza anche sui calci di rigore. D'altronde, come ha affermato il giocatore stesso nel post-partita con la Spal: "Ho trovato un metodo per battere i rigori e mi sto trovando bene. L'ultima volta ho sbagliato in Serie C". Allora meglio evitare di commettere falli in area che potrebbero indurre l’arbitro a fischiare il penalty perché il centrocampista sardo risulta infallibile dagli undici metri. La difesa romanista è avvisata.