
GASPORT - Angelo Di Livio, nel corso di una lunga intervista al quotidiano sportivo, ha ripercorso la sua lunga carriera. Soldatino ha parlato anche del rimpianto di non aver mai vestito la maglia della Roma. Le sue parole:
Soldatino Di Livio: dove nasce il soprannome?
«Ai tempi della Juve. Durante l'allenamento Baggio mi fa: corri come un soldatino. Battezzato per sempre. Mi piace, ci sono affezionato, rispecchia bene la mia idea di calcio».
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Lei, romano e romanista, fa tutta la trafila nelle giovanili della Roma, senza però debuttare in prima squadra. Rimpianti?
«Rimpianto anche per loro (Ride). Grande gruppo, quello: io, Giannini, Desideri, Tovalieri, Di Mauro, Baldieri, tutti ragazzi che si sono affermati. Sono cresciuto alla Bufalotta, vengo da una famiglia romanista, mio padre Amerigo sognava di vedermi con quella maglia. Mi rode non avergli dato quella soddisfazione. Le qualità le avevo, ma mi hanno lasciato andare. E si sono sbagliati di grosso visto quello che ho raggiunto dopo. Diciamo che mi sono preso la rivincita».
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