Rombo di tuono, Gigi Riva: «Con Chiesa, Zaniolo e Barella l’Italia aprirà un grande ciclo»

23/01/2019 alle 13:33.
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GASPORT - (...). Gigi Riva si racconta alla Gazzetta dopo un anno di silenzio e l’eloquio è fluido, a tratti divertito. Rombo di tuono è storia, valori, forza e magie. Capitoli impossibili da scordare per chiunque ami il calcio. Soprattutto se tifa Cagliari e non scorda il bomber dei bomber in azzurro. «Sì, sto meglio dopo un po’ di affaticamento. Ma d’altronde, non sono più un ragazzino».

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La storia siamo noi, canta Francesco De Gregori. Quella di Gigi Riva è inossidabile. Da cornice. Con passato che si riaggancia all’attualità. Ad esempio, quella di uno dei giovani più promettenti del pallone italico. Cagliari ha un nuovo idolo, Nicolò Barella. Che cosa ne pensa?
«Barella è nato nella scuola calcio che porta il mio nome. Fin da bambino mostrava qualità e tecnica superiori alla media. Sì, aveva anche furbizia e voglia di emergere. Voleva sempre vincere e non tollerava che potesse perdere un contrasto o sbagliare un passaggio. Ricordo di averlo seguito, anche di nascosto, da bordo campo. Mi aveva colpito anche per come calciava. Adesso è pronto per volare».

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Lasciando Cagliari, sarebbe meglio per lui trasferirsi in un altro club in Italia o all’estero?
«Può giocare ovunque. In Inghilterra ne esalterebbero la corsa e la rapidità nel leggere e ribaltare le situazioni. Ma anche qui da noi può completare al meglio la maturazione. Poi le nuove sfide e i grandi campioni aiutano a crescere, qualsiasi maglia indossino».

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Intanto anche il c.t. Mancini lo ritiene insostituibile nella sua Italia.
«Roberto è stato un grande talento da giocatore, una qualità che ha poi portato in panchina. Nei club in cui ha lavorato, piazze importanti e con forti pressioni, ha avuto intelligenza e coraggio nel lanciare i giovani. Ho visto nelle sue convocazioni un piglio diverso, quello di chi vuole costruire il futuro, non si accontenta e sa di doversi prendere qualche rischio».

Il tricolore però non sventola solo per Barella.
«Sì, oltre a Nicolò penso anche a Zaniolo, Chiesa, Tonali e gli altri chiamati di recente. Mancini sta lavorando con scrupolo. Sta aprendo un ciclo dopo la mancata qualificazione al Mondiale dell’anno scorso. Ma si deve avere pazienza. Per costruire una nazionale competitiva serve tempo. E, soprattutto, non facciamo accostamenti inutili».

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Tra i calciatori in attività De Rossi e Balotelli, con 21 e 14 gol in Nazionale, sono i più «vicini» al suo record di 35 in 42 gare. Un primato che resiste a tutto e tutti...
(Ride). «Prima o poi ci sarà qualcuno che lo butterà giù».