Roma tra Barca, sogno e realtà

10/04/2018 alle 13:58.
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IL MESSAGGERO (U. TRANI) - Bastano i 60 mila tifosi e per dare un senso alla notte dell’Olimpico. E’ la cornice ideale e non solo per accogliere il campione. Sul palcoscenico sale anche la Roma. Che vuole comunque sentirsi protagonista e non limitarsi alla partecipazione. L’obiettivo è andare oltre il sogno e tentare l’impresa che il pianeta proprio non si aspetta. Perché adesso la missione è davvero impossibile, dopo il ko pesante e anche immeritato della partita d’andata al Camp Nou che permette al di presentarsi nella Capitale abbondantemente in vantaggio, avendo con quel 4 a 1 probabilmente già messo al sicuro la qualificazione.

DOPPIO PRECEDENTE Ma il 3 a 0, cioè il punteggio esatto per giocare le semifinali di dopo le eliminazioni ai quarti del 2007 e del 2008, spesso è stato evocato a Trigoria negli ultimi giorni. Addirittura in pubblico, da Monchi dopo la sconfitta in Spagna, ricordando pure i 4 clean sheet nelle 4 gare casalinghe, e da alla vigilia di questa seconda gara. Il ds e l’allenatore hanno ricordato il successo più ampio e più convincente della splendida stagione in Europa: il 31 ottobre, davanti al proprio pubblico, con quel risultato i giallorossi superarono il Chelsea. E, per chi lo avesse dimenticato, l’unica vittoria contro i blaugrana in questa competizione ha avuto le identiche dimensioni: qui, il 26 febbraio del 2002, il tris già è stato calato. Così come è andata a segno la rimonta: 8 volte nelle coppe europee, 2 solo in questa competizione, nella semifinale del 1984 contro il Dundee United (3-0) e l’ultima nel quarto contro lo Shakhtar lo scorso 13 marzo.

ANDAMENTO LENTO I numeri del passato, pure recente, non sono però sufficienti a dar forza alla remuntada, mai vista da queste parti partendo sotto di 3 reti. La Roma, 1 punto nelle ultime 3 gare, non vive al top questa fase cruciale della stagione. La frenata in campionato ha riportato in bilico la partecipazione alla prossima da conquistare domenica sera nello spareggio contro la Lazio. La nuova involuzione dei giallorossi è abbastanza evidente: segnano poco pure quando creano molto. Gli errori individuali in ogni zona del campo incidono sul rendimento. In più deve prendere atto di chi ha davanti: il , imbattuto nella Liga e anche in , ha l’abitudine a vivere certe notti in Europa. Già 14 volte ha centrato la promozione alle semifinali, fallita però nelle ultime 2 stagioni. Valeverde, con il 4-4-2, ha trovato l’equilibrio e anche l’efficacia. , sotto lo sguardo del presidente (e del consulente Baldini), si vuole però godere fino in fondo la sua prima esperienza nella competizione. Più che pensare ai 3 gol da segnare che sono quelli presi dal nelle 9 partite di questa , guarda alle posizioni dei suoi interpreti. Il comportamento da squadra è il punto di partenza.Ma per rivederlo nella notte più complicata è pronto a intervenire pure sul sistema di gioco. Dopo la sconfitta contro la , ha provato con insistenza la difesa a 3, utilizzata il 12 settembre all’Olimpico nel finale della gara contro l’Atletico , per non perdere nella sera del debutto (0-0). E, sempre incorsa, anche il 21 gennaio a San Siro contro l’, correzione che però non gli permise di evitare il pari(1-1).

ASSETTO CAMALEONTICO Le 3 sentinelle da piazzare davanti ad sarebbero , e Kolarov (o Jesus). E, dando spazio ai migliori (del momento), ecco il varo del 3-4-1-2. La mossa, simile alla formula ibrida sperimentata da nella scorsa stagione, permetterebbe a di arretrare da terzino nella linea a 4 e di diventare poi esterno alto sulla stessa corsia, a di salire da trequartista e di avvicinarsi alla porta di ter Stegen e soprattutto a Schick di stringersi accanto a . Sulla sinistra , utile pure per il , o Kolarov da esterno a tutta fascia, In quel ruolo, l’alternativa è , ma non in partenza. In fase difensiva, abbassando sulla fascia , possibile il 4-4-2 permettersi a specchio. Tra i 21 convocati c’è Under. Non che rischia di saltare pure il derby.