GASPORT (A. CATAPANO / V. PICCIONI) - L’ultima notte di Calciopoli assolve poco e prescrive tanto. Soltanto gli arbitri Dattilo e Bertini escono «perché il fatto non sussiste». Gli altri, da Moggi a Giraudo, da Pairetto a Mazzini, si salvano con l’ombrello della scadenza dei termini. Resta un solo condannato: l’ex arbitro Massimo De Santis, che aveva rinunciato alla prescrizione. E proprio il suo caso fa spostare le lancette dell’interpretazione della sentenza in zona colpevolista. Se De Santis è stato condannato come partecipe dell’«associazione a delinquere», reato che deve essere consumato da almeno tre persone, è evidente che la Cassazione, senza prescrizione, avrebbe dovuto condannare gli altri con la stessa imputazione (in qualità di «organizzatori»). Sempre ricordando che saranno le motivazioni a chiarire bene l’orientamento dei giudici della Terza sezione penale. E che, da Codice, la «prescrizione» non equivale a una condanna, anche se tale sembra l’abbiano vissuta gli imputati. «Abbiamo scherzato per 9 anni, il processo si è risolto in nulla e tanti sono stati rovinati », dice Moggi a Sky Sport.
HA VINTO IL PG Il linguaggio del dispositivo descrive un quadro che, sostanzialmente, sembra fotocopiare le richieste dell’accusa, formulate dal pg Gabriele Mazzotta. Che aveva ribadito anche lunedì l’esistenza di un’«associazione per delinquere » su cui è intervenuta la prescrizione. Quanto alle frodi sportive, vengono «assolte» (con gli arbitri che le dirigevano) sostanzialmente due partite e...mezza: Udinese-Brescia, Juve-Milan, e in parte Juve-Lazio. Restano in piedi le accuse per Cagliari-Juve, Juve-Udinese, Roma-Juve. E per Lecce-Parma e Fiorentina-Bologna dirette da De Santis. Quanto ai ricorsi di Racalbuto e degli altri dirigenti — i fratelli Della Valle e Mencucci (Fiorentina), Lotito (Lazio), Foti (Reggina) —, vengono respinti. Le parole del pg avevano puntato più sull’atteggiamento usato nei confronti del «sistema» Moggi che sulla frode vera e propria (per il reato non è necessario che si consumi con successo). Per la Fiorentina, «la scelta corretta per reagire ai ritenuti soprusi sarebbe stata un’aperta denuncia piuttosto che ripiegare all’interno di un sistema che avrebbe trovato più facili accomodamenti, sol per questo illeciti». E per Lotito, «sebbene non vi siano prove di frode nel sorteggio, esistono prove dell’attivazione degli imputati per soluzioni agevolatrici delle ragioni della Lazio».
E I DANNI? Veri e propri rompicapo. Leggendo i due dispositivi, si scopre che nel caso dei risarcimenti contemplati nel rito abbreviato il giudice civile (di 1° grado) potrà solo quantificare il danno ed emetterà sentenza esecutiva, mentre per quelli del rito ordinario la Cassazione rimanda ad un giudice civile d’Appello competente per territorio che, teoricamente, potrà anche decidere nel merito. Tradotto: Giraudo è già «aggredibile» dalle parti civili, per Moggi va fatto un passaggio in più. E la Juventus? Secondo Bruno Catalanotti, legale di Bologna e Brescia, «la Cassazione l’ha salvata, annullando, a proposito delle statuizioni civili, la sentenza di 2° grado e quindi riportando in vita quanto sentenziò la Casoria (che escluse responsabilità civili per il club bianconero, ndr)». Perciò sui 443 milioni chiesti alla Federcalcio la situazione è in stand-by. Fra i collaboratori di Andrea Agnelli, si dice soltanto: «Aspettiamo le motivazioni». Anche in Figc, a pieno titolo tra le parti civili, le parole sono queste, ma è chiaro che l’assoluzione degli imputati chiave avrebbe spinto la Juve ad andare fino in fondo. E invece, come dice Massimo Moratti, «non è cambiato niente: la Cassazione ha confermato i primi due gradi di giudizio». Per Giovanni Malagò, alla fine, «si è trattato di una tipica storia italiana ». La sintesi migliore.