De Santis: «Un’altra sentenza indecente. I magistrati senza coraggio»

25/03/2015 alle 08:48.
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GASPORT (A. CATAPANO) - A questo punto, avrebbe detto Lubrano, sorge spontanea una domanda: lo rifarebbe? Rinuncerebbe ancora alla prescrizione? La risposta è immediata, senza tentennamento alcuno. «Certo. Anzi, a maggior ragione. Io ho fatto un atto di coraggio. Qualcun altro no».

Massimo , lei è l’unico condannato (a un anno, pena sospesa) in via definitiva di Calciopoli. Come si sente?
«Male. La sentenza della Cassazione è una cosa indecente. Da magistrati di quello spessore mi sarei aspettato finalmente una decisione autonoma, libera da ogni condizionamento. E invece non hanno avuto coraggio».

Ma i suoi ex colleghi Bertini e Dattilo, che come lei hanno rinunciato alla prescrizione, sono stati assolti «perché il fatto non sussiste»...
«Sono felice per loro. Io invece vengo condannato per due partite insignificanti (- e Lecce-Parma, ndr)». Il suo avvocato, Paolo Gallinelli, ci ha detto testualmente «per Massimo non poteva che finire così...».

Cosa intende?
«Che se avessero assolto anche me, sarebbe crollato tutto l’impianto accusatorio».

Addirittura?
«Senza il sottoscritto, la fantomatica associazione a delinquere di Calciopoli avrebbe avuto solo organizzatori, senza nemmeno un partecipe. Quindi, non sarebbe più stata in piedi. È toccato a me. Del resto, sono stato l’unico arbitro intercettato. I pm di mi accusavano di essere uno dei promotori dell’organizzazione, addirittura capo della combriccola romana... dove sono finite quelle accuse?».

Ma onestamente, dopo tanti anni lei ritiene davvero di non aver fatto nulla di compromettente? Almeno moralmente?
«E lei pensa davvero che io fossi l’unico arbitro a parlare con dirigenti di società o vertici delle istituzioni? Era una prassi. Ma poi cosa ci dicevamo? Chiacchiere da bar».

I designatori Bergamo e Pairetto, però, con le sim svizzere ci facevano anche altro...
«E perché io arbitro devo pagare per colpe di persone sopra di me? Comunque le faccio un esempio: prima di un Reggina- Cagliari, il designatore chiamò Foti e gli disse: “Stai tranquillo, ti mando Massimo”. Poi, fece la stessa cosa con Cellino. Il vero scandalo non sono le intercettazioni uscite, ma quelle che non conosciamo, perché non state deliberatamente prese in esame. È stata una vergogna».

Cosa le lascia questo processo?
«Profonda amarezza. E la conferma che la nostra giustizia sia una delle peggiori del mondo». Dopo la sentenza Moggi ha detto: «Abbiamo scherzato per nove anni».

È d’accordo?
«Io sono più crudo: per nove anni hanno preso in giro un Paese e milioni di persone. E solo per farsi un po’ di pubblicità».