La prescrizione non ha annullato i reati, e il ricorso al Tar della Juve «è una lite temeraria». La Cassazione non ha messo fine a Calciopoli la cui coda senza fine resta nel braccio di ferro tra Juve e Figc: in virtù della sentenza dei giudici della Suprema Corte il presidente della federazione, Carlo Tavecchio, avvisa il club bianconero che nel 2011 ha intrapreso la strada del ricorso, portando davanti al tribunale amministrativo una richiesta risarcitoria di 443 milioni. «In attesa delle motivazioni, la sentenza conferma la linea della giustizia sportiva - dice Tavecchio -: fatta salva la prescrizione, i reati ci sono stati, l'associazione a delinquere pure, per noi la richiesta di risarcimento della Juve al Tar è una lite temeraria».
Il club di Agnelli, che pure negli ultimi mesi si è riavvicinato alla Figc e martedì apre le porte dello Juventus Stadium alla nazionale per l'amichevole con l'Inghilterra, non aveva voluto commentare la sentenza della Cassazione con la prescrizione per gli ex dirigenti bianconeri Moggi e Giraudo, e non si esprime nemmeno sulla presa di posizione della Federcalcio. Tavecchio però sulla questione che va avanti dal novembre 2011, quando la Juve ha chiesto un risarcimento milionario per i presunti torti subiti proprio dallo scandalo Calciopoli (due scudetti revocati), adesso meno che mai ha dubbi. «Da questa sentenza la Figc assume un atteggiamento sereno in relazione a tutto quello che c'era in atto - sottolinea il presidente -. Abbiamo preso atto che un reato, non di poco conto, c'è stato e che un soggetto (l'arbitro De Santis, ndr) che ha rinunciato alla prescrizione è stato condannato. Quindi il teorema è confermato: qualcosa di illecito c'è stato. Ne prendiamo atto e riteniamo che in futuro, dovremo sistemare le questioni in modo diverso».
In molti - tifosi prima di tutto - ora però invocano la riapertura del processo sportivo, che fu rapido e si concluse nel 2006, l'anno della bufera, con la retrocessione in B della Juve e i due scudetti degli anni 2004/05 e 2005/06 scuciti dalle maglie bianconero (uno non assegnato e il secondo attribuito d'ufficio all'Inter). «È un problema che si vedrà - aggiunge Tavecchio - Io parlo dell'azione di responsabilità che la Juve ha fatto nei confronti della federazione. La questione dell'Inter è un'altra. Noi come federazione non abbiamo più alcun dubbio che la richiesta della Juve è temeraria». Chi non si ferma di certo è Luciano Moggi che ha già annunciato di rivolgersi alla Corte europea: l'obiettivo - visto che sul piano penale la prescrizione ha inibito qualsiasi condanna - è quello di annullare lo stop a vita inflitto dai giudici sportivi e tornare nel mondo del calcio. «La mia battaglia va avanti - dice l'ex dirigente juventino -, mi rivolgerò alla Corte europea dei diritti dell'uomo per cancellare anche la radiazione sportiva e tornare nel mondo del calcio. Sono stati assolti due arbitri (Dattilo e Bertini, ndr) coinvolti in frode sportiva. Quindi non è vero che la Cassazione non ha assolto. Gli interessi personali non c'erano e poi la frode sportiva e l'associazione a delinquere da solo non avrei potuto farla». Prescrizione o no, dopo nove anni Calciopoli non è finita.
(ansa)