GASPORT (D. STOPPINI) - Dici: come sta Francesco Totti? Sta a tremila. Tremila di entusiasmo, dopo una notte di Rotterdam che ha restituito, alla Roma ancor prima che a lui, antiche certezze. Tremila come i minuti giocati in carriera contro la Juventus: traguardo che centrerà forse già stasera, per il momento siamo a 2.916, numero che in matematica sarà pure anonimo, ma che rende bene l’idea dell’uomo a cui, ancora una volta, si appoggia Rudi Garcia e la Roma tutta per battere la Juventus. Trovarsela di fronte, in fondo, non è mica una novità. È successo già 37 volte: 37 vigilie, 37 attese, 37 sogni d’oro nel ritiro della sera prima, sperando e immaginando un gol a una Signora antipatica, di quelle che trasformano i sogni in incubi. Roba da annoiarsi, pure di fronte all’ennesimo invito per un cena di gala. E invece no. Invece Totti ancora (si) emoziona. Invece Totti è ancora il centro dell’universo mondo giallorosso: un gol a Verona 8 giorni fa, il pennello per far capire che Feyenoord-Roma era anche una partita di calcio, il centravanti arrivato a gennaio ( Doumbia) che già si è perso a Trigoria tra i 4 in pagella e il mal di schiena. Il momento è buono, il morale è tornato quello giusto.
QUANTA FIDUCIA Strana storia, a pensarci bene. Strane vie percorre la testa. Anche quella di un campione come Totti. Uno che cinque mesi dopo aver messo il cappello su un finale già scritto in campionato — «Tanto arriviamo secondi pure quest’anno, la Juventus faccia un campionato a parte» —, adesso ha di nuovo ripreso fiato e ritrovato la voglia di crederci: «Se vinco con il Feyenoord, poi batto pure la Juventus», aveva detto alla vigilia della partita del De Kuip. Metà dell’opera è completata. I colori sono sulla tavolozza, c’è da pennellare il resto del quadro e non sarà mica un’impresa semplice, rendere un capolavoro questa tela. «Ma sono convinto che possiamo riaprire il discorso scudetto», ha detto il capitano al rientro dall’Olanda, rafforzando un concetto solo sussurrato a Verona: «Campionato chiuso? Aspettiamo lunedì...». Insomma: più fiducia ora, che la Juventus è 9 punti più su, rispetto a quella notte del 5 ottobre, quando le polemiche arbitrali nello scontro diretto gli tolsero la forza di credere nell’impresa.
AMICO BUFFON La forza per segnare a Buffon, no, quella non è mai mancata: 11 gol a un amico, il portiere più battuto (4 reti con il Parma, 7 con la Juventus) da Totti in Serie A. Due anni fa — il 16 febbraio — un missile sotto la Curva Sud valse l’ultima vittoria giallorossa in campionato contro i bianconeri. Era la sera del «siamo la Roma, eh»: una squadra in crisi, che si risvegliò proprio nel match più importante. Il parallelo regge giusto un po’, ma rende l’idea fino in fondo: ancora Totti, ancora la Juve, ancora Buffon come avversario, ancora l’Olimpico come teatro. Olimpico nel quale il numero 10 è rimasto al selfie, a quella foto in un pomeriggio da derby. Uno scatto per fermare il tempo, e sì che la Roma si è davvero fermata a quel giorno, in campionato: la Juventus è scappata, lo scudetto è diventato una salita che neppure il Mortirolo al Giro d’Italia. Forse per spezzare l’incantesimo serve ancora un Totti a tremila. E nessuno si senta offeso.